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Atlante dell’accoglienza: aumentano le richieste di asilo in Italia

Il “Rapporto sulla protezione internazionale in Italia” fotografa un aumento del 44% delle domande di protezione rispetto allo stesso periodo del 2016. Solo 4 su 10 hanno esito positivo davanti alla Commissione territoriale. Con forti disparità da una città all’altra

Nei primi sei mesi del 2017 le domande di protezione internazionale presentate in Italia sono aumentate del 44% rispetto allo stesso periodo del 2016 arrivando a quota 77.449 unità. A chiedere asilo nel nostro Paese sono soprattutto nigeriani (15.916 domande presentate), bengalesi (7.413) e gambiani (5.843). Nello stesso periodo sono state esaminate 41.379 richieste di protezione internazionale: 4,3 su 10 hanno avuto esito positivo. Mentre nel 51,7% dei casi l’esame si è concluso con un diniego. Sono alcuni dati che emergono dall’ultimo “Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017” presentato martedì 8 novembre a Roma, curato da Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar, in collaborazione con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Una fotografia che si ferma al periodo precedente il calo delle partenze dalla Libia (luglio 2017).

Nel 2016 sono state presentate complessivamente 123.600 domande di protezione internazionale, con un aumento del 47% rispetto alle 83.970 del 2015. Più della metà delle richieste d’asilo sono state presentate dai cittadini dei Paesi che occupano le prime cinque posizioni: Nigeria (27.289), Pakistan (13.510), Gambia (9.040), Senegal (7.723) e Costa d’Avorio (7.419). Sulle 91mila domande esaminate, il 40,2% ha avuto esito positivo (lieve calo rispetto al 41,5% del 2015) con la concessione dello status di rifugiato (4.808), della protezione sussidiaria (12.873) o del permesso di soggiorno per motivi umanitari (18.979).

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, la concessione di una qualche forma di protezione internazionale o -al contrario- un diniego non avviene in modo omogeneo tra le varie Commissioni territoriali. A fronte di una media nazionale del 40,2% di esiti positivi nel 2016, infatti, svettano i casi della commissione di Caserta 1 (94,9%), Gorizia (71,1%), Palermo (67,4%), Siracusa 1 / Caltanissetta (64,6%), Roma (63,5%). Mentre il rovescio della medaglia vede tassi particolarmente elevati di dinieghi nelle commissioni di Brescia/Bergamo (86,9%), Bari 1 (83,3%), Firenze/Perugia (83,1%), Roma/Frosinone (76,5%) molto più elevati rispetto alla media nazionale che vede respinte 6 domande d’asilo su 10. Un trend che si conferma anche nel primo semestre 2017: a Torino, Caserta e Palermo, oltre 7 domande su 10 hanno ottenuto parere positivo, mentre le commissioni di Firenze/Perugia e Bari hanno emesso dinieghi in 8 casi su 10.

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Restano ancora lunghi i tempi per la valutazione delle domande di protezione internazionale. In base a un’indagine compiuta da Cittalia su un campione di 5.416 richiedenti accolti in 223 progetti Sprar emerge che la domanda di protezione internazionale (con la compilazione del modello C3) viene presentata in media 85,9 giorni dopo l’ingresso in Italia. Ovvero quasi tre mesi dopo. L’audizione da parte della commissione territoriale avviene in media 252,7 giorni dopo la presentazione della domanda (oltre otto mesi di attesa), mentre la notifica dell’esito arriva mediamente 64 giorni dopo l’audizione. Complessivamente, tra il momento della richiesta e la notifica dell’esito dell’audizione passa quasi un anno: 307 giorni di media.

Complessivamente, al 15 luglio 2017, sono oltre 205mila i richiedenti asilo presenti nelle strutture di accoglienza. In leggero aumento rispetto ai 188mila del 2016. La maggior parte dei richiedenti asilo accolti in Italia (circa 158mila) sono ospitati all’interno dei Centri di accoglienza straordinaria (CAS) mentre poco più di 31mila sono inseriti in un progetto della rete Sprar. Inoltre continua a crescere il numero di comuni interessati all’accoglienza che sono ormai il 40% del totale (per l’esattezza 3.231), con un’incidenza particolarmente alta in Toscana ed Emilia-Romagna dove il principio dell’accoglienza diffusa sostenuto dall’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) è quasi pienamente realizzato. In Toscana, infatti, l’83% dei comuni accoglie richiedenti asilo, in Emilia Romagna siamo al 78,8%.

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