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Diritti

Intoccabile De Gennaro

Pensiamo a come deve sentirsi il giudice di Genova che il 16 giugno vedrà comparire in aula il capo di gabinetto del ministero dell’Interno, Gianni De Gennaro, accusato di istigazione alla falsa testimonianza nell’ambito del processo Diaz (avrebbe pilotato la testimonianza…

Pensiamo a come deve sentirsi il giudice di Genova che il 16 giugno vedrà comparire in aula il capo di gabinetto del ministero dell’Interno, Gianni De Gennaro, accusato di istigazione alla falsa testimonianza nell’ambito del processo Diaz (avrebbe pilotato la testimonianza dell’ex questore Colucci, anche lui imputato), e appena confermato nel delicato incarico dal nuovo ministro Roberto Maroni.
Quel giudice dovrà valutare uno degli uomini più potenti d’Italia, passato indenne attraverso tre cambi di governo (prima Amato, poi Berlusconi, poi Prodi, ora di nuovo Berlusconi) e nonostante fosse già capo della polizia al momento della più fallimentare, violenta e antidemocratica gestione di una manifestazione pubblica che si ricordi, il G8 di Genova.

Il messaggio inviato dal nuovo/vecchio ministro Maroni ai giudici genovesi – l’ennesimo a dire il vero – è molto potente. E vale anche per i pm e i giudici impegnati nel processo Diaz, che vede fra gli imputati tutti i maggiori dirigenti scelti da De Gennaro. Lo Stato, ancora una volta, ha preso posizione: non dalla parte dei diritti dei cittadini, né da quella della correttezza istituzionale (nei paesi civili gli alti dirigenti dello Stato sotto processo si dimettono, affinché la magistratura agisca liberamente, senza condizionamenti, e a maggior ragione se si tratta di dirigenti delle forze armate o di polizia).

Purtroppo viviamo in una semi democrazia e la Costituzione viene massacrata giorno per giorno, con scelte come quella appena fatta da Maroni (e intanto, in qualche altra ala degli stessi palazzi si celebrano i sessant’anni della Carta, con un misto di arroganza e ipocrisia che fa paura).

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