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Incubatori solidali – Ae 68

Roma: otto imprese che condividono spazi, servizi e un progetto, dare gambe all’idea di economia solidale. Il tutto col sostegno del Comune Si chiama InVerso, è un “incubatore” d’imprese sociali e merita d’essere seguito con attenzione, perché nei locali di…

Tratto da Altreconomia 68 — Gennaio 2006

Roma: otto imprese che condividono spazi, servizi e un progetto, dare gambe all’idea di economia solidale. Il tutto col sostegno del Comune

Si chiama InVerso, è un “incubatore” d’imprese sociali e merita d’essere seguito con attenzione, perché nei locali di via Montuori alla Garbatella l’8 gennaio 2006 è cominciata un’avventura che riguarda da vicino il futuro dell’altra economia italiana. È la prima volta che si avvia un esperimento così. Ci sono otto imprese appena nate (più due “associate”, con sedi proprie) che condividono spazi, servizi, consulenze e soprattutto un progetto: dare gambe all’idea di un’economia solidale. E c’è un’importante amministrazione pubblica, il Comune di Roma, che scommette su questo progetto. InVerso è finanziato coi soldi della legge Bersani per le periferie ed è nato perché il Comune di Roma, da qualche anno, ha deciso di puntare sul serio sull’“autopromozione sociale”, che è un modo di concepire gli interventi in favore della piccola imprenditoria e anche il nome di un’apposita “unità organizzativa” dell’amministrazione.

Il Comune ha messo in piedi cinque incubatori, collocati nelle periferie della città, investendo tre dei 13 milioni di euro disponibili grazie alla Bersani.

Ce n’è uno al Corviale (si chiama Incipit, è aperto dal 2002) dedicato ad imprese attive nel quartiere, uno dei simboli nazionali delle periferie degradate (nella foto). Un altro -Start- è a Cinecittà, dentro gli studios, e accoglie dal 2003 aspiranti imprenditori multimediali.

Alla Garbatella c’è Play, dedicato a imprese della comunicazione e dello spettacolo. Ict Open Source sta nascendo fra la Tiburtina e San Basilio e aspira a divenire un piccolo polo romano del software libero. Il quinto incubatore è appunto InVerso, forse la creatura più cara al direttore di Autopromozione sociale (
www.autopromozionesociale.it), Alessandro Messina, già presidente dell’Associazione finanza etica e dirigente di Lunaria: “La nostra idea è di mettere l’incubatore in rete con le imprese esterne e contribuire così alla nascita di un Distretto di economia solidale”.

Secondo un’indagine condotta dal Comune, a Roma e provincia esistono già decine di piccole “imprese solidali”, che danno lavoro a più di 300 persone. Quel che manca è la rete che tenga tutto insieme. Per contribuire a tesserla, il Comune punta su InVerso e sulla Città dell’Altra economia che sta nascendo nell’ex mattatoio del Testaccio.

Lorenzo Vinci, che è si spostato a Roma da Torino, dov’era presidente di Mag4, per fare il direttore di InVerso, ha una carica d’entusiasmo degna delle ambizioni del progetto: “È l’occasione per verificare se può esistere una partnership positiva fra l’altra economia, la società civile e l’amministrazione pubblica”. Intanto, c’è un incubatore che nasce, con dieci neonati che devono crescere. Ci sono due cooperative sociali -Ass e Autonomamente-, e due soggetti -la cooperativa Gentes e l’associazione Historia- che fanno animazione sociale. Ci sono Energetica e Occhio del riciclone, le due “associate”, che condividono una sede esterna all’incubatore perché sono convinte che energie alternative e recupero e riciclaggio dei rifiuti possano combinarsi. C’è Co.En., anch’essa specializzata in risparmio energetico e uso di fonti rinnovabili, e c’è Iranozoi, che cura un progetto d’importazione di abiti realizzati nel Nord Africa e li rivende a botteghe del mondo e altri negozi. C’è Mag Roma, che non ha ancora il capitale necessario per agire in proprio, ma farà un lavoro di consulenza e istruzione locale in collaborazione con Mag6 di Reggio Emilia e con Caes (assicurazioni etiche). E infine c’è Binario etico, che si occupa di “trashware”, ossia recupero di vecchi computer, riciclati con l’installazione di software libero.

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