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Ambiente

In Toscana l’acqua è (ancora) gratis

L’acqua toscana resta gratis, ma non per voi che state leggendo. Sono le aziende imbottigliatrici (quasi tutte) a non pagare la materia prima, nonostante una legge regionale del 2004 che stabilisce una tariffa per il canone di concessione. Il freno…

L’acqua toscana resta gratis, ma non per voi che state leggendo. Sono le aziende imbottigliatrici (quasi tutte) a non pagare la materia prima, nonostante una legge regionale del 2004 che stabilisce una tariffa per il canone di concessione.

Il freno è dato dal regolamento di esecuzione dalla legge, approvato con decreto del Presidente della giunta regionale il 24 marzo 2009 (a quasi cinque anni dall’approvazione della legge): Claudio Martini ha stabilito che gli imbottigliatori pagheranno un contributo compreso tra un minimo di 0,50 e un massimo di 2 euro per metro cubo di acqua imbottigliato, ma ha lasciato ai Comuni facoltà di decidere quanto. Anche se sono già passati otto mesi, pochi si sono presi la briga di farlo. Quando chiamiamo in Regione per capire se hanno a disposizione un database con le delibere dei Comuni, con le relative tariffe, ci rispondono che “l’archivio” è presto fatto: si è mosso solo il Comune di Scarperia (Fi), nel Mugello, dove San Pellegrino-Nestlé Waters imbottiglia le acque Panna e Palina, stabilendo peraltro un canone di concessione “di fascia bassa”, 0,65 euro per metro cubo, con un ulteriore sconto del 50% per l’acqua imbottigliata in vetro. Panna può imbottigliare fino a 20,9 litri d’acqua al secondo, fino a 650 milioni di litri in un anno. La sorgente Palina, invece, è molto più parca: 2 litri al secondo. Contestualmente alla convenzione, Nestlé ha chiesto il rinnovo anticipato della convenzione (in scadenza nel 2020) per 25 anni, cioè fino al 2034, e il Comune di Scarperia ha avviato “il procedimento di rinnovo anticipato”

È più lungo l’elenco di quanti mancano all’appello. Sono rimasti in silenzio Comuni che -al pari di Scarperia- subiscono uno sfruttamento intensivo delle proprie fonti. Ci sono Monte San Savino (Ar), dove ha lo stabilimento Fonte Santa Fiora spa, che produce 150-200 milioni di litri d’acqua all’anno, e Chiusi della Verna (Ae), dove ha sede la Sorgente Verna srl del gruppo Maniva, 30 milioni di litri. Ci sono Lucca e Pracchia (Pt), accomunate dallo sfruttamento dello stesso gruppo industriale Puccetti, che con le società Fonte Ilaria spa e Sorgente orticaia srl imbottiglia Fonte Ilaria, Acqua Silva e Monteverde (per un totale di almeno 150 milioni di litri l’anno). Infine, c’è il Comune di Vico Pisano Terme, in provincia di Pisa, dove il gruppo Cogedi -forte di 31 dipendenti- imbottiglia oltre 300 milioni di litri d’acqua Uliveto. Accanto a questi alcuni enti locali nel cui territorio ricadono piccole sorgenti, non troppo sfruttate: Stia (Ar), Lastra a Signa (Fi), San Carlo Terme, in provincia di Massa, Pistoia, Montecatini Terme (Pt), Chianciano Terme, in provincia di Siena, Montopoli Valdarno (Pi), Badia a Settimo (Fi).

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