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Altre Economie

Illuminati dal guru

Scegliere il ristorante giusto, fare una spesa corretta, gestire i propri soldi in modo etico: i primi tre titoli della collana GuRU

Tratto da Altreconomia 137 — Aprile 2012

Chilometro zero. Filiera minima. cucina bio ed equa. Queste parole sono stampigliate sulla grande insegna ideale che campeggia su tutti i ristoranti di “Il gambero equo”. Una guida unica, che recensisce 200 tra ristoranti e altri locali: osterie, bistrot e locali in tutta Italia.
Il filo -anzi-, lo spaghetto rosso è rappresentato dalla presenza di una cucina locale, biologica, solidale, attenta non solo all’ambiente ma anche alle persone. Caratteristiche di cui Umberto Di Maria, autore della guida, ha fatto nella prefazione un mirabile “ristretto”: “…(sono) punti di ristoro, cucine, locande, osterie, trattorie, bistrot, gastronomie, dove ci si può sedere a tavola e nutrirsi: di incontri, di prodotti della Terra diventati simbolo di libertà, di biodiversità e di unicità dei territori, della cultura che li ha resi ricette e tradizioni, del sapere italianissimo di mettere insieme percezioni, sapori, metodi, gusto dello stare a tavola con lo sguardo, le parole e i propri pensieri. Quello che tiene insieme questo viaggio tra tavoli, posate e pentole è una parola sola: ‘anima’”.
Locali con l’anima, quindi, ma per nulla eterei, anzi, con la corposa fisicità di un vino dei migliori terroir italiani o di una pasta al dente di grano antico.
Un viaggio per tutti i gusti: il menù parte dai ristoranti a km 0, che utilizzano prodotti del proprio orto o dell’azienda agricola confinante, con la meridiana che segna le stagioni e l’orologio -invece- i pochi minuti che passano dal campo alla tavola.
La seconda stazione è quella che assevera la provenienza biologica (con una certificazione ufficiale o  “partecipata”) dei singoli prodotti, per proteggere la terra dalla chimica e dalla uniformità dell’industria agro-alimentare.
Terza fermata dedicata a chi rispetta tutti i viventi e sceglie una cucina del tutto cruelty free: moltissimi ristoranti hanno un’ampia scelta vegetariana, alcuni vegan, con riguardo a chi è intollerante… ma solo dal punto di vista alimentare.
La quarta sosta infatti è equa e solidale. La dolcezza di una torta con zucchero di canna o cacao equosolidale si trova nei locali che aderiscono al “Circolo del Cibo” di Altromercato, ma non solo.
Se i contadini del Sud del mondo sono presenti con i prodotti delle cooperative di Paesi lontani, alla sesta destinazione si incontrano lavoratori molto speciali: i giovani (e i meno giovani) che hanno trovato in una cooperativa sociale il gusto di un lavoro dignitoso, che si tratti di un birrificio artigianale o di un ristorante dove servire a tavola con tutti i crismi. Storie bellissime, dal sapore inedito.
“Il gambero equo” è una guida in progress, con un indirizzo dedicato per segnalazioni e proposte: ilgamberoequo@altreconomia.it

“Il gambero equo. Guida conviviale ai locali con l’anima. 200 e più cucine a km 0 e con l’orto, prodotti locali e biologici, biodiversi e solidali, che rispettano l’ambiente, le persone e il loro lavoro”, di Umberto Di Maria, 160 pagine, 10 euro

Se invece gradite una cena  più intima e casalinga, perché rinunciare a prodotti con un alto contenuto etico?
È il tema della nuova “Guida alla spesa responsabile”, un vademecum che spiega con semplicità e chiarezza che cosa comprare e soprattutto dove trovarlo.
Sono infatti alle spalle i tempi in cui si battevano come esploratori gli scaffali dei supermercati invasi da selvagge multinazionali, alla ricerca di un prodotto “meno peggio” o un po’ più naturale degli altri.
Da quegli anni pionieristici il consumatore consapevole conserva solo un affettuoso ricordo. Tutto è cambiato. Il commercio equo e solidale si è diffuso (che lo si creda giusto o meno, anche nella Gdo), i gruppi d’acquisto solidali o Gas sono più di 1.000 in tutta Italia, l’agricoltura biologica ha gettato la zappa ben oltre l’ostacolo, Banca Etica è una realtà ancora giovane ma concreta.
I prodotti con un valore etico  hanno tracimato dall’alimentare in mille rivoli: prodotti per l’igiene personale e della casa, vestiti per grandi e piccini, tessili, casalinghi di consumo e durevoli, artigianato di alto livello, servizi. Non c’è prodotto che non abbia una versione “pulita”, per non usare la parola “etica”, che è una categoria più dello spirito che della sporta.
L’esigenza ora è semplice: rendere disponibile questa ricchezza a una fascia sempre più amplia di persone: fare in modo cioè che queste “referenze” da sostenibili diventino reperibili, con facilità e con trasparenza. Proprio questa è la “missione possibile” di questa guida, uno straordinario concentrato di informazioni che spiega come e dove fare una spesa “buona” per l’ambiente, la nostra salute, l’ambiente, l’economia.
Qui troviamo allora, divisi per città e territori tutte le reti dei Gas, gruppi d’acquisto solidali, i mercati contadini, gli empori dell’economia solidale, le botteghe del commercio equo, inegozi dell’usato, oltre a tante idee di autoproduzione. Una selezione di opportunità per riempire la nostra sporta e “far girare l’economia” (ma quella solidale!).
E un invito caloroso a non riempirla troppo, perché l’acquisto migliore è quello che non fai.
“A buon mercato” -insomma-  non è più un modo di dire.

“Guida alla spesa responsabile. Gli acquisti quotidiani che rispettano l’ambiente e le persone. Dove, come e perché”, a cura del Collettivo FataLista, 144 pagine, 9 euro

Se -finita la spesa responsabile- ci avanza qualche euro, potremmo decidere se metterlo in banca oppure investirlo per farlo fruttare.
Ma se il pensiero di affidare al mercato finanziario il nostro denaro vi rende perplessi, possiamo ben capirvi…
Ma è possibile una finanza diversa?
Marco Gallicani prova a raccontarla in “Il risparmiatore etico e solidale”, un compendio che si prende la briga di farci da guida nella strada -non semplice- di un uso più consapevole del nostro denaro.

Un libro alla portata di tutti, che spiega con estrema semplicità come, dove e perché aprire un conto corrente e investire il proprio denaro senza alimentare per questo le guerre, la produzione di armi, la speculazione che manda in rovina comunità intere e lo sfruttamento dell’ambiente e dei lavoratori.  Privilegiando al contrario chi investe nel non profit, nell’economia solidale, nella piccola imprenditoria del territorio, piuttosto che nelle fonti rinnovabili di energia.

La “finanza reaponsabile” è introdotta così da Pietro Raitano -direttore di Altreconomia- nella prefazione: “Da molto tempo -trent’anni almeno- un variegato mondo, dal basso, ha intuito questa deriva, rivendicando il diritto a una finanza ‘utile’. Una finanza che, oggi -mentre tutti invocano la ‘fiducia dei mercati’-, dia fiducia alle famiglie e alle imprese. Questo mondo, tanti anni fa, ha intuito che i cosiddetti ‘non bancabili’, quelli che per le valutazioni meccaniche degli istituti di credito non possono accedere al credito, in realtà sono più affidabili del ‘mercato’. E che conviene investire su di loro piuttosto che su pezzi di carta, derivati, Cds, Etf, subprime. Un mondo che ha visto il valore intangibile della buona volontà, dell’inventiva, del rispetto dell’ambiente e della legalità. Senza rincorrere profitti insensati, il cui costo prima o poi qualcuno deve pagare.
Quel mondo è descritto in questo libro. Che è un manuale che spiega come riprendersi la finanza, come scegliere a chi chiedere denaro, e a chi darlo. Quale conto corrente aprire, e dove investire. Magari a chi rivolgersi per un mutuo”.

Per questo nella guida non possono mancare i riferimenti di 20 tra le principali realtà italiane di finanza etica, da Banca Etica alle Mag, dalle cooperative di commercio equo e solidale al microcredito.

“Il risparmiatore etico e responsabile. Manuale per risparmiare, investire e farsi prestare denaro nel rispetto delle persone e dell’ambiente”, di Marco Gallicani, 128 pagine, 8 euro. —

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