Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Diritti

IL TEOREMA DI COSENZA…

IL TEOREMA DI COSENZA Notizia Ansa del 10 novembre 2003: “Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha accolto i ricorsi dei 18 indagati nell’operazione no global ed ha annullato l’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di…

IL TEOREMA DI COSENZA

Notizia Ansa del 10 novembre 2003: “Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha accolto i ricorsi dei 18 indagati nell’operazione no global ed ha annullato l’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Cosenza. Obbligo di firma, invece, per tre degli indagati: Francesco Caruso, Francesco Cirillo e Michele Santagata”. I militanti della rete del Sud Ribelle, arrestati con grande clamore nel novembre 2002 all’indomani del Forum sociale europeo di Firenze, non tornano dunque un carcere. Una buona notizia, come ha commentato lo stesso avvocato di Caruso, l’onorevole Giuliano Pisapia. E’ senz’altro così: il pm Fiordalisi aveva chiesto l’arresto, convinto oggi come un anno fa che la “Rete” sia responsabile di una serie lunghissima di reati, che vanno dalla cospirazione politica, all’associazione sovversiva, l’attentato contro organi costituzionali fino alla sovversione dell’ordinamento economico dello Stato.

I 18 militanti della Rete (ma gli arresti inziali furono 20) furono incastrati sulla base di un’inchiesta davvero poco convincente, basata com’era sull’intercettazione di mail, telefonate, documenti, il tutto interpretato in modo molto particolare. Una frase come “dobbiamo rendere Napoli invivibile” o qualcosa del genere, con riferimento alle manifestaizoni del Global Forum del marzo 2001, viene così interpretata come un proposito di sovversione dell’ordine pubblico. E così via per pagine e pagine, fino al punto di presentare come documento compromettente un manualetto di autodifesa legale diffuso – figuriamoci – attraverso le agenzie di stampa.

Parlare di “teorema di Cosenza” non è un’esagerazione. Fra l’altro, il procuratore ha contestato anche reati risalenti agli anni Trenta e rimasti chissà come nel codice: la cospirazione politica, il sovvertimento dell’ordine economico dello Stato (per via della critica alla globalizzazione). Gli arresti del novembre 2002 sono stati il più inquietante fra i molti, recenti attacchi ai diritti civili e alla libertà d’espressione del dissenso. Ora il tribunale del riesame ha annullato gli arresti, ma viene da chiedersi in base a quali concrete ragioni si disponga l’obbligo di firma per tre dei 18 attivisti. Ancora non conosciamo le motivazioni dell’ordinanza, ma c’è la sgradevole sensazione che anche questo provvedimento rientri in una logica di inasprimento degli strumenti repressivi. E la cosa curiosa è che si torna ad applicare ad attivisti impegnati alla luce del sole (il fatto di condividere o meno la loro azione politica non è rilevante, in questo senso) misure restrittive tipiche della criminalità comune o dei periodi più neri della nostra storia: dall’obbligo di firma, al foglio di via (vedi Casarini a Padova e Monselice), addirittura all’ammonimento orale a cambiare condotta (ancora Casarini e altri ‘disobbedienti’ a Venezia). Forse è il caso di preoccuparsi.

Lorenzo Guadagnucci

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.