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Diritti

Il tabaccaio che spara e la Lega Nord

La Lega Nord ha vissuto il processo al tabaccaio Petrali, fino alla sua assoluzione in secondo grado, come una questione politica d’interesse generale. Il partito ha avuto soddisfazione. Petrali, nel 2003, fu aggredito e malmenato da due rapinatori; replicò sparando…

La Lega Nord ha vissuto il processo al tabaccaio Petrali, fino alla sua assoluzione in secondo grado, come una questione politica d’interesse generale. Il partito ha avuto soddisfazione. Petrali, nel 2003, fu aggredito e malmenato da due rapinatori; replicò sparando con la sua pistola, prima all’interno del negozio, senza colpirli, poi seguendoli per strada. I due furono raggiunti dai proiettili alle spalle: uno morì, l’altro fu ferito a un polmone.

Si può parlare di legittima difesa, quando si inseguono due persone per strada e si spara alle loro spalle? Apparentemente no, ma secondo i giudici sì. La sentenza, nell’assolvere il tabaccaio, ricorre al concetto di "legittima difesa putativa", che ha a che fare con la convinzione, da parte dell’imputato, di trovarsi effettivamente in una condizione di legittima difesa, pur avendo inseguito i rapinatori in fuga, essendo quindi di fronte a un cessato pericolo.

Le motivazioni della sentenza, quando usciranno, forse consentiranno di capire meglio le intenzioni dei giudici, per ora c’è lo sconcerto di fronte a un giudizio che sembra attribuire un valore molto basso alla vita umana e la preoccupazione nel vedere un partito politico che intende prendere ad esempio una vicenda così tragica e così poco limpida per lucrare consenso elettorale sul terreno della paura e del farsi giustizia da sé.

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