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Interni / Reportage

Il sacrificio di Trieste al crocierismo. Così le grandi navi stanno cambiando la città

Quando le navi da crociera attraccano di fianco alla stazione marittima di Trieste l’edificio sembra minuscolo © Alex Giuzio

Reportage dal capoluogo friulano, dove l’attività crocieristica è esplosa dopo che il Governo Draghi ha parzialmente limitato l’ingresso dei colossi a Venezia. Molte compagnie hanno scelto la città come approdo alternativo e nel 2024 sono arrivate qualcosa come 144 navi, superando per la prima volta quota 500mila passeggeri. Ma tanti cittadini non sono contenti dell’aumento di questa forma di turismo, caratterizzata da un enorme impatto ambientale e uno scarso ritorno economico

La stazione marittima di Trieste è stata costruita tra il 1926 e il 1930, è alta circa 15 metri, svetta sul piatto orizzonte del Nord Adriatico ed è un classico esempio dell’architettura monumentale promossa dal regime fascista. Ma quando le navi da crociera gli attraccano di fianco, l’edificio sembra minuscolo. In città spesso ne accostano due al giorno, a destra e a sinistra della stazione, sovrastandola con le loro altezze tra i 50 e i 60 metri. Qui la stagione crocieristica dura tutto l’anno e nel 2024 ha visto arrivare 144 navi, superando per la prima volta i 500mila passeggeri. Nel 2019 erano "appena" 177mila. L’impennata è iniziata dopo che il Governo Draghi ha limitato l’ingresso delle grandi imbarcazioni a Venezia (nel 2021) e molte compagnie hanno scelto Trieste come approdo alternativo, portando un flusso di persone mai visto prima in città.

“Trieste ha vissuto il suo periodo di massima fortuna durante l’impero austroungarico in seguito alla decadenza della repubblica mar


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