Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Ambiente

Il risparmio parte dal tetto – Ae 86

La nuova normativa nazionale impone a tutti gli edifici costruiti dall’ottobre 2005 in poi interventi di efficienza energetica. Un obbligo rimasto sulla carta: manca la volontà politica e latitano i controlli. Qualche cantiere, allora, fa da sé Le città italiane…

Tratto da Altreconomia 86 — Agosto 2007

La nuova normativa nazionale impone a tutti gli edifici costruiti dall’ottobre 2005 in poi interventi di efficienza energetica. Un obbligo rimasto sulla carta: manca la volontà politica e latitano i controlli. Qualche cantiere, allora, fa da sé


Le città italiane sono cantieri che continuano a crescere. L’immobiliare “tira” in tutta Italia: nel 2006 gli investimenti hanno superato i 145 miliardi di euro, il record degli ultimi 35 anni. Le case utilizzano un terzo dell’energia prodotta ogni anno in Italia, ma chi costruisce continua a prestare poca attenzione a realizzare edifici che consumino poco. Una casa poco efficiente, però, pesa sulle tasche di chi ci vive oltre che sull’ambiente: riscaldare e raffreddare le stanze e ottenere acqua calda assorbe oltre l’80 per cento dell’energia usata in un’abitazione.

Le contromisure, però, come il decreto legislativo 192 del 2005 sull’efficienza energetica in edilizia, restano per lo più sulla carta. La legge prevede un maggiore isolamento termico delle abitazioni (tetti, pavimenti e pareti coibentati, doppi vetri e “schermi” alle finestre) per tutti gli edifici costruiti dopo l’ottobre 2005, e impone il solare termico, che dovrebbe riscaldare almeno la metà dell’acqua sanitaria domestica. Secondo i calcoli del ministero dello Sviluppo economico, i nuovi edifici che applicheranno il decreto dovrebbero risparmiare almeno il 40 per cento dell’energia.

Eppure, sui tetti di Milano, ad esempio, brillano ancora pochi pannelli solari.

In parte, è una questione di tempi: per l’obbligo fa fede la data delle concessione edilizia, e per molti cantieri aperti oggi in città questa è anteriore all’ottobre 2005. Ma manca anche la volontà politica di costruire edifici efficienti: gli enti locali dovrebbero approvare regolamenti edilizi che recepiscono la normativa nazionale, ma quelli che lo hanno fatto sono mosche bianche (vedi box a sinistra). Inoltre, non esistono meccanismi di controllo, gli uffici tecnici comunali ne sanno poco e anche tra chi realizza i lavori pochi sono “sensibili”.

In mancanza di controlli, l’efficienza la sceglie chi ci crede: nella zona Ovest di Milano, in via Gulli, c’è un cantiere della cooperativa Solidarnosc. È aperto da fine ottobre 2005. I 119 alloggi (4 edifici) saranno consegnati la prossima primavera. Indosso il casco protettivo e salgo con la direttrice dei lavori, l’architetto Marinella Nidasio, sul tetto di uno degli edifici. Stanno preparando gli appoggi cui “ancorare” i pannelli solari: 80 collettori da 2 metri quadrati e mezzo l’uno (foto sotto). Calcolano di coprire il 72 per cento del fabbisogno di acqua calda, in media. E nei mesi più caldi ci sarà più acqua di quella necessaria. Entrando nell’edificio mi aiuta a “leggere” la sezione di un muro perimetrale. È spesso 45 centimetri: un mattone esterno “pieno” da 12 cm, intonaco, 5 cm di sughero super compresso, una camera d’aria da 13 cm, un mattone interno “vuoto” da 12. Anche il tetto (nella foto a destra) è ben isolato, con un pannello in alluminio coibentato e una barriera anti-riflettente (tiene fuori il calore), e ventilato.

Tutte le fasi dei lavori sono documentate in migliaia di foto a disposizione dei soci della cooperativa. Ma non c’è stato nemmeno un controllo del Comune. La committente -Solidarnosc è associata al Consorzio cooperative lavoratori (Ccl, www.cclcerchicasa.it) delle Acli di Milano- è attenta all’efficienza energetica e verifica con tre persone presenti in cantiere che la realizzazione risponda al progetto. Le case di via Gulli costeranno 2.200 euro al metro quadro, un prezzo basso per Milano (a differenza dei costruttori privati la cooperativa non punta a far profitti) e sono già tutte vendute ai soci.

L’attenzione al fabbisogno energetico non fa lievitare i prezzi delle abitazioni. Anzi, in molti casi si tratta di interventi economici: pannelli e impianto solare in via Gulli sono costati circa 200 mila euro, appena l’1,25% in più su un appalto da 16 milioni. “Mettere 10 centimetri di isolamento in una parete, invece, riduce fino al 90 per cento le dispersioni -spiega Gianluca Ruggieri del gruppo di ricerca sull’efficienza negli usi finali dell’energia del Politecnico di Milano (www.eerg.it)-. Se l’isolamento è introdotto già in fase di progettazione costa solo il prezzo del materiale”. E i pannelli in sughero spessi 5 centimetri -l’isolante utilizzato nel cantiere di via Gulli- costano poco più di 10 euro al metro quadro.

Un altro scoglio per l’attuazione del decreto sull’efficienza energetica è quello della certificazione del fabbisogno energetico, che dal 1 settembre è (in teoria) obbligatoria per vendere un immobile. In teoria perché il ministero per lo Sviluppo economico non ha ancora pubblicato il decreto attuativo (che dovrebbe arrivare in autunno). In più, al momento, non esiste un criterio univoco per la certificazione. La Regione Lombardia ha appena approvato le proprie “Disposizioni inerenti all’efficienza energetica in edilizia” e regole per la certificazione (ma non dispone di “certificatori” accreditati). Il regolamento lombardo, però, si basa su criteri diversi rispetto a quelli adottati dalla Provincia di Bolzano, il cui standard di certificazione “Casa clima” (vedi Ae n. 79, www.agenziacasaclima.it) è stato il primo approvato in Italia nel 2005. “Casa clima” è, sopratutto, lo standard cui, in questi anni, si sono rifatte tutte le sperimentazioni di certificazione, come quella della Provincia di Milano, che ha creato la società di certificazione Sacert (www.sacert.it).



Carugate, il precursore

Molti enti locali hanno approvato regolamenti edilizi che promuovono l’efficienza energetica. Il regolamento edilizio del comune di Carugate (Mi) è del novembre 2003. Impone alle nuove costruzioni, ad esempio, pannelli solari termici, coibentazione, contabilizzazione dei consumi idrici e interruttori a tempo.

A oggi riguarda 63 progetti edilizi. Partendo dall’esperienza di Carugate, la Provincia di Milano ha scritto delle “Linee guida per la definizione di un regolamento edilizio provinciale”, già fatte proprie da una cinquantina di comuni (l’elenco su www.provincia.milano.it/ambiente).

Nella Provincia di Bolzano è obbligatorio dal gennaio 2005 certificare il fabbisogno energetico della propria casa secondo lo standard “Casa clima”.

Questi regolamenti -come quello approvato nella primavera del 2007 a Canzo, in provincia di Como- sono ancora più stringenti della legge nazionale (il decreto 192/2005 di cui parliamo in queste pagine e nel box a destra).



Una legge inascoltata

L’efficienza energetica è legge col decreto 192 del 2005. Dall’ottobre di due anni fa sono obbligatorie in tutti gli edifici in costruzione una serie di misure per il risparmio di energia. Tra queste: pannelli solari termici per riscaldare fino al 50% dell’acqua sanitaria (solo il 20% per edifici posti nei centri storici); impianti di riscaldamento ad alta efficienza; dispositivi di regolazione autonoma della temperatura nei singoli ambienti (per non creare sovra-riscaldamento a causa delle differenti esposizioni solari); isolamento termico dell’involucro dell’edificio, pareti, tetto e vetri.

Le finestre, inoltre, devono essere dotate di sistemi di “schermatura esterna” (persiane, avvolgibili o tendaggi), perché una tenda dentro casa filtra la luce ma non ferma il calore.

Il decreto legislativo 192 del 2005 introduce nella normativa italiana la direttiva europea 2002 del 1991 sul rendimento energetico nell’edilizia. L’anno scorso è stato modificato e integrato dal decreto 311/2006.

Gli interventi sono obbligatori in caso di costruzione di nuovi edifici, ma anche di ristrutturazione integrale di edifici esistenti la cui superficie superi i mille metri quadrati (la maggior parte dei condomini) e di ampliamento volumetrico superiore al 20% dell’edificio.

Le norme si applicano anche per la sostituzione o nuova installazione di impianti di riscaldamento.

Lo stesso decreto prevede anche l’obbligo di certificazione energetica degli edifici, rimandando a linee guida nazionali che però, non sono state ancora emanate.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.