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Diritti

Il poliziotto di quartiere va e viene

Dalla Francia arriva la notizia che il presidente Sarkozy ci ha ripensato e ha deciso di reintrodurre – in via al momento sperimentale – il poliziotto di quartiere, anzi di prossimità, per affrontare il pericolo rivolte che coverebbe nelle banlieues….

Dalla Francia arriva la notizia che il presidente Sarkozy ci ha ripensato e ha deciso di reintrodurre – in via al momento sperimentale – il poliziotto di quartiere, anzi di prossimità, per affrontare il pericolo rivolte che coverebbe nelle banlieues. Era stato lo stesso Sarkozy, nei panni di ministro degli Interni, a sopprimere la polizia di prossimità, “inventata” nel 1997 dal primo ministro socialista Lionel Jospin.
Non è molto chiaro, a dire il vero, quali siano le ragioni di questi cambiamenti di rotta. I socialisti sostengono che i poliziotti di quartiere sono la risposta giusta ai disagi e ai pericoli tipici delle periferie: l’obiettivo è creare un patto di fiducia fra gli agenti e la popolazione, in modo da prevenire disordini e scontri. E’ un’idea piuttosto generosa, che certamente richiede personale molto ben preparato e un clima di collaborazione fra abitanti delle banlieues e istituzioni. Ci saranno davvero queste condizioni in Francia?

Sarkozy optò per la soppressione della polizia di prossimità perché evidentemente la reputava inutile e ineffiace, salvo ripescarla ora, a due anni dai gravissimi disordini che incendiarono per settimane i dintorni la capitale.

E’ da notare che tutti le decisioni e i cambiamenti di rotta sono avvenuti, a quanto si sa, in assenza di valutazioni empiriche. Nessuno si è preoccupato di studiare l’esito della riforma socialista e della controriforma della destra. Ora Sarkozy ripropone l’idea dei socialisti, ma non sembra che lo faccia sulla base di valutazioni che non siano impressionistiche. In Francia ora parlano di esperimento pilota: speriamo che stavolta qualcuno si preoccupi di valutare i risultati.

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