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Ambiente

Il piano casa, alla britannica

Ed Miliband non ha ancora quarant’anni. È un esponente del Labour Party, economista e  fratello del Ministro degli Esteri inglese. In ottobre è stato nominato Ministro per l’Energia ed il Cambiamento Climatico, un nuovo dicastero creato da Gordon Brown.

Appena nominato ha rivisto gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera: per il 2050 è ora prevista una riduzione delle emissioni dell’80% rispetto ai livelli del 1990.
Il piano è comunque stato criticato dall’opposizione liberal democratica e dal comitato indipendente sul cambiamento climatico perché troppo poco ambizioso, visto che per ora non include il trasporto marittimo e aereo. Del resto sarebbe complicato inserire il trasporto internazionale in un piano nazionale di riduzione delle emissioni, visto che ancora non si sa come allocare le emissioni tra i diversi paesi interessati.

Il 13 febbraio di quest’anno Miliband ha lanciato il “Great Britsh Refurb” cioè la grande ristrutturazione inglese. Si tratta di un vero e proprio Piano Casa per l’energia e il clima.
Il settore residenziale è stato scelto come prioritario visto che circa il 25% delle emissioni di CO2 nel Regno Unito è causato dalle abitazioni. Peraltro in questo settore gran parte degli interventi di efficienza risultano economicamente convenienti. Tra le misure proposte:
– interventi per l’isolamento termico del tetto e delle murature a cassa vuota in tutte le abitazioni dove è possibile, entro il 2015
– ristrutturazioni per aumentare l’efficienza energetica in 400 000 case all’anno, per un totale di sette milioni di abitazioni entro il 2020
– tutte le abitazioni dovranno essere raggiunte da questa campagna entro il 2030.

Sono previste diversi strumenti operativi, dal finanziamento per gli interventi (che verrà restituito grazie ai risparmi in bolletta) a una enorme campagna di diagnosi energetica degli edifici.
L’edilizia popolare sarà al centro degli interventi, per superare la condizione di povertà energetica di molti cittadini è previsto uno stanziamento iniziale di circa 400 milioni di euro per circa 90 000 residenti a basso reddito.

Ma forse l’aspetto più interessante dell’iniziativa è che il piano è attualmente sottoposto a un grande processo di consultazione nazionale. I cittadini, le associazioni e le aziende possono infatti facilmente trovare in internet i documenti preparati dal governo e inviare le loro osservazioni, entro l’8 di maggio. In particolare è possibile commentare la Strategia per il risparmio nel riscaldamento domestico, il Programma di intervento nelle aree svantaggiate e a basso reddito, il Piano di riduzione delle emissioni per i fornitori di elettricità e di gas.

Uno degli obiettivi è che tutte le abitazioni di nuova realizzazione siano ad emissioni zero entro il 2016. Ancora però non è chiaro come si faccia a valutare se un edificio è ad emissioni zero. Il governo ha quindi lanciato anche su questo una grande consultazione nazionale, che si chiude il 18 marzo 2009, questa volta a cura del Ministero della Casa e della Pianificazione.

La buona notizia per gli inglesi è che quand’anche il governo laburista venisse sostituito da uno conservatore, le strategie non cambieranno. Il leader dei Tory, David Cameron, supporta infatti le politiche dei Labour in materia di risparmio energetico e qualche tempo fa ha vinto una lunga battaglia legale per poter installare una piccola turbina eolica sul tetto della sua abitazione londinese, nonostante le perplessità dei suoi vicini che la considerano “un pugno nell’occhio”.

Forse il fatto di prevedere nel governo un Ministro per l’Energia ed il Cambiamento Climatico o un Ministro della Casa e della Pianificazione non significa avere già le risposte pronte. Ma forse però indica che si iniziano a capire quali sono le domande.
 

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