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Il pianerottolo ritrovato – Ae 86

Per chi abita in città, il condominio può diventare l’ambito ideale di scelte di vita più sostenibili e partecipate. A cominciare dall’uso dell’acqua e dell’energia, fino alla riscoperta della socialità “di cortile” Ricominciate dal condominio: ecco una sfida per chi…

Tratto da Altreconomia 86 — Agosto 2007

Per chi abita in città, il condominio può diventare l’ambito ideale di scelte di vita più sostenibili e partecipate. A cominciare dall’uso dell’acqua e dell’energia, fino alla riscoperta della socialità “di cortile”


Ricominciate dal condominio: ecco una sfida per chi vive in città. Chi ha già scelto per sé e la propria famiglia una vita più attenta all’ambiente e agli altri, può promuovere pratiche di condivisione e riduzione dei consumi tra gli inquilini del proprio palazzo, fino a farlo diventare un “paesone verticale”. Piccoli passi alla portata di tutti che però possono diventare azioni collettive, e quindi avere una maggiore “forza d’urto”.

Per esempio: abbiamo più volte scritto dell’“acqua del sindaco”, che sgorga pulita, comoda e poco costosa dai rubinetti di casa. Ad esempio, potete chiedere al vostro amministratore di rendere “pubbliche” le bollette dell’acqua per conoscere i consumi (e intervenire sugli sprechi) e la qualità dell’acqua (a Milano l’azienda fornisce le analisi in bolletta: poi farete a meno delle minerali). Pensate, invece, al fabbisogno energetico di un’abitazione (la casa italiana media consumo 160 kWh di energia per metro quadro all’anno): da soli possiamo scegliere di abbassare il termostato dello scaldabagno ma l’assemblea di condominio può votare -a maggioranza semplice, millesimale- di installare sul tetto dei pannelli solari per produrre acqua calda. L’investimento è condiviso. Il risparmio energetico (ed economico) è maggiore e per tutti. Ma il condominio è anche il luogo in cui sperimentare pratiche condivise di nuovi stili di vita: organizzandosi, ad esempio, tra inquilini per portare insieme a scuola i bambini, con il car pooling (la condivisione dell’auto). O, ancora, fare la spesa tutti insieme, creando un Gruppo d’acquisto solidale (Gas) “di scala” o “di cortile”.



Acqua più trasparente

Nei condomini le bollette dell’acqua sono incluse tra le spese, e gli inquilini non le vedono. L’amministratore dovrebbe renderle pubbliche: se non lo fa, è vostro diritto chiederla e farvi aiutare a leggerla. Seguendo l’esempio di Milano, in ogni città potete invitare gli amministratori a chiedere le analisi dell’acqua e a pubblicarle in portineria. Nella maggior parte dei casi, inoltre, l’inquilino non sa quanta acqua consuma la sua abitazione e non è portato a ridurre gli sprechi. Normalmente la spesa è calcolata a forfait sul numero di inquilini o sulla superficie dell’abitazione. Un contatore per ogni alloggio potrà aiutare a tenere sotto controllo i consumi e a far pagare di più chi spreca.



Gruppi di acquisto

Un Gruppo di acquisto solidale (Gas) può nascere anche all’interno del condominio. Anzi, la consegna dei prodotti potrebbe avvenire in modo più semplice e, se c’è, una stanza comune può fare da magazzino. Se non tutti gli inquilini sono pronti a scegliere prodotti “bio”, locali e di stagione, potete promuovere la spese collettiva: una famiglia va al mercato della frutta e della verdura anche per le altre; un’altra compra il pesce per tutti. Userete meno l’automobile e la distribuzione dei prodotti diventa un momento di condivisione e conoscenza.



Spazi (e tempi) condivisi

Gli edifici più vecchi non sono pensati per favorire la condivisione tra gli inquilini. Mancano sale comuni in cui ritrovarsi (anche solo per vedere la televisione). Organizzare una cena di condominio da consumare in cortile (anche cucinando ognuno in casa propria) è però alla portata di tutti. Sono nate anche le “feste di condominio” (come quella della foto a sinistra: www.festadeivicinidicasa.it). Se dovete trasferirvi, quindi, cercate un condominio dotato di servizi collettivi, ad esempio una lavanderia. Potrete ridurre gli sprechi e il costo dei beni, acquistati collettivamente.



L’auto è meglio se collettiva

Car pooling di condominio significa condividere con i vicini di casa il tragitto casa-lavoro o quello per accompagnare i bambini a scuola. E c’è la possibilità, per chi se la sente di vivere senz’auto, di pensare al car sharing condominiale, un auto tra più proprietari che si accordano sull’utilizzo: il sistema è già diffuso nel Nord Europa. In ogni caso, per chi abita in un condominio nella stessa città in cui lavora, forse il mezzo più comodo è la bicicletta. I tre quarti degli spostamenti medi giornalieri, infatti, sono inferiori ai 5 km. A Milano un regolamento condominiale obbliga a installare nei cortili delle abitazioni e degli uffici una rastrelliera per le biciclette. L’assembla di condominio può votare “l’investimento” (sono poche centinaia di euro).



L’energia collettiva

Si può spegnere il riscaldamento nelle parti comuni (corridoi, pianerottoli) o regolare a tempo le luci. Oltre agli sgravi fiscali (vedi box sopra), per chi installa pannelli fotovoltaici ci sono gli incentivi del “conto energia” (www.conto-energia-online.it). Per finanziare gli interventi potete ricorrere anche a una Esco, Energy Service Company, che recupera i costi attraverso i risparmi conseguiti.

Un emendamento al ddl Bersani (in discussione alla Camera) consente anche ai privati l’acquisto collettivo di energia elettrica, un modo per “strappare” un prezzo migliore (come accade ad esempio nei centri commerciali).



Meno tasse per chi risparmia

Fino al 31 dicembre, il governo aiuta chi sceglie il risparmio energetico. La Finanziaria 2007 sostiene chi installa impianti solari termici per riscaldare l’acqua calda, caldaie a condensazione ad alta efficienza. Anche gli interventi su pareti e finestre per migliorare l’isolamento della struttura (ma non quelli su tetto e pavimenti) danno diritto a una detrazione Irpef del 55% in tre anni per le spese sostenute e documentate fino

a un massimo di 100 mila euro (per i condomini il problema del “tetto” non esiste: ogni inquilino ha diritto a detrarre il massimo consentito per gli interventi sulle parti comuni).

Più in generale, è possibile chiedere la detrazione per tutti gli interventi che riducono il fabbisogno energetico complessivo dell’edificio del 20 per cento al di sotto dei limiti di legge (stabiliti dal decreto 192 del 2005). Per accedere alla detrazione è obbligatoria la certificazione energetica o un attestato di qualificazione energetica fatto dal tecnico che esegue i lavori.

Nei primi mesi dell’anno il ministero per lo Sviluppo economico ha ricevuto circa 4 mila richieste: la maggior parte riguarda la sostituzione degli infissi (vetri), 500 il solare. Info e moduli su efficienzaenergetica.acs.enea.it Anche l’Agenzia delle entrate ha preparato un utile vademecum sulle detrazioni. Si scarica da: www.agenziaentrate.it, cliccando sulla voce “Guide fiscali”.

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