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Ambiente

Il passante fa l’autostop

L’autostrada che doveva decongestionare la tangenziale di Mestre è un costoso by-pass di 33 chilometri. E per pagarlo servono i soldi di Cassa depositi e prestiti

Tratto da Altreconomia 150 — Giugno 2013

C’era una volta la Tangenziale di Mestre, ma era sempre intasata. Per rimediare, dissero, serviva un by-pass: lo chiamarono Passante, e fu come un intervento a cuore aperto che coprì di asfalto, cemento e gallerie artificiali la campagna veneta. Un intervento d’urgenza, grazie alla spinta autorizzativa della Legge Obiettivo, affidato a uno dei più stimati primari veneti, il Commissario governativo per il Passante Silvano Vernizzi. Qualcosa, però, dev’essere andato storto: quei 32,3 chilometri sono costati quasi 1,3 miliardi di euro, circa il 68 per cento in più di quanto previsto, e a oltre quattro anni dall’inaugurazione dell’opera le “complicazioni” diventano un peso per tutti.
Hanno, infatti, la forma di un debito che ormai è arrivato -compresi gli interessi- a 1,022 miliardi di euro e che il gestore dell’autostrada, una società che si chiama Concessioni autostradali venete spa (www.cavspa.it), deve restituire all’Anas.
Avevamo ragione noi: il Passante si è rivelato l’ennesima grande opera poco efficace (i dati di traffico indicano “transiti” inferiori a quelli programmati) e dannosa, il cui costo grava su tutti i cittadini italiani, e -in modo particolare- su quelli che vivono nell’area tra Padova e Mestre.
Che, non a caso, hanno acceso un faro sull’effetto Passante: a inizio maggio, gli attivisti del comitato Opzione Zero (www.opzionezero.org) si sono riuniti intorno alla rotonda di Vetrego, nei pressi del casello situato lungo l’autostrada Padova-Mestre che da provvisorio è diventato definitivo e che segna l’inizio della tratta semiliberalizzata gestita da Cav spa. Lì hanno consegnato ai “pendolari a quattro ruote” un volantino contro il rincaro delle tariffe, in vigore da giugno: “Il pedaggio per il tratto Mirano-Padova Est diventa 2,7 euro invece degli attuali 0,8 euro, e si pagheranno 2,7 euro anche per andare da Mestre a Padova Est, invece dei 3,2 euro di oggi -racconta Rebecca Rovoletto di Opzione Zero. È previsto uno ‘sconto’ per i residenti dei Comuni che stanno in mezzo al tracciato, quelli di Mira, Mirano, Dolo, Spinea e Pianiga, ma dovranno dotarsi di Telepass ed effettuare il percorso almeno 20 volte al mese: per loro il pedaggio sarà ‘solo’ di 1,6 euro, il doppio di oggi”. È un espediente utile ad aumentare i ricavi da pedaggi di Cav spa, che nel 2012 ha chiuso a 105.269.496 euro, segnando un meno 7,31% rispetto al 2011 (il traffico nello stesso periodo è sceso del 7,66%).

La soluzione al problema, secondo Rovoletto, è già scritta: “Basta rispettare una delle prescrizioni contenuta nella delibera del 2003 con il quale il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha dato il via libera al Passante, che prevedeva la dismissione della barriera di Venezia-Mestre e la ‘liberalizzazione’ della tratta tra Dolo e Mestre, che del resto è già stata ampiamente ripagata dagli utenti”.
Opzione Zero chiede, inoltre, che fino a quando non sarà arretrata la barriera di Mestre al vecchio casello di Dolo la tariffa sia uniformata a 1 euro su tutta la tratta Mestre-Padova Est: “A Vetrego, dove abbiamo volantinato, molti escono dall’autostrada per poi subito rientare: spezzando il tragitto si paga di meno perché tra Mestre e Vetrego il pedaggio è nullo. È un problema conosciuto come ‘tornello’, che crea continui ingorghi”.
L’azione del comitato, però, non è tanto e solo finalizzata a contrastare l’aumento dei pedaggi: “Crediamo in una mobilità alternativa e sostenibile -spiega Lisa Causin, del comitato-, ma ci siamo ‘scontrati’ con il problema della Tangenziale e del Passante perché la Regione Veneto, insieme alle amministrazioni di Dolo e Pianiga, vorrebbe realizzare un nuovo casello ad Albarea di Pianiga, nell’area di Roncoduro, che andrebbe a servizio di due progetti cui ci stiamo opponendo da anni, la maxi-lottizzazione immobiliare di Veneto City (www.venetocity.it) e l’autostrada Orte Mestre” (vedi Ae 143).             

Il 18 maggio Opzione Zero ha organizzato “Telepass-Thon, la maratona per aiutare le autostrade a fare profitti”. E ha dato appuntamento nei pressi della sede di Cav spa, a Marghera. Il messaggio è chiaro: “Stop al debito del Passante, i cittadini hanno già dato”. Nel comunicato diffuso definiscono “illegittimo” l’indebitamento di Cav. Perché, in fondo, Cav, che è partecipata al 50 per cento dalla Regione Veneto, un ente pubblico, e dall’Anas, una società per azioni il cui socio unico è il ministero dell’Economia, dovrebbe restituire quei soldi alla stessaAnas, che li ha anticipati per realizzare un’opera pubblica (considerata) strategica.
Gira la testa. E ancor di più dopo il colpo di scena finale: a seguito dell’ultima assemblea dei soci, quella che il 22 aprile ha approvato il bilancio 2012, Cav spa ha sottoscritto due mutui per 423.500.000 euro con Cassa depositi e prestiti. Queste risorse sono già costate 8,47 milioni di euro (il valore della commissione pagata a Cdp, che pure è controllata dal Tesoro per oltre l’80 per cento), e sono state immediatamente (il 30 aprile) girate ad Anas, come si legge sul sito della società che gestisce la rete stradale ed autostradale italiana di interesse nazionale. Da oggi e per i prossimi 15 anni graveranno, invece, in conto interessi sul bilancio -non florido- di Cav. Il perché di tanta fretta nel chiudere l’operazione è possibile leggerlo, forse, a pagina 70 del bilancio della concessionaria. Dove si spiega che quel debito verso l’Anas “di complessivi euro 1.022.531.196”, il dato da cui siamo partiti,  comprende il rimborso dei costi di realizzazione del Passante autostradale di Mestre già fatturati per 423.500.000, quelli ripagati con questa tranche, e anche di spese già sostenute da chi ha fatto i lavori ma non ancora fatturate per 504.908.155.Significa, cioè, che c’è ancora bisogno di soldi, perché chi ha costruito il Passante aspetta  mezzo miliardo di euro, da almeno quattro anni, da quando cioè venne inaugurata l’opera. E “chi ha costruito” è una società di progetto, il cui nome compare di rado tra le carte: si chiama Passante di Mestre S.C.p.A., ed è formata da Impregilo (capofila con il 42% del capitale), Grandi Lavori Finconsit, Fip Industriale, Cooperativa muratori e cementisti (C.M.C.), Consorzio Cooperative Costruzioni, Consorzio Veneto Cooperativo e  Serenissima Costruzioni (società controllata da A4 Holding). Sui cantieri c’era anche la Mantovani spa, il cui ad Piergiorgio Baita è stato arrestato a fine febbraio. L’idea di una grande opera che doveva ripagarsi coi (soli) pedaggi è fallita. E oggi il collo di bottiglia della Tangenziale di Mestre strozza il Paese. —
 

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