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Il mondo contro la Banca Mondiale a Poznan

Martedì 9 dicembre, di mattina, un gruppo di attivisti internazionali (tra cui quelli della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale e del Servizio Civile Internazionale) hanno dimostrato a Poznan contro la Banca Mondiale e il ruolo che l’istituzione sta…

Martedì 9 dicembre, di mattina, un gruppo di attivisti internazionali (tra cui quelli della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale e del Servizio Civile Internazionale) hanno dimostrato a Poznan contro la Banca Mondiale e il ruolo che l’istituzione sta cercando di ottenere nella gestione della finanza globale per il clima. L’azione, che ha avuto luogo all’interno del centro fieristico dove dall’1 al 12 dicembre sta avendo luogo la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, ha preso di sorpresa i delegati dei governi proprio mentre si recavano ai diversi tavoli negoziali.

I delegati, stupiti e divertiti, si sono ritrovati a camminare tra le gambe di cinque trampolieri polacchi in vestito elegante nei panni della Banca Mondiale, che offrivano a tutti carbone “pulito” come soluzione al cambiamento climatico, in una parodia degli ingenti investimenti in grandi centrali a carbone che la Banca Mondiale ha ripreso a finanziare nei paesi del Sud. Alla guida dei banchieri sui trampoli, una Banca Mondiale con due enormi mani da cui scendevano dei fili con grandi pezzi di carbone, che con salti e acrobazie distruggeva le foreste e il pianeta. Tra applausi e cori che ordinavano un perentorio “giù le mani” alla Banca Mondiale, gli attivisti mascherati da orsi polari e foreste hanno inscenato, a ritmo di samba, una lotta pacifica del mondo contro la Banca, un parallelismo del negoziato in corso che è piaciuto a molti rappresentanti delle delegazioni dei popoli indigeni e delle organizzazioni non governative del Sud, presenti a Poznan, e che man mano si univano alla manifestazione.

Tema caldo al centro delle discussioni di questi giorni a Poznan è proprio la questione della riduzione delle emissioni derivate dal degrado delle foreste. Il settore privato, presenza dominante nella conferenza, assieme alla Banca Mondiale, stanno cercando di garantirsi gli enormi profitti che potrebbero derivare dal controllo dei territori sconfinati delle foreste del Sud del mondo, proponendone la mercificazione attraverso l’inclusione delle foreste nel mercato dei crediti di carbonio. Un’iniziativa elaborata dalla Banca Mondiale, senza nemmeno consultare le popolazioni indigene che abitano le foreste e che in molti paesi hanno ottenuto il riconoscimento della proprietà comunitaria di questi territori, e quindi in violazione della Convenzione Onu sui diritti dei popoli indigeni, che i rappresentanti delle diverse comunità pervenuti a Poznan stanno chiedendo che venga inclusa tra i principi del negoziato.

Oltre a questo, la stessa Banca Mondiale ha ammesso che il meccanismo dei crediti di carbonio “non ha avuto finora i risultati sperati”. Dal 1999 ad oggi, la maggior parte del portfolio di crediti di carbonio (tra il 75 e l’85%) gestito dalla Banca Mondiale ha infatti finanziato industrie nel settore chimico, del ferro, dell’acciaio e del carbone, a netto svantaggio di progetti decentralizzati per la produzione di energia da fonti pulite, con meno del 10% dei fondi a disposizione investito in progetti di energie rinnovabili. La mercificazione delle foreste proposta dalla Banca Mondiale a Poznan andrebbe ancora una volta a tutto vantaggio della stessa Banca, che guadagna laute commissioni sui fondi che amministra, e del settore privato, primo partner dell’istituzione di Washington e grande responsabile di buona parte delle emissioni globali.

Come ci ha fatto notare un delegato africano durante la manifestazione – che avvicinatosi agli attori ha commentato: “toh, la Banca Mondiale! Di nuovo qui a creare problemi!”- ancora una volta i banchieri di Washington contribuiscono a creare problemi complicando il negoziato multilaterale, ma stentano poi a trovare soluzioni giuste e sostenibili per tutti, soprattutto per i più poveri, che sono le prime vittime anche del cambiamento climatico.

Il video dell’azione è qui: http://it.youtube.com/watch?v=YYrVTs6zFY4
 

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