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Il latte sul mercato

Dopo 85 anni di attività, il Comune di Salerno mette in vendita le quote di maggioranza della Centrale del Latte. Sul piatto un patrimonio da 14 milioni di euro, cui sono interessate Parmalat e Granarolo. Ma la prospettiva della privatizzazione mette in discussione le certezze dei lavoratori

È stato un 1° Maggio di preoccupazione per i 51 lavoratori della Centrale del Latte di Salerno, in odore di privatizzazione. Infatti, intorno alla storica municipalizzata -fondata nel 1928- le voci relative ad una imminente cessione, trapelate negli ultimi mesi, si fanno sempre più insistenti. A confermare le concrete possibilità di vendita – oltre alle dichiarazioni del primo cittadino di Salerno, Vincenzo De Luca (ora viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, ndr), che parla di una “crisi nazionale che impone la preparazione per la messa sul mercato dei beni comunali” -il sopraggiunto interesse alle quote di maggioranza della Centrale del Latte da parte della Parmalat.

Ma l’azienda di Collecchio dovrà eventualmente vedersela con la Granarolo. Sul piatto un “patrimonio” da 14 milioni di euro. Questa la base d’asta per l’acquisizione, di fronte alla quale sembrerebbero non tirarsi indietro aziende più piccole come la Cooperativa latte Sele ’89 di Battipaglia, la Ima srl di Caserta, la Cooperativa Nuova Latte e la Newlat di Angelo Mastrolia.

 
I lavoratori della “Centrale”, che da 85 anni si autosostiene e distribuisce risorse al Comune di Salerno e all’intera collettività, sono preoccupati -nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione comunale- per le sorti di circa 800 famiglie coinvolte direttamente nella filiera produttiva, in quanto la municipalizzata rappresenta una “garanzia di occupazione e reddito per nuclei familiari di produttori, raccoglitori, dipendenti e distributori dell’azienda”.
 
La Centrale del Latte di Salerno -divenuta municipalizzata nel 1945, azienda Speciale del Comune di Salerno, ai sensi della legge 142/1990, nel 1993 ed spa nel 1999, produce 55 mila litri di latte al giorno e garantisce il pieno sostegno alla zootecnia locale.

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