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Il greenwashing del calcio europeo: la Uefa “impegnata” sul clima con i soldi di Gazprom

Con la campagna #EveryTrickCounts la Uefa punta a sensibilizzare i tifosi sul riscaldamento globale. Tra i suoi principali sponsor, però, spicca la multinazionale fossile russa che ha più volte negato l’emergenza climatica. La denuncia del think tank indipendente InfluenceMap

© Gazprom Football

“Vuoi vedere la mia mossa preferita?”, chiede una calciatrice nel video della nuova campagna congiunta che vede la Uefa e la Commissione europea alleate nella lotta ai cambiamenti climatici. #EveryTrickCounts (“Ogni mossa conta”) è l’hashtag scelto per la campagna che ha tra i suoi protagonisti diversi giocatori, tra i quali Gianluigi Buffon. Ed è proprio l’ex portiere azzurro a mostrare la sua “mossa”: un calcio a un pallone che entra in una casa, rimbalza contro una parete dove spegne una luce accesa, regola il termostato per abbassare la temperatura e per finire chiude lo sportello di un frigorifero lasciato aperto.

Per il presidente della Uefa (Unione europea delle federazioni calcistiche europee) Aleksander Čeferin “il calcio ha il potenziale per cambiare radicalmente la mentalità sul cambiamento climatico” grazie ai milioni di appassionati in tutto il mondo. Peccato che la “mossa” della Uefa inciampi in una sponsorizzazione imbarazzante: la lega del calcio europeo, infatti, “ha siglato un accordo con Gazprom (la principale azienda energetica russa, ndr) che è diventata una dei principali sponsor del campionato europeo di calcio e della Champions League -ricorda il think tank indipendente sul clima InfluenceMap-. Così facendo la Uefa ha dato visibilità a una compagnia che continua a investire sul settore dei combustibili fossili, nonostante gli avvertimenti degli scienziati e dell’Agenzia internazionale per l’energia”.

Il program manager di InfluenceMap, Faye Holder, sottolinea la significativa discrepanza tra la retorica pubblica della Uefa sul cambiamento climatico e il suo accordo di sponsorizzazione con Gazprom. Il colosso russo, infatti, ha ottenuto un punteggio particolarmente basso nel database di InfluenceMap: E+ in una scala che vede le migliori aziende energetiche riconosciute da A e B. Gazprom “mostra un livello di impegno relativamente basso” nel contrasto ai cambiamenti climatici “e non è chiaro se l’azienda sostenga la necessità di tagliare drasticamente le emissioni di gas climalteranti, in linea con le raccomandazioni dell’Ipcc”, scrive InfluenceMap nella scheda dedicata alla società. Inoltre “non sembra sostenere pienamente la transizione del mix energetico, sostenendo invece con forza un ruolo importante per il gas naturale nel lungo termine”.

All’interno di una sua pubblicazione del 2018, Gazprom ha definito il piano dell’Unione europea per raggiungere l’obiettivo “Zero emissioni” entro il 2050 come “fantascienza”. E ad aprile 2020 il vice direttore Oleg Aksyutin ha rilasciato un’intervista in cui ha affermato che “nessuno conosce le ragioni reali del cambiamento climatico globale” e “nessuno dei modelli climatici esistenti oggi può essere considerato definitivo da un punto di vista scientifico”.

“Se l’impegno della Uefa a sensibilizzare sull’emergenza climatica usando la portata globale del calcio è sincero, è difficile vedere come questo possa essere conciliato con la sponsorizzazione da parte di uno dei più grandi emettitori di CO2 della storia -conclude Faye Holder-. Specialmente uno che non sembra ancora riconoscere la necessità di allontanarsi rapidamente dai combustibili fossili come gli scienziati del mondo affermano che sia necessario”. Se davvero #EveryTrickCounts, conclude InfluenceMaps, la Uefa dovrebbe riconsiderare la sua decisione di avere un partner come Gazprom.

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