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IL FOGLIO DI VIA…

IL FOGLIO DI VIA Un’occasione così era troppo ghiotta, come poteva farsela sfuggire? E Luca Casarini, lo scorso 12 novembre, nel bel mezzo di una conferenza stampa convocata per annunciare la nascita di “Padova in action” (una rete di associazioni…

IL FOGLIO DI VIA

Un’occasione così era troppo ghiotta, come poteva farsela sfuggire? E Luca Casarini, lo scorso 12 novembre, nel bel mezzo di una conferenza stampa convocata per annunciare la nascita di “Padova in action” (una rete di associazioni e gruppi raccolti attorno al centro sociale Pedro), ha platealmente bruciato il foglio di via ricevuto pochi giorni prima dalla questura di Padova. Casarini, stando alla legge, per tre anni non potrà pestare il suolo dei territori comunali di Monselice e Padova: è la pena amministrativa che gli è stata inflitta dopo una serie di manifestazioni e azioni di ‘disobbedienza’ (fra queste l’occupazione pacifica del municipio di Monselice dopo la chiusura coatta di un centro sociale). Ma per il leader dei disobbedienti quel foglio di via è come una medaglia, e l’atto di bruciarlo equivale al gesto di appuntare sul petto la decorazione. In fondo, tutto fin troppo scontato.

C’è però da riflettere sulla portata generale di questo provvedimento, giunto anche a tre compagni di Casarini, e che si somma alla diffida verbale a cambiare condotta (sembra incredibile, ma questa misura di polizia esiste davvero) arrivata allo stesso Casarini e altri disobbedienti da parte della questura di Venezia. Sono tutti provvediemnti al tempo stesso clamorosi e dal sapore da ancien régime. I disobbedienti sono evidentemente nel mirino delle questure e sono stati scelti dai politici di destra come prototipo del ‘militante cattivo’, addirittura sospettato di collusioni con gli ultimi gruppuscoli sopravvissuti al partito armato. La sensazione è che si stiano mettendo in campo tutti gli strumenti – piccoli e grandi – di pressione autoritaria sui gruppi politici più esposti (in qualche caso anche giocando su certe loro tendenze alla platealità) per mandare un messaggio a tutta la società.

Lo scopo, come sempre, è duplice: da un lato rassicurare i benpensanti, dall’altro spaventare gli attivisti. A dire il vero, per Casarini il gesto di bruciare quel foglio è stato più utile ed efficace di qualsiasi comizio, ma forse anche questo fa parte del gioco.

L. G.

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