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Diritti

Il dittatore amico

La Libia negli ultimi anni è ai primissimi posti nel campionato mondiale di violazione dei diritti umani. Grazie alla sua posizione strategica, così vicina al Sud Europa (cioè all’Italia), e con confini così vasti, è uno degli snodi chiave nelle rotte…

La Libia negli ultimi anni è ai primissimi posti nel campionato mondiale di violazione dei diritti umani. Grazie alla sua posizione strategica, così vicina al Sud Europa (cioè all’Italia), e con confini così vasti, è uno degli snodi chiave nelle rotte migratorie che partono dall’Africa.
 Gheddafi, con grande scaltrezza, ha messo a frutto il potere che gliene deriva: è blandito da tutti i governi europei affinché collabori a frenare le migrazioni e non esita a chiedere molte cose in cambio; sul piatto della bilancia, lui è disposto a mettere una capacità d’intervento contro i migranti pressoché assoluta, senza vincoli, senza limiti, senza garanzie per nessuno. In Libia vi sono autentici lager, e più volte Tripoli è stata denunciata per avere abbandonato nel deserto gli “indesiderati” spediti dai paesi europei.

Oggi Silvio Berlusconi è corso a Tripoli per un accordo – ancora impreciso, per la verità – che impegna l’Italia a ingenti risarcimenti per i danni materiali, le morti, le brutalità causati dal nostro colonialismo, un prezzo e un’umiliazione diplomatica che Berlusconi è disposto a pagare perché conta nell’impegno di Gheddafi contro i migranti che si trovano a passare per la Libia.

Questa parte degli accordi resterà fatalmente segreta, ma potrebbe permettere al nostro governo di vantare lo stop al flusso di migranti in Sicilia e l’efficacia delle misure di rimpatrio. La vera unità di misura di questi risultati sarà la scientifica violazione dei diritti umani e – in molti casi – del diritto alla vita.

Ma a noi italiani che ci importa?

 

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