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Il Distretto della Costituzione

Il 15 febbraio gli attivisti pisani del Municipio dei beni comuni hanno occupato la ex caserma di via Giordano Bruno 42, diventata il "Distretto 42". Deve il nome all’articolo della Carta che riconosce la “funzione sociale” della proprietà. Il Comune di Pisa punta alla "valorizzazione dell’area".
La solidarietà di Francuccio Gesualdi e della Comunità di San Benedetto al Porto

La ex caserma Curtatone e Montanara, in via Giordano Bruno 42 a Pisa, è la nuova casa del Municipio dei beni comuni, una rete che unisce circa 30 realtà cittadine, dalle associazioni (studentesche e non) al Des Altro Tirreno.
Dopo vent’anni, il distretto che ospitava le visite di leva dei giovani pisani è diventato “Distretto 42”, e deve il nome all’articolo della Costituzione che riconosce la “funzione sociale” della proprietà, anche di quella privata. L’area è stata occupata il 15 febbraio scorso.

Il cancello si apre sul parco di 8mila metri quadrati, un polmone verde nel centro storico di Pisa: “È stato dedicato a Don Andrea Gallo” raccontano Francesco Biagi, dottorando in Sociologia urbana alla Facoltà di Scienze politiche, e Vito Ruggiero, due degli attivisti del Municipio dei beni comuni.
Wwf e Legambiente hanno già censito alberi e piante presenti. “Questo spazio era diventato una sorta di parcheggio privato per gli ufficiali del corpo dei paracadutisti, la Folgore”, spiega Vito. “È uno spazio sottratto alla città, che avevamo individuato già nel censimento ‘Riutilizziamo Pisa’, promosso nell’ambito della campagna nazionale del Wwf” aggiunge Francesco.
Sul parco affacciano tre edifici, che occupano circa 4mila metri quadrati. Entrandoci, gli effetti dell’abbandono sono evidenti: “Qui ci sono finestre rimaste aperte vent’anni -racconta Francesco-. Per ora abbiamo aperto al pubblico uno spazio, che ospita le assemblee, il bar, una cucina ‘da campo’ per pranzi e cene di autofinanziamento, i concerti”.

Grazie ai volontari, dovrebbero trovar spazio al Distretto 42 tutte le iniziative che avevano casa all’Ex Colorificio liberato, la precedente occupazione del Municipio dei beni comuni, sgomberato a fine ottobre 2013: da Radio Roarr (www.radioroarr.org) al mercato contadino, dalle aule studio alla ciclofficina, dalla scuola d’italiano per migranti alla palestra di roccia, come descrive il dossier “Riconversioni urbane” (qui). Progetti che potrebbero trovare anche un riconoscimento formale: “L’area è dell’Agenzia del Demanio -racconta Francesco Auletta, consiglio comunale per la lista ‘Città in comune’-, ma il Comune di Pisa ne ha chiesto il trasferimento a titolo gratuito, in base alla legge sul ‘federalismo demaniale’ (la 98/2013, ndr).
Nel 2001, invece, il Comune aveva siglato un protocollo per la ‘valorizzazione’ dell’area, nell’ambito di un progetto più ampio conosciuto come ‘Progetto caserme’, un’operazione immobiliare da oltre 100 milioni di euro. Se venisse realizzato, però, il parco Andrea Gallo sarebbe diventato verde pertinenziale per appartamenti di pregio”. A fine febbraio, Auletta è stato ricevuto a Roma dal Demanio: “La proprietà ha ribadito che non c’è alcuna urgenza di sgomberare l’area”. Ciò che chiede, invece, il Comune di Pisa, che è amministrato da una giunta Pd-Sel e non vuole ricevere il Municipio dei beni comuni: il presidente del consiglio comunale, in una nota, ha espresso “la propria contrarietà ad un incontro in una sede istituzionale con dei soggetti che hanno promosso un’occupazione abusiva e proprio a seguito di tale occupazione ed in virtù di quella, chiedono l’incontro”.

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