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Il carcere e i demagoghi

La demagogia e l’improvvisazione sono ingredienti che possono acusare effetti pessimi, anche drammatici. Da mesi e mesi l’emergenza carcere è stata trascurata, col risultato di aggravarla, prefigurando soluzioni che non sono soluzioni, ma semplici declamazioni, come la costruzione di numerose…

La demagogia e l’improvvisazione sono ingredienti che possono acusare effetti pessimi, anche drammatici. Da mesi e mesi l’emergenza carcere è stata trascurata, col risultato di aggravarla, prefigurando soluzioni che non sono soluzioni, ma semplici declamazioni, come la costruzione di numerose nuove carceri.

Ora in parlamento si parla di un provvedimento "svuota carceri", che prevederebbe l’uscita dal carcere dei detenuti all’ultimo anno di pena: i dodici mesi residui sarebbero scontati ai domiciliari. E’ un’evidente misura tampone – ma estesa a tutti i detenuti e quindi accettabile – per fronteggiare l’emergenza in presenza di un’impasse culturale e politica che impedisce di pensare provvedimenti più strutturali (ad esempio con un’ampia depenalizzazione dei reati minori e un ricorso più largo alle misure alternative al carcere).

Ma anche l’ipotesi di questo provvedimento offre l’occasione ai demagoghi del pugno duro e della pena massima di mostrare i loro muscoli, e quindi ecco il ministro dell’Interno Maroni bocciare l’ipotesi in nome di un approccio neoautoritario che preferisce lasciare le cose come stanno e richiamare alla memoria quel "no all’indulto" che a suo tempo fu agitato in modo poco responsabile.

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