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Il capolinea dei trasporti pubblici (2)

Torino si sbilancia. La gara di affidamento del Comune giudicata fortemente a favore dei privati Il futuro dell’autobus, a Torino, passerà per una gara. Lo ha stabilito la giunta comunale, che sta discutendo in queste settimane una delibera di “affidamento…

Tratto da Altreconomia 119 — Settembre 2010

Torino si sbilancia.
La gara di affidamento del Comune giudicata fortemente a favore dei privati

Il futuro dell’autobus, a Torino, passerà per una gara.
Lo ha stabilito la giunta comunale, che sta discutendo in queste settimane una delibera di “affidamento in concessione dei servizi di mobilità per la Città di Torino”. Il capoluogo piemontese sarebbe la prima città ad “applicare” al trasporto pubblico locale (tpl) i dettami della legge Ronchi (l. 166/2009), che non obbliga ad affidare a società di diritto privato solo acquedotti e fognature, ma tutti i servizi pubblici locali.
La data di avvio della privatizzazione, per il trasporto pubblico torinese, è il febbraio di quest’anno, quando è stata creata Infra.To, una società cui il Comune ha affidato il controllo delle infrastrutture (i binari del tram, la metropolitana): è iniziato così lo “spezzatino”. A luglio nel capitale di Infra.To è entrata anche la Regione.
Ed anche se la gara -che include anche i parcheggi cittadini- la dovesse vincere l’attuale gestore, il Gruppo trasporti torinese (Gtt), di cui il Comune è azionista unico, ci sarà poco da festeggiare: da un lato, perché il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, non ha nascosto di voler cedere a privati una quota delle azioni della società, che fattura circa 450 milioni di euro ed è la terza azienda più importante nel panorama nazionale, dopo l’Atac di Roma e l’Atm di Milano (vedi box a p. 9); dall’altro, perché il contratto che legherà Comune e gestore pare molto sbilanciato a favore di quest’ultimo, che godrà di autonomia e poteri arbitrari, a detrimento del diritto alla mobilità collettiva dei cittadini. Questo, almeno, è ciò che emerge da un’attenta lettura del parere sul “Contratto di servizio ‘per l’erogazione dei servizi attinenti la mobilità urbana’”, espresso dall’Agenzia per i servizi pubblici locali del Comune di Torino, un organo indipendente
di garanzia istituito nel 1997.
Basterebbe in realtà leggerne la premessa: “Il contratto di servizio non esplicita gli standard quali-quantitativi dei servizi messi a gara, che definiscono le prestazioni oggetto del contratto”. E poi, scorrendo le 37 pagine del parere, “la deliberazione non dà conto dell’avvenuta consultazione delle associazione dei consumatori in sede di stipulazione del contratto di servizio”, come previsto dalla l. 244/2007; “il contratto di servizio, così come articolato, non prevede alcuna possibilità per il consiglio comunale della Città di esercitare il proprio ruolo di controllo e di indirizzo sulla parte preponderante dei servizi oggetto di gara, e cioè sul servizio di trasporto pubblico locale”. È singolare, ma nel contratto di servizio non vengono definite le prestazioni oggetto del contratto stesso: “Si fa riferimento a un ammontare complessivo di ‘veicoli-km’ che devono essere prodotti in un anno, ma non vi è alcuna indicazione relativa al tipo di mezzo con il quale il servizio viene prodotto”. Ciò conta, per il cittadino, “poiché un ‘veicolo-km’ può essere prodotto con mezzi aventi caratteristiche assai diversificate (dal minibus elettrico ad un tram articolato a più elementi con capacità pari a 200 passeggeri)”. Per tutelare l’utenza, sarebbe più corretto, quindi, indicare una “potenzialità oraria di trasporto”. Sembra proprio, d’altronde, che il Comune non senta la necessità di tutelarsi: “L’impianto sanzionatorio progettato […] appare inadeguato rispetto agli obiettivi di ristorare il concedente per gli inadempimenti del gestore e, soprattutto, di prevenirli il più possibile, costringendo il concessionario alla puntuale e corretta esecuzione del contratto stesso” (il parere completo è sul sito di Ae). A metà luglio è nato il Comitato cittadino per il trasporto pubblico, che ha indirizzato un appello al sindaco Chiamparino e al Consiglio comunale. Info: http://sites.google.com/site/nonprivatizziamogtt, nonprivatizziamoGTT@gmail.com

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I due allegati all’inchiesta "Il capolinea dei trasporti pubblici":

1) il Rapporto sulla mobilità urbana curato da Isfort e Asstra;

2) il parere sul "Contratto di servizio ‘per l’erogazione dei servizi attinenti la mobilità urbana’" espresso dall’Agenzia per i servizi pubblici locali del Comune di Torino

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