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I vini della Maremma selvaggia

"La Maliosa" è una fattoria di 160 ettari, composti da terreni seminativi, vigneti, uliveti e boschi a 3 chilometri da Saturnia. L’azienda ha scelto il metodo biologico e biodinamico, e punta a valorizzare antichi vitigni autoctoni, dal Ciliegiolo al Cannonau grigio, dal Procanico al Grechetto

La Maremma collinare grossetana è la zona più incontaminata e selvaggia della Toscana dal punto di vista naturalistico e ambientale, e grazie alla vicinanza della costa gode di un clima mite e mediterraneo.
Antonella Manuli ha fatto studi universitari in California, dove ha incontrato e condiviso i valori del movimento biologico. Appena rientrata in Italia lavora in ambito finanziario, ma poi s’innamorata della Maremma e delle sue caratteristiche ambientali lavorando per le Terme di Saturnia. Perciò, ha ricercato qui i terreni destinati a costituire la sua azienda agricola: un progetto basato sulla scelta della qualità, della bellezza e della salubrità ambientale nel rispetto del territorio e della sua originalità.
Ad oggi la fattoria si estende su circa 160 ettari, composti da terreni seminativi, vigneti, uliveti e boschi, situati a 3 chilometri da Saturnia.

L’eco-sostenibilità aziendale è stata percorsa sin dagli albori, attraverso l’impegno della certificazione biologica e biodinamica e la gestione consapevole delle risorse naturali. Le tecniche adottate sono favorevoli alla conservazione della sostanza organica, al miglioramento della struttura e alla disponibilità idrica. Inoltre, per migliorare la fertilità e la biodiversità del suolo, anche gli interventi meccanici sono limitati: si utilizzano tecniche di copertura vegetale del terreno, mentre la difesa fitosanitaria è sempre in linea con i severi standard delle certificazioni.
Con Lorenzo Corino, agronomo, ricercatore e autore di pubblicazioni a carattere tecnico-scientifico nel settore vitivinicolo, pioniere dell’eco-sostenibilità in vigna, Antonella Manuli concretizza la filosofia aziendale nel progetto vitivinicolo della Fattoria La Maliosa: non soltanto vini buoni, ma anche sani.
Nei vigneti la scelta è rivolta alla conservazione della capacità d’uso dei terreni, attraverso interventi favorevoli: limitazione dei compattamenti e dell’erosione, solo vitigni anticamente coltivati, che favoriscono la variabilità genetica tra le diverse selezioni.

L’azienda ha così recuperato una vigna di oltre 50 anni da uno stato di semi abbandono, e questo ha permesso di verificare la ricchezza di germoplasma viticolo, sia per quanto riguarda i vitigni rossi sia per quelli bianchi, che sono stati selezionati e recuperati nell’ambito aziendale. La consistenza attuale è di sei ettari, nei quali sono prevalentemente coltivati vitigni rossi -il Ciliegiolo, il Sangiovese e il Cannonau grigio
e bianchi -il Procanico detto anche Trebbiano rosa, l’Ansonica e il Grechetto, detto anche Trebbianino-.
In azienda sono presenti anche alcune viti selvatiche (Vitis Vinifera subsp. silvestris) che sono testimoni di una forma che ha preceduto la vite attuale (Vitis Vinifera sativa) e si trovano occasionalmente appoggiate sugli alberi nei boschi: questi reperti hanno una valenza non solo storica, ma sono la dimostrazione di un ambiente anticamente preservato da azioni agricole intensive.

I vini naturali La Maliosa rappresentano una chiara volontà: cercare il massimo carattere che può derivare dall’espressione tra vitigno, terreno e ambiente per proseguire nella vinificazione naturale dell’uva in cantina, ossia senza alcun intervento aggiuntivo. La Maliosa Bianco, a base Procanico, La Maliosa Rosso a base Ciliegiolo e La Maliosa Stellata a base Cannonau grigio sono i vini che seppur giovani sono stati motivo d’orgoglio in pochi anni con il premio di Golosaria di Paolo Massobrio (primo classificato nei Top Undred) e con la presenza del Maliosa Rosso nella guida “Vignaioli e Vini d’Italia di Luciano Ferraro e Luca Gardini” nelle edizioni 2013 e 2015.

L’azienda produce anche olio extravergine e miele millefiori. Gli uliveti storici -circa 120 piante di ottant’anni  di età- forniscono una pregiata e limitata produzione di olio extravergine da cultivar tipiche toscane come il leccino, il frantoio, il leccio del corno, pendolino e olivastra seggianese. L’avventura del miele è iniziata invece nel 2013: già nel primo anno, l’azienda si è trovata con un quintale e mezzo di prodotto a fine stagione, a conferma del fatto che le api oltre a essersi ben inserite nell’ambiente incontaminato de La Maliosa erano perfettamente in grado di partecipare alla produzione.

FATTORIA LA MALIOSA • LOC. PODERE MONTE CAVALLO
58014 MANCIANO (GR)
PER INFOI:
info@fattorialamaliosa.it | +39 327 1860416
www.fattorialamaliosa.it

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