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Diritti

I sindaci poliziotto di Maroni

Il ministro Maroni, col decreto che assegna nuovi poteri ai sindaci in materia di ordine pubblico, ha portato a compimento una ‘riforma’ (nel senso di controriforma, beninteso) piu’ importante di quanto non sia stato generalmente percepito. L’estensione dei poteri di…

Il ministro Maroni, col decreto che assegna nuovi poteri ai sindaci in materia di ordine pubblico, ha portato a compimento una ‘riforma’ (nel senso di controriforma, beninteso) piu’ importante di quanto non sia stato generalmente percepito. L’estensione dei poteri di polizia delle amministrazioni locali è un antico cavallo di battaglia della Lega Nord ma ultimamente è diventato patrimonio ‘bipartisan’ sull’onda dell’ossessiva campagna sulla sicurezza nelle città, esplosa a Roma circa un anno fa per iniziativa dell’allora sindaco Veltroni.
Subito dopo il voto dell’aprile scorso, era stata un’assemblea di sindaci ‘bipartisan’ a invocare un provvedimento governativo, che ora Maroni ha concesso, ben contento di vedere realizzate le antiche visioni federaliste, o meglio antiunitarie e un po’ autarchiche del suo partito. I nuovi poteri conferiti ai sindaci pongono in realtà molteplici problemi. Da un lato rischiano di conferire agli enti locali funzioni che la Costituzione riserva allo stato, e non si tratta di mera questione formale: l’attribuzione allo stato è fondata sulla necessità di tutelare le libertà dei cittadini e di garantire uguale trattamento a tutti, mentre ora si va nella direzione dello spezzettamento, in assenza di reali garanzie.

Da un altro lato, e qui la gioia di Maroni dev’essere somma, si creano le premesse per la formazione di vere e proprie polizie locali, sottoposte ai poteri locali: le Lega da sempre vi vede un mezzo per raggiungere l’obiettivo dell’autogoverno, inteso questo secondo una chiave autenticamente autoritaria. Alcuni sindacalisti di polizia hanno già fatto notare che alcuni sindaci sembrano interpretare il decreto come il via libera all’assunzione di un ruolo da ufficiali di pubblica sicurezza, in aperta violazione della Costituzione e delle regole di autonomia e responsabilità poste a tutela delle libertà civili e politiche.

Il decreto Maroni ha scoperchiato il pentolone dal quale i sindaci sceriffi, o semplicemente i sindaci all’inseguimento del consenso sulla tragica rotta dell’ossessione per la sicurezza, pescheranno a piene mani per trasformare la prassi e lo spirito della costituzione repubblicana. Le libertà di tutti sono in pericolo.

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