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Interni

I servizi del ministero

4,9 milioni di euro il fatturato della società che si occupa, tra l’altro, di “vendere” i marchi delle Forze Armate del Paese —

Tratto da Altreconomia 151 — Luglio/Agosto 2013

Immobili, marchi, riviste e calendari, prestazioni sanitarie, informazioni meteo, produzione di energia da fonti rinnovabili. È qui che interviene Difesa Servizi spa, società in house da 1 milione di euro di capitale sociale controllata dal ministero della Difesa, costituita per decreto il 15 marzo 2010. Per statuto, gestisce in economia i beni della Difesa, alla quale è collegata da un contratto di servizio del luglio 2011. Di volta in volta, Difesa Servizi spa stipula con svariati soggetti determinate convenzioni, in forza delle quali cede immobili in concessione, riscuote prestazioni, stila progetti di fattibilità. Esternalizzazione che, quando porta utili a bilancio, frutta risorse al ministero.
Propensione agli affari che si ritrova anche nel sito internet della società, che accoglie il visitatore presentandogli un piccolo banner sulla sinistra: “Avete un progetto in sinergia con le nostre competenze? Contattateci”. E due mani si stringono a suggello dell’accordo. Anche se il menù “proponi il tuo business” è ancora in costruzione. Ben diverso è l’iter seguito dalle “convenzioni”, e cioè l’attività concreta della società, che risultano ben avviate. A metà giugno, quelle stipulate ammontano a 22. Cinque sono quelle perfezionate quest’anno. Oltre alla tipologia, la data e la sintesi di merito, il testo degli accordi non è reperibile. Come quella conclusa il 7 febbraio 2013 tra la Direzione generale dei lavori e del demanio del ministero della Difesa e Difesa Servizi Spa, centrata sull’installazione di ripetitori telefonici su 114 complessi immobiliari, tra fabbricati e aree a terra, cui hanno già manifestato interesse Telecom Italia, H3G, Wind e Vodafone. Interpellata, la società in house giustifica il deficit di pubblicità: “Trattandosi di atti aventi natura pubblicistica ma non ‘pubblici’, non se ne può consentire l’ostensione”. E dal momento che chi è il “disponente dei diritti” è il ministero, si è cortesemente invitati a rivolgersi a lui. E aspettare. L’unico dato ricavabile proviene dalla relazione al bilancio 2012 di Difesa Servizi Spa, dov’è stimato un introito annuo nell’ordine di 5mila euro per ogni sito affittato.
Scarse informazioni circa l’esito della gara che selezionerà gli operatori che vorranno installare le stazioni radio sui 114 siti -tra Esercito, Carabinieri, Marina militare e Aeronautica– messi a gara dalla controllata della Difesa riconoscendole un canone annuo. La durata del contratto è di 6 anni, più altri 6 di rinnovo automatico e ulteriori 6 con facoltà di rinnovo, per 18 anni complessivi.
Gli stessi che avranno a disposizione i prescelti per la collocazione di rilevatori meteo su 527 tra fari, tralicci e segnalamenti disposti lungo le coste. In questo la convenzione risale al 30 gennaio 2013, anche se il termine per manifestare interesse è scaduto il primo luglio.
Gli effetti economici e finanziari di queste operazioni si potranno valutare più avanti, dal momento che ricadono nell’esercizio 2013. L’andamento del precedente, invece, è pubblicato. Alla voce ricavi, l’incremento dal 2011 -dove Difesa Servizi ha concluso 5 convenzioni- al 2012 -dove le stesse convenzioni sono poco più che triplicate- è del 400% circa. Stessa esplosione per gli utili, schizzati dai 30mila euro del 2011 ai 303mila del 2012 (più 902%). Parte di questo “successo” è determinato dal risultato raggiunto, “che supera segnatamente le attese” si legge nella relazione alla gestione 2012, del settore fotovoltaico: 970mila euro di ricavi, metà dei quali “retrocessi” al ministero. Tra gli accordi conclusi nel 2012 ce ne sono due relativi alla “valorizzazione delle prestazioni medico-legali” fornite a terzi dall’Aeronautica militare e dall’Esercito italiano per tre anni. 1,2 milioni di euro il “minimo garantito” iscritto a bilancio dalla prima, 840mila dalla seconda. Valori che nella realtà non sono mai stati raggiunti, dato che, insieme, hanno coperto soltanto l‘1,5% dei ricavi totali, poco più di 76mila euro. Poco più della metà di quel che ha garantito l’affitto degli immobili della Marina -faro e specchio acqueo- per l’America’s Cup di vela (la convenzione risale all’aprile 2012). —

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