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I passi giusti in ufficio – Ae 93

Anche sul posto di lavoro è possibile (e auspicabile) fare scelte sostenibili e di consumo critico. A partire dal tragitto da e verso casa, ma senza escludere iniziative più significative, come costituire un gruppo di acquisto solidale “aziendale” Usciamo ogni…

Tratto da Altreconomia 93 — Aprile 2008

Anche sul posto di lavoro è possibile (e auspicabile) fare scelte sostenibili e di consumo critico. A partire dal tragitto da e verso casa, ma senza escludere iniziative più significative, come costituire un gruppo di acquisto solidale “aziendale”


Usciamo ogni giorno di casa per andare al lavoro, ma non possiamo chiudere dentro a doppia mandata le nostre coscienze di consumatori critici. Devono averci pensato a Castellarano, un piccolo Comune collinare a 30 chilometri da Reggio Emilia. Così alcuni dipendenti dell’Ariostea, la fabbrica di ceramica, al mattino non salgono più in auto da soli e hanno formato un paio di equipaggi. Fanno car pooling, ovvero condividono il tragitto casa-lavoro-casa e l’uso dell’auto (a rotazione). La loro è una risposta efficiente al bisogno di muoversi per lavoro in tutte quelle zone del Paese dove il trasporto pubblico locale è insufficiente.

Questa storia è un’idea da copiare.

Basta sommare il tempo che passiamo sul posto di lavoro a quello speso per raggiungerlo per capire che una vita sobria ci impone di agire sui nostri consumi anche fuori dalle pareti di casa.      

Il car pooling all’Ariostea è nato all’interno del gruppo di lavoro sulla mobilità di “Castellarano sostenibile”, un’iniziativa promossa dal Comune insieme a cittadini e imprese del territorio. Sono stati formati due equipaggi di tre persone: il primo risiede nello stesso paese e il secondo in tre paesi diversi (quello che vive più distante dall’azienda si ferma in due punti di raccolta per caricare i due colleghi). Il risparmio è nell’ordine di alcune migliaia di euro l’anno a testa. Oltre al ritorno economico, chi ha scelto il car pooling contribuisce anche a ridurre le emissioni -il trasporto stradale è responsabile del 55% delle emissioni di monossido di carbonio e del 45% di ossidi d’azoto-. La condivisione dell’auto aiuta anche a star meglio: fare il tragitto in compagnia aiuta i dipendenti a percepire un minore stress nel recarsi al lavoro, dà loro l’opportunità di conoscersi e socializzare, permette loro di percepire un minor rischio di incidenti soprattutto quando si tratta di guidare col buio per i turni notturni (info: www.castellaranosostenibile.it, tel.: 0536/85.01.14).

Per disincentivare i dipendenti all’uso dell’auto privata le aziende hanno anche altre possibilità. Unicredit Banca, ad esempio, ha scelto di mettere a disposizione dei propri dipendenti di alcune filiali (due a Milano e una a Monza) vetture di Milano car sharing. Invece di acquistare nuove vetture per la flotta aziendale, il gruppo bancario ha “acquistato” il diritto all’uso esclusivo di auto condivise nei giorni e nelle ore d’ufficio. La sera e nei fine settimana le stesse auto sono a disposizione di tutti i privati abbonati al servizio, che è gestito da Legambiente. Alcuni Comuni dell’hinterland di Milano fanno lo stesso (info: www.milanocarsharing.it).       

A Genova, dove il centro storico è chiuso alle auto, il gestore del servizio di car sharing (info:  www.genovacarsharing.it, 010-57.61.563) ha pensato alla formula del van sharing. Tutti i commercianti che hanno il proprio negozio nella zona ristretta al traffico hanno diritto ad un abbonamento scontato del 50% e una promozione sulla tariffa chilometrica.

Il servizio “van” è partito con tre mezzi, ma il parco auto è già raddoppiato. Dopo i trasporti, il conto che il nostro impiego presenta all’ambiente si misura in termini di consumi energetici (anche se l’intero settore dei servizi rappresenta poco più del 10% del fabbisogno energetico complessivo del Paese).

Se è già aprile ma il riscaldamento centralizzato è regolato a una temperatura troppo alta, ad esempio, niente ci vieta di chiedere che venga abbassata. O ancora, per ridurre i consumi basta collegare stampanti, fotocopiatrici e computer a un’unica presa multipla, per spegnere tutti gli accessori e non lasciarli in stand by.

Sono piccoli accorgimenti che rafforzano le scelte di quelle aziende che hanno puntato sull’efficienza energetica. Come Banca Etica, che lo scorso anno ha inaugurato la nuova sede di Padova, frutto di un intervento di recupero su due palazzine liberty. L’edificio consuma meno di 50kw per metro quadro all’anno: è una classe B. Un impianto fotovoltaico garantisce parte del fabbisogno elettrico complessivo mentre due cisterne raccolgono oltre 10mila litri di acqua piovana per gli usi non potabili (garantendo un risparmio medio stimato di 150mila litri d’acqua all’anno).

Un buon isolamento dell’edificio, tetti ventilati e vetrate ad alto rendimento consentono un risparmio energetico sia nel riscaldamento invernale (-41% rispetto allo stesso edificio utilizzando tecnologie standard) che per il condizionamento estivo (-31%). Anche i professionisti, le società e le imprese, come ogni contribuente, possono sfruttare la detrazione Irpef del 55% per gli interventi sull’efficienza energetica in edilizia (vedi Ae 86). “Consumo critico” è anche contribuire alla costruzione di un’altra economia. La riflessione inizia dalla pausa caffè: in Italia ci sono oltre 1,7 milioni di distributori automatici e il 90% sono installate in aziende e uffici. Il vending fattura 2 miliardi di euro all’anno. Un caffè equo e solidale costa, in media, 5 centesimi in più di uno normale. Numerose realtà del commercio equo e solidale sono impegnate nel settore (vedi Ae 65) e negli ultimi anni è nata anche una cooperativa ad hoc, Punto Equo (www.puntoequo.org). Oltre ai classici distributori -di bevande calde e fredde e di snack- Punto Equo concede, in comodato gratuito come i colossi del vending, anche macchine per caffè in cialda (più sostenibili: invece del bicchiere di plastica permette di usare una tazzina portata da casa).

Se la riflessione sui consumi parte dalla direzione aziendale, invece, può nascere un progetto come quello del gruppo d’acquisto solidale di Maggiolinsieme (www.maggiolinsieme.it), gruppo per la promozione e lo sviluppo di iniziative “del personale per il personale” dell’editore Maggioli. Frutta, verdura, prodotti da forno e miele bio e i prodotti del commercio equo arrivano direttamente in azienda, a Sant’Arcangelo di Romagna (Rimini). Il progetto è nato nel 2007, grazie all’aiuto del Rigas (il gruppo d’acquisto di Rimini, 300 famiglie iscritte). Una ventina di dipendenti “ordinano” al Gas Maggiolinsieme in modo costante e i produttori locali partecipano alle pause pranzo nella mensa aziendale. Per sensibilizzare, e far assaggiare.



Il computer sprecone

Attenti al server: secondo il rapporto “An inefficient truth”, prodotto dai ricercatori inglesi di Global action plan (www.globalactionplan.org.uk), il cervellone che permette ai computer di un ufficio di lavorare in rete e immagazzina tutti i dati prodotti emette in media la stessa quantità di anidride carbonica di un Suv. Le stime di Global action plan indicano che il settore Information and Communication Technology (Ict) è responsabile del 3-4% delle emissioni di anidride carbonica prodotte a livello globale.  

Una scelta strategica, però, è anche quella che riguarda i sistemi e i programmi che “girano” sui computer dei vostri uffici. Il sistema operativo Vista di Windows costa tra i 70 e i 430 euro.

Il pacchetto Office, invece, tra i 200 e i 700 euro. L’alternativa è il software libero: esistono società nate appositamente per fornire consulenza, assistenza e formazione per accompagnare la migrazione su sistemi operativi free come Gnu/Linux.



Guida per l’ecoimpiegato

Muovetevi con i mezzi pubblici (avrete il tempo di leggere il giornale o un libro) o con la bici. Se proprio treni, autobus e tram non sono raggiungibili, scegliete almeno il car pooling e usate l’auto a rotazione insieme ai vostri colleghi

Non tenete le finestre aperte quando il riscaldamento è acceso e, soprattutto, non riscaldate più del necessario:18-20° C sono generalmente sufficienti

Stampate sempre i fogli fronte retro e scrivete in coda alle e-mail la frase “stampate solo se necessario”

Eliminate le bottiglie di acqua minerale dalla mensa e installate distributori automatici di caffè e snack del commercio equo e solidale

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