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I Paesi del Sud del mondo nella gabbia dei sussidi

I Paesi in via di sviluppo sono riusciti a dotarsi di un'agricoltura più competitiva, che produce di più e produce meglio. Ma questo grande sforzo di riforma del settore primario, di vitale importanza per nazioni nelle quali il 70% dei poveri vive nelle campagne, rischia di assomigliare a una lunga rincorsa senza decollo.
La capacità di offrire prodotti più adatti all'export, infatti, viene legata e imbavagliata dai dazi e dai sussidi che corazzano il commercio agricolo con i Paesi industrializzati.
É la Banca mondiale a indicare nei ritardi e nelle asimmetrie della liberalizzazione il cimitero della più grande rivoluzione economica che i Paesi poveri possano realizzare. (da Il Sole24Ore)

La Banca ha recentemente pubblicato il rapporto “Gli scambi agricoli globali e i Paesi in via di sviluppo“.
In assenza di una riduzione del protezionismo nei Paesi industrializzati, nota il rapporto, l'aumento della produzione agricola rischia di essere il detonatore di un surplus di offerta, con il conseguente abbassamento dei prezzi di molte materie prime agricole che mettererebbe in pericolo le politiche dei Paesi poveri rivolte ad aumentare le esportazioni e i redditi.

Secondo le stime della Banca, la rottamazione di dazi, sussidi e altri sostegni governativi sarebbe in grado di far scaturire redditti aggiuntivi per 265 miliardi di dollari entro il 2015, circa il 70% dei 385 miliardi di dollari attesi dalla riforma globale del commercio internazionale.
Questo, sottolinea la Banca, perché il settore agricolo e delle lavorazioni alimentari incontra livelli di protezione e di sbarramento molto più elevati di quanto accada per i prodotti manifatturieri.

Non a caso, la questione agricola è stata la mina che ha fatto saltare in aria la riunione della Wto di Cancùn del 2003, e resta una delle questioni-chiave ancora in sospeso del Doha round, i negoziati sul commercio mondiale. Anche l'accordo di libero scambio tra Ue e Mercosur, così come il progetto dell'Area di libero scambio delle Americhe (Alca) pattinano sullo scivoloso dossier agricolo e rimangono, sostanzialmente, in surplace.

Il rapporto della Banca mondiale mette in rilievo la necessità di una liberalizzazione globale coordinata, multiprodotto, del commercio mondiale, in quanto questo approccio permetterebbe di compensare le perdite registrate per alcuni prodotti con i profitti ottenuti da altre categorie commerciali. Per quanto riguarda invece i possibili danni subiti da alcuni Paesi in seguito allo smantellamento di sistemi di accesso preferenziale ai mercati, l'esempio citato dalla Banca è quello dello zucchero: l'aumento del prezzo dello zucchero a livello mondiale, da solo, potrebbe compensare in buona parte le rendite perdute.

Il rapporto analizza, prodotto per prodotto, la portata delle distorsioni causate da dazi e sussidi, e fa una stima sul rialzo delle quotazioni internazionali dei prodotti che potrebbe essere messa in moto dall'abolizione delle gabbie commerciali.[pagebreak]

I guadagni possibili
Prodotto per prodotto, i possibili guadagni derivanti dall'abolizione di tariffe e sussidi, secondo i calcoli della Banca mondiale (World Bank).

– COTONE:
Affronta la forte concorrenza delle fibre sintetiche, che detengono una quota pari al 60% del mercato mondiale.
I sussidi di Usa e Ue alla produzione raggiungono i 4,4 miliardi di dollari. La rimozione dei sussidi consentirebbe un aumento dal 10 al 20% del prezzo mondiale.

ZUCCHERO: Il mercato è condizionato da alti sussidi negli Usa, nella Ue, in Giappone. Circa l'80% della produzione è attualmente venduta a prezzi più alti del prezzo mondiale. L'eliminazione delle politiche di sostegno innalzerebbe i prezzi dal 20 al 40% a beneficio dei produttori di Brasile, Thailandia, America latina e Africa.

– LATTE E DERIVATI: Dazi, quote, sussidi all'export proteggono il mercato, che si caratterizza per la crescita del commercio e degli investimenti. L'eliminazione di barriere e sostegni potrebbe imprimere un'accelerazione del 20-40% ai prezzi.

– RISO: É uno dei mercati caratterizzati dalle tariffe protettive più elevate. Tra i Paesi che applicano le tariffe più alte ci sono Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Unione europea, India, Indonesia. La riforma del mercato del riso andrebbe a vantaggio soprattutto dei produttori di Thailandia e Vietnam.
GRANO. Alti sussidi negli Usa, nella Ue e in Giappone.
La riforma del mercato del grano farebbe lievitare i prezzi del 10-15 per cento, con i guadagni più consistenti per Argentina e Csi.

– PRODOTTI ITTICI: Quelli ittici sono i prodotti agricoli più scambiati, con un export mondiale che in valore avvicina i 60 miliardi di dollari. Coprono, inoltre, il 20% dell'export agricolo dei Paesi in via di sviluppo. La voce più importante sono i gamberi, con un export globale di 10 miliardi di dollari. I Paesi industriali sussidiano le flotte di pesca.

– ORTOFRUTTA: É la seconda più importante voce negli scambi di prodotti agricoli dopo i prodotti ittici. Copre il 19% dell'export agricolo dei Paesi in via di sviluppo. Esistono pochi sussidi, ma molti Paesi applicano dazi di natura complessa, o di natura stagional

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