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Diritti / Opinioni

I farmaci non devono essere un lusso

© analuisa gamboa on Unsplash

Compie vent’anni la campagna di MSF che promuove l’accesso ai medicinali essenziali. Non è carità, ma una questione di giustizia sociale. La rubrica di Luigi Montagnini, medico senza frontiere

Tratto da Altreconomia 216 — Giugno 2019

Life over profit. Si riassume così il mandato dell’Access Campaign, l’iniziativa di MSF che promuove l’accesso universale ai farmaci essenziali e che quest’anno compie 20 anni. È nata nel 1999, quando ci fu assegnato il Premio Nobel per la Pace. Per MSF non ci furono dubbi su dove investire i soldi del premio. Era un momento di svolta per la salute globale. Da metà degli anni Novanta iniziavano a essere disponibili, nei Paesi ricchi, i primi trattamenti antivirali efficaci per la cura dell’HIV, portando a un calo netto e costante delle morti per AIDS. Nei Paesi del Sud del mondo però, il prezzo inavvicinabile dei farmaci impediva alla stragrande maggioranza dei malati di accedere alle cure. Far cadere questa barriera fu il primo obiettivo della campagna. La mobilizzazione di pazienti, di associazioni e di gruppi sostenitori del diritto alla salute generò una pressione politica che si tradusse nella disponibilità di farmaci a un prezzo fino al 99% inferiore a quello originario. Negli anni l’attività dell’Access Campaign si è allargata per rispondere alle necessità dei team sul terreno: abbassare il prezzo dei vaccini; rendere accessibili farmaci più innovativi e meno tossici, come nel caso dei trattamenti per la tubercolosi; abbassare il prezzo di farmaci antivirali per curare le persone affette da epatite C; spingere la ricerca per trattamenti efficaci di malattie dimenticate, come l’ebola o la malattia del sonno; disporre di formulazioni adatte ai bambini; trattare la malnutrizione con cibo terapeutico pronto all’uso; difendere le aziende farmaceutiche che producono generici nei Paesi in via di sviluppo, come in India; garantire la stabilità e l’efficacia di farmaci e vaccini nel contesti in cui lavoriamo; combattere gli accordi internazionali (come il TPP-Trans-Pacific Partnership) quando tutelano gli interessi della multinazionali con clausole di protezione dei brevetti sui farmaci. Dal 20 al 28 maggio a Ginevra si è svolta la 72° Assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

2.500: i bambini che muoiono ogni giorno per polmonite (fonte MSF; afairshot.org)

Non sappiamo ancora che cosa verrà deciso, ma sappiamo che cosa è stato proposto: una risoluzione sul “Miglioramento della trasparenza dei prezzi di farmaci, vaccini e altre tecnologie sanitarie”. È stata avanzata dall’Italia e, se dovesse passare, sarebbe un sostanziale passo avanti verso l’accesso ai farmaci essenziali a livello globale. Oggi la mancanza di trasparenza su quanto i vari Paesi pagano per i farmaci e l’attuale costo di ricerca, sviluppo e produzione di un farmaco specifico, consente alle multinazionali farmaceutiche di imporre prezzi arbitrari. Nove Paesi dell’OCSE, incluse Germania, Gran Bretagna, Svezia e Danimarca, hanno tentato di ridimensionare la risoluzione, mentre più di cento organizzazioni della società civile ed esperti di salute (tra cui MSF) hanno inviato una lettera aperta ai delegati degli stati membri dell’Oms sollecitandoli a respingere queste pericolose proposte di modifica. “Sembra contraddittorio che proprio i governi che hanno sostenuto l’importanza della trasparenza in tanti altri settori in questo caso vadano controcorrente: dovrebbero garantire il diritto a farmaci e cure accessibili per i loro cittadini invece di favorire la massimizzazione dei profitti delle case farmaceutiche”, ha dichiarato Els Torreele, direttore dell’Access Campaign. Le medicine non devono essere un lusso: quello che chiediamo è il cambiamento della mentalità delle aziende farmaceutiche e degli orientamenti della politica. Non vogliamo carità, ma giustizia sociale. La lotta non si può fermare.

Luigi Montagnini è un medico anestesista-rianimatore. Dopo aver vissuto a Varese, Londra e Genova, oggi vive e lavora ad Alessandria, presso l’ospedale pediatrico “Cesare Arrigo”. Da diversi anni collabora con Medici Senza Frontiere

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