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I consumatori di massa


Il 2 e 3 giugno si è svolto a Marina di Massa il settimo Convegno nazionale dei Gruppi di acquisto solidale (Gas). 160 adulti e 15 bambini si sono incontrate presso l’ostello Turimar di Marina di Massa (MS).
I Gas di Massa Carrara e della Versilia, che hanno organizzato l’incontro, sono riusciti a recuperare un pulmino navetta “a tutto Gas” per la stazione e a contaminare il menù dell’ostello con gli ingredienti dei suoi produttori. Una trentina di volontari -lo staff- hanno lavorato perché il Convegno fosse possibile. Ce lo racconta Andrea Saroldi.

Il tema del Convegno “Dai Gas ai distretti di economia solidale” è lo stesso su cui i Gruppi di acquisto si stanno arrovellando negli ultimi anni, che potrebbe suonare anche “Come trasformare l’economia senza prendere il potere”. La questione è chiara: la crescita dei Gas sta esprimendo una grossa vitalità e aiuta a diffondere una domanda di consumo responsabile intercettata anche dalle statistiche sugli atteggiamenti di consumo. Oggi i Gas censiti a livello nazionale sono 330 e il loro numero raddoppia ogni due anni.

Come possiamo indirizzare questa domanda di prodotti e servizi “etici” in modo che non si chiuda sulle sole esigenze del consumatore responsabile ma possa attivare delle dinamiche di trasformazione dell’economia in senso ovviamente solidale?

Se i consumatori critici estendono la loro forza e si indirizzano a filiere più complesse che non possono essere sostenute da un singolo gruppo, come è possibile incidere anche sui processi produttivi di cicli che sembrano molto al di fuori della portata dei singoli gruppi?

Tutto questo tenendo conto della forma per definizione estremamente volatile dei Gas, che per loro natura sono estremamente autonomi e cercano di ridurre al minimo le strutture organizzative.

Al convegno questa sfida è stata affrontata attraverso due strade, la strada dei progetti e quella dei distretti. Nei progetti dei “grandi numeri” i Gas si organizzano per affrontare insieme un problema specifico che supera la portata di un singolo gruppo. Lo scorso anno, al convegno di Cesena, sono stati avviati dei gruppi di lavoro sul tema del tessile e dell’energia; in questo periodo i due gruppi hanno portato avanti le loro attività raggiungendo risultati significativi: da parte del gruppo tessile, oltre alla sensibilizzazione, il “progetto felpa” (Altreconomia ne ha parlato sul n. 83 di maggio 2007, ndr), esempio pratico di come si possa organizzare la domanda su di una filiera complessa. Sono stati raccolti oltre mille ordini che consentiranno di realizzare un primo lotto di felpe dei Gas, e il gruppo tessile sta entrando nel settore dell’intimo, con la proposta di nuove frontiere organizzate di produzione tessile che possano scendere al di sotto della felpa.

Il gruppo energia, invece, ha proposto una forma organizzativa tra Gas che possa affrontare un tema complesso come quello energetico. Si tratto di una associazione, composta da tutti i Gas che vogliono prenderne parte, che ha per obiettivo quello di promuovere l’autosufficienza energetica dei territori, attraverso diverse azioni tra cui -anche- l’organizzazione della domanda dei consumatori e dell’offerta di energia rinnovabile.

Altri gruppi di lavoro, con una storia più recente, hanno affrontato argomenti sempre in qualche modo legati all’espansione dei Gas. In particolare, quello sulla grande distribuzione ha ragionato a partire da casi concreti: nel gruppo, Claudio dei Monaci di Lanuvio ha raccontato la loro esperienza nei rapporti con la grande distribuzione, che li ha portati a decidere di sganciarsi da Esselunga.

Infine, gli altri gruppi hanno affrontato gli strumenti SW per la gestione degli ordini, gli aspetti fiscali e la finanza etica.

I distretti di economia solidale

La seconda strada che i Gruppi d’acquisto solidale stanno affrontando per confrontarsi con i grandi numeri passa per la costruzione dei distretti di economia solidale, in cui i Gas possono trovare un punto di incontro tra la loro domanda e le altre realtà di economia solidale del territorio.

Di fronte all’emergere del profilo del consumatore responsabile, come evidenziato dall’indagine “Scegliere il bene” realizzata dall’IREF (1), e all’evoluzione dell’economia mondiale riportata dai professori del gruppo EcoRes dell’Università di Firenze (2), l’esperienza di costruzione del distretto di economia solidale della Brianza parte dalla organizzazione della domanda dei Gas.

Come primo passo i brianzoli si erano posti l’obiettivo di aumentare il numero di Gas, e sono passati in pochi anni da due alla ventina attuale, con l’obiettivo di arrivare a un Gruppo d’acquisto in ognuno dei 50 Comuni della futura provincia di Monza.

Dopo lo sviluppo dei primi Gas, il gruppo promotore del distretto della Brianza sta ora lavorando per costruire dei progetti di filiera sostenuti dalla domanda dei Gruppi d’acquisto.

Il primo progetto presentato si chiama “Spiga e Madia” e riguarda la produzione di pane biologico. Tramite un patto siglato tra la famiglia Brambilla, pure lei lillipuziana, la cooperativa agricola “Fraternità” e un panificio locale sarà possibile per i Gas acquistare pane biologico che non ha fatto più di 50 km lungo il percorso che va dal campo al panificio passando per la macina. Allo stesso modo, il comitato verso il distretto della Brianza ha siglato un patto con la cooperativa sociale Livecom per sviluppare canali di telefonia solidale nel progetto “Cambia Banda!”.

Questi patti, scritti dal futuro distretto della Brianza, possiedono una serie di caratteristiche in parte innovative che vale la pena sottolineare: sono basati sulla fiducia e il reciproco aiuto, prevedono una quota di prefinanziamento, sono rilasciati sotto licenza creative commons, definiscono un prezzo trasparente e dei meccanismi di “feed-back” tra consumatori e produttori, finanziano con una quota degli scambi un conto “solidarietà e futuro” per sostenere lo sviluppo del distretto (3). Questi progetti attuano “la via dei Gas” come strategia adottata nella costruzione del distretto di economia solidale della Brianza.

Insomma, i Gruppi d’acquisto solidale stanno cercando, con un balzo, di scartare i problemi che stanno alla base delle “crisi di crescita” degli altri settori dell’economia solidale, come ad esempio la costruzione di grandi strutture organizzative e il rapporto con la grande distribuzione, basti pensare ai dibattiti all’interno del commercio equo e solidale circa i rapporti con la grande distribuzione oppure sulla democrazia interna di Banca Etica.

I Gas stanno sperimentando un’altra strada, con una struttura di rete molto decentrata in cui ogni Gruppo è autonomo e ogni decisione viene sempre presa al livello più basso possibile.



Sul sito www.retegas.org una sintesi delle relazioni e dei risultati dei gruppi di lavoro.



Note:

(1) Massimo Lori e Federica Volpi, “Scegliere il bene – indagine sul consumo responsabile”, FrancoAngeli 2007.

(2) Gruppo di ricerca e didattica per l’economia responsabile (Ecores) presso la Facoltà di Economia dell’Università di Firenze, www.unifi.it/ecores.

(3) I patti siglati dal Comitato verso il DES Brianza sono disponibili sul sito www.retecosol.org nella sezione “Documenti / Distretti / Brianza”.



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