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Greenpeace convince Ferrero, che aderisce alla moratoria sulla deforestazione del Borneo per far posto a palma da olio


Ferrero frena sull’olio di palma.
In una lettera inviata nei primi giorni di luglio a Greenpeace, l’azienda di Alba (Cn) -che è il secondo importatore italiano- dichiara di aderire alla moratoria sull’espansione delle coltivazioni di palma da olio nelle foreste pluviali del Sud-Est Asiatico. I palmeti vengono piantati al posto delle foreste pluviali di mezzo Sud-est asiatico. Risultato: tonnellate di anidride carbonica e altri gas serra liberati nell’atmosfera. Ma non solo: piantagioni di palma stanno degradando la zona delle torbiere indonesiane, uno straordinario magazzino naturale di CO2. Col rischio che miliardi di tonnellate custodite nel sottosuolo si riversino nell’aria: è quello che noi di Ae abbiamo definito il pericolo verde.

L’Italia, nel 2007, si è confermata terzo importatore europeo di olio di palma, con oltre 40mila tonnellate, ben 10mila in più rispetto al 2006: arriva soprattutto da Papua Nuova Guinea e Indonesia, un po’ meno dalla Malesia (nella foto, attivisti di Greenpeace travestiti da oranghi visitano la nazionale italiana di calcio, per chiedere ai calciatori di aderire alla campagna: Ferrero è uno sponsor dell’Italia). “Ferrero è pronta a muoversi per raggiungere, in un lasso di tempo ragionevole, i seguenti obiettivi: moratoria su ulteriori deforestazioni dovute alla produzione di olio di palma e sviluppo di sistemi credibili di tracciabilità e di certificazione di quest’ultimo”: è questo il messaggio che la famosa multinazionale italiana ha inviato a Greenpeace, che a fine maggio aveva lanciato una campagna di pressione sull’impresa italiana, coinvolgendo anche la Nazionale italiana di calcio (sponsorizzata da Ferrero con il marchio Nutella).

Prima degli Europei di calcio, gli attivisti di Greenpeace, travestiti da calciatori della Nazionale degli ultimi oranghi del Borneo, avevano chiesto anche agli “azzurri” di inviare a Ferrero il messaggio “Nutella salva la foresta”.

La protesta degli oranghi si è diffusa anche on line sul sito “www.nutellasalvalaforesta.it” dove i consumatori hanno potuto inviare una lettera e un foto messaggio per chiedere a Nutella “Che mondo sarebbe senza foresta?”. A Ferrero sono arrivate più di 10.000 email.

Ferrero precisa che gli obiettivi devono essere perseguiti all’interno della Rspo (la Tavola rotonda per l’Olio di palma sostenibile), il tavolo internazionale e istituzionale costituito da 219 membri, le maggiori aziende del mercato (per l’Italia sono presenti Ferrero e Unigrà).

Nei mesi scorsi anche la multinazionale anglo-olandese Unilever, che presiede della RSPO ed è il maggiore utilizzatore di olio di palma a livello globale (circa il 3% del totale), ha aderito all’appello di Greenpeace per un’immediata moratoria sull’espansione della palma da olio nelle foreste del Sud est asiatico. Adesso Unilever (marchi Knorr, Maya, Dove e Algida, tra gli altri) insieme a Greenpeace sta sensibilizzando tutti i membri della Rspo e chiedendo lo sviluppo di più efficienti e credibili parametri per garantire la sostenibilità dell’olio di palma prodotto nel Sud-Est Asiatico.

In ogni caso, la campagna di Greenpeace andrà avanti fino a quando tutti i membri della Rspo e le altre grandi multinazionali che utilizzano olio di palma uniranno le forze -insieme a Unilever e Ferrero- per fermare la distruzione delle foreste in corso.



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