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Gli “extra-costi” del Villaggio olimpico di Milano e l’importanza di chiamarsi Coima

Manfredi Catella è fondatore e amministratore delegato del Gruppo Coima © Duilio Piaggesi / Fotogramma

Le Olimpiadi invernali si avvicinano e la vicenda degli “extra-costi” investe anche il complesso di Porta Romana, realizzato dal gruppo immobiliare Coima di Manfredi Catella. Tra interessi privatissimi e oneri in capo al pubblico: Comune di Milano e Regione Lombardia avrebbero sottoscritto un “impegno” a fine 2022 a trovare una quadra, altrimenti -sostiene oggi Coima- i privati non avrebbero comprato l’area. L’editoriale del direttore, Duccio Facchini

Tratto da Altreconomia 286 — Novembre 2025

Mancano meno di 100 giorni alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026 ma alcuni dossier sono tutt’altro che risolti. Uno di questi riguarda i cosiddetti “extra-costi” del Villaggio olimpico di Porta Romana a Milano, presentato a fine settembre dal gruppo immobiliare Coima, il cui fondatore e amministratore delegato è l’imprenditore Manfredi Catella, finito di recente al centro dell’inchiesta della Procura di Milano sull’urbanistica.

Le chiavi della struttura sono state consegnate il primo ottobre alla Fondazione Milano Cortina 2026 per i Giochi, terminati i quali il tutto dovrebbe essere riconvertito nel “più grande studentato in edilizia convenzionata in Italia con 1.700 posti letto” a copertura (parole sempre di Coima) del “6% del fabbisogno di posti letto per studenti della città”. Tariffa media ufficiale: 864 euro al mese.

Nello scalo ferroviario verrà costruito un nuovo quartiere per 105mila metri quadrati di residenze, una parte delle quali (320) di edilizia convenzionata (a 3.800 euro al metro quadrato in media) ed edilizia residenziale pubblica “pura”, per via dell’accordo tra Coima e il Consorzio cooperative lavoratori (Ccl). Alla pomposa cerimonia di presentazione di fine settembre Catella, dopo aver sottolineato più volte il valore della legacy (eredità) olimpica, ci ha tenuto a ringraziare ognuno dei “primari investitori” coinvolti nel progetto: Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole, l’Istituto per il credito sportivo, Cassa depositi e prestiti (che tramite il Fondo nazionale abitare sociale ha messo i soldi per portare da 150 a 450 i posti a “tariffa agevolata” nello studentato, con un costo a letto di 592 euro al mese, per chi può), e poi Cassa forense, l’Enpam, Inarcassa, la Cassa dei dottori commercialisti, Compagnia di San Paolo, Fondazione Padova e Rovigo, il Fondo pensione Monte dei Paschi di Siena, Fideuram Vita, Covivio e Prada Holding.

Né Catella né gli altri soggetti intervenuti sul palco hanno però accennato al delicato tema degli “extra-costi” del Villaggio, in questo caso 40 milioni di euro che i privati pretendono di farsi rifondere dal pubblico per via del Covid-19, della guerra in Ucraina, dell’incremento delle materie prime, della corsa contro il tempo etc.. Sport praticato a Porta Romana così come a Santa Giulia, dove sta sorgendo la nuova Arena costruita dai tedeschi di Eventim (proprietaria anche di TicketOne), che di extra-costi ne avrebbero per 60 milioni di euro.

A margine della cerimonia abbiamo perciò avvicinato Luca Mangia, capo di Coima Rem e già direttore di quel Fondo Porta Romana che possiede lo scalo, per chiedergli novità. Mangia ci ha detto una cosa sorprendente, e cioè che ci sarebbe stato un “impegno” delle istituzioni pubbliche a farsi carico degli extra-costi addirittura “prima dell’acquisto dell’area” da parte di Coima, avvenuto a fine novembre 2022 al costo di 180 milioni di euro dopo una gara pubblica indetta da Ferrovie dello Stato. “Comune e Regione ci hanno confermato il loro impegno a trovare una soluzione, altrimenti questo sarebbe stato propedeutico a un mancato acquisto dell’area”.

Secondo Mangia ci sarebbe un “impegno scritto” da parte dei due enti pubblici, circostanza che se confermata parrebbe surreale se si pensa che su quell’area si è svolta una gara pubblica. Serviva però un “veicolo legislativo” (parole di Mangia, di seguito il video) che legittimasse questo intervento pubblico a beneficio di un privato, e la “formula” è stata trovata quest’estate con un emendamento ad hoc nel cosiddetto “Decreto Sport” che autorizza il Comune di Milano, “previa intesa con la Regione Lombardia”, a modificare le “convenzioni urbanistiche in essere con il soggetto attuatore del Villaggio olimpico”.

Il fine ultimo è scritto nella norma: riconoscere “gli oneri per il rispetto degli obblighi di servizio pubblico, compresi quelli per l’incremento dei fattori produttivi per l’accelerazione dei lavori”. Proprio ciò di cui chattavano su WhatsApp un anno fa Catella, l’ormai ex assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, e l’attuale direttore generale di Palazzo Marino, Christian Malangone, che è anche nel Cda della Fondazione Milano Cortina 2026. Ma di quale legacy stiamo parlando esattamente?

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