Finanza / Intervista
Gary Stevenson. I ricchi pensano che i poveri siano stupidi

Da miglior trader della City di London a youtuber con oltre 1,3 milioni di iscritti al suo canale, in un libro-autobiografia ripercorre la sua vita. A partire dal suo passato speso tra i desk di Citigroup nella sede londinese che gli ha permesso di diventare milionario. Conoscendo il “sistema” da dentro oggi non ha dubbi: è urgente tassare i “super-ricchi”. A partire da Elon Musk. La nostra intervista
Il primo bonus Gary Stevenson lo intasca pochi mesi dopo il crollo di Lehman Brothers, metà settembre 2008. Quando il capo del suo desk gli consegna l’assegno in una stanza buia di uno dei grattacieli della City di Londra, al trader manca il respiro. È l’inizio del 2009 e quelle 13mila sterline ottenute in un colpo solo valgono più della metà di quanto suo padre guadagna in un anno come impiegato alle poste. Ad appena 22 anni Gary esce all’aria aperta e si distende su un fazzoletto verde in mezzo agli immensi palazzi. Ripensa ai bassifondi vissuti a Ilford, ai giornali venduti quando era ancora bambino per pochi centesimi nelle strade della East London, all’espulsione dal liceo ad appena 16 anni per un illecito legato agli stupefacenti e poi a quel lavoro in un negozio di divani per 40 sterline giornaliere. Con la memoria torna poi al “grande salto”, quell’iscrizione alla London school of economics dove fin da subito capisce che “i ricchi pensano che i poveri siano stupidi”.
Scommettendo su questo, si conquista uno stage nella sede londinese di Citigroup, colosso di investimento americano. Lo fa vincendo a un gioco di carte: gli avversari lo sottovalutano (perché non è “uno di loro”) ma lui porta a casa la partita, premiato dalla giuria per la sua capacità di bluffare e leggere quello che accade attorno a lui. I primi mesi di lavoro li passa a far finta di capire che cosa gli dicano i suoi capi e consegnando il pranzo ogni giorno a tutto l’ufficio.
Raccontando quei primi anni, Gary smonta in un certo senso la mitizzazione della figura del trader: più che un genio teorico e della matematica è qualcuno capace di leggere quello che gli sta attorno. Così quando si arrovella per capire come incrementare i bonus annuali, il suo capo, soprannominato nel libro Bill, gli consiglia di chiudere i libri e provare a guardare quello che succede nel mondo reale. Gary l’ha vissuto, lo sa bene. E comincia a scommettere sulle catastrofi degli altri. Il primo bonus da 13mila sterline viene presto scalzato da ben altre cifre: a 24 anni, grazie alla previsione del default della Grecia, intasca il suo primo milione di euro rompendo ogni record.
Mese dopo mese diventa sempre più ricco ma a un certo punto i 40 chilogrammi di peso corporeo gli mettono di fronte quella realtà per troppo tempo ignorata: è infelice. La banca lo trasferisce in Giappone e lui nel 2013 decide di abbandonare il mondo della finanza, non prima però di aver incassato quanto gli spetta. Dopo aver conseguito un master in Filosofia ad Oxford, il 23 maggio 2020 all’indomani dell’inizio della pandemia da Covid-19 apre un canale YouTube (Garyeconomics) che oggi conta 1,34 milioni di iscritti. Nel libro “Trading game. Una confessione”, pubblicato in italiano da Hoepli editore nel maggio 2025, ripercorre la sua storia: 340 pagine che raccontano magistralmente quel mondo parallelo che in pochi vedono da dentro. Oggi Stevenson continua a giocare in Borsa -lontano da un “pentimento” radicale- ma la sua ossessione è diventata anche un’altra: “Tassare i super ricchi”.
Stevenson, ripete spesso che il problema principale dell’economia mondiale sia la crescita della diseguaglianza. Perché?
GS Perché è matematica di base. Se una persona guadagna cinque milioni di euro al mese ne spenderà al massimo 200mila. Il resto lo investirà aumentando il suo patrimonio e la sua ricchezza crescerà a discapito di quella della classe media: le risorse sono limitate ed è ovvio che quello che fanno i super ricchi impatta anche sulla vita di tutti noi. E sui conti degli Stati perché non esiste una progressività reale nel pagamento delle tasse e questo genera un circolo vizioso per cui chi ha già più potere se ne prende sempre di più e nessuno gli mette limiti. Ed è spaventoso.
Elon Musk le fa paura?
GS Molta. L’unico suo obiettivo è scongiurare che qualcuno gli faccia pagare più tasse, per questo fa crescere le idee anti-immigrazione. I super ricchi mi fanno paura per questo motivo: più le persone pretenderanno la redistribuzione più loro alimenteranno sentimenti ostili contro gli ultimi per distogliere l’attenzione dal vero problema. Loro stessi. Qualcosa già visto e rivisto nelle più brutte pagine della Storia moderna.

L’amministratore delegato di BlackRock Larry Fink a inizio giugno ha messo in guardia dal “cataclisma” sul mercato obbligazionario che potrebbe generare l’enorme debito federale degli Stati Uniti. Che cosa ne pensa?
GS Non penso che accadrà nel breve periodo. Certo è che la situazione non è affatto favorevole: i tassi di interesse sono superiori all’inflazione e l’economia non cresce. Questa è una dinamica estremamente negativa per i mercati obbligazionari ma non credo che siamo al limite. Il punto, lo ripeto, è la povertà che aumenta e la classe media che ha sempre meno capacità di pagare le tasse. Non sono contrario, a prescindere, all’indebitamento dei governi ma non può essere la soluzione per quello che stiamo vivendo oggi. Ed è un cortocircuito che è presente in diversi Stati occidentali. Dagli Stati Uniti al Giappone passando per il Regno Unito e l’Italia.
Le economie di questi Stati sono però molto diverse, come possiamo compararle?
GS Una cosa le accomuna. Tutte le persone che vivono in questi Paesi lo fanno in due posti alternativi: uno dove non si può ottenere un buon lavoro oppure dove non puoi permetterti una casa. Ovviamente l’Europa e l’America hanno i loro problemi specifici, di cui io non sono esperto. Però il tema della diseguaglianza si misura in quanto i beni primari sono diventati costosi e costringono le persone a vivere nella precarietà, a scegliere di non avere una famiglia e così via. E in questo contesto, lo Stato sociale scompare e aggrava il tutto. Tre fratelli di mia nonna sono morti di tubercolosi, a mio padre, invece, non sarebbe mai successo. Oggi diamo per scontato quello che abbiamo ma l’indebolimento dei servizi pubblici, dalla scuola all’ospedale, nel Regno Unito sono evidenti.
“Quello che è successo è che abbiamo completamente separato chi cerca di capire l’economia e chi ha il permesso di poterne parlare”
E su questo impatterà inevitabilmente il cosiddetto piano di “riarmo” europeo.
GS Non posso parlare del piano in sé, non è il mio campo. Mi chiedo però: come pensiamo di sostenerlo dal punto di vista economico sul lungo periodo? Come paghiamo tutto questo? E poi, le aziende produttrici di armi sono in mano a soggetti molto ricchi e quindi si aumenta ulteriormente il cortocircuito di cui parlavamo prima. Nessuno affronta questo tema, così come nessuno si è chiesto dopo il piano di rilancio seguito al Covid-19 come avremmo affrontato alla radice l’indebitamento che ha comportato. La classe politica semplicemente se ne disinteressa.
Perché?
GS Perché ci guadagnano e non hanno interesse a cambiare il sistema. È paradossale che i diecimila migliori economisti al mondo siano tutti trader e legalmente non sono autorizzati a parlare con i governi. Quindi ci si contende il controllo dei migliori, con una differenza: gli Stati sono disposti a sborsare qualche migliaia di euro l’anno, le banche milioni. Perché non vogliono: mi sono offerto gratuitamente, più volte, per fare consulenze ai governi e alle università ma nessuno mi ha mai accettato, se domani entro in una banca mi assumono in pochissimo tempo. Quello che è successo è che abbiamo completamente separato chi cerca di capire l’economia e chi ha il permesso di poterne parlare. Il problema è che un pesce marcisce dalla testa in giù: se si perde il senso della distribuzione, quello che succederà è che una piccola élite controllerà tutto, dai media alla ricchezza. Pensiamo ai Paesi in via di sviluppo: spesso il governo è corruttibile semplicemente perché le ingerenze straniere vantano un “potere d’acquisto” altissimo.
A 24 anni intascava un milione di euro, il capo del suo desk ne aveva 29. Avevate molto potere sulla vita reale delle persone, nonostante la vostra età.
GS Sì e mi sembrava normale quello che stavo facendo. L’intelligenza e l’impegno mi avevano portato dov’ero e il mio lavoro era predire quello che sarebbe successo, un po’ come chi fa il meteorologo e dice che presto ci sarà una catastrofe. È colpa sua se poi questo accade? Non penso che i trader abbiano sempre una cattiva morale ma che il terreno su cui giocano lo sia: la società è strutturata per far sì che gli economisti bravi siedano nella sala di negoziazione. Resta una domanda aperta per me.
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