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Ambiente

Gallipoli e il porto turistico della discordia

Un porto turistico avvelena l’estate salentina. A fine luglio la giunta comunale di Gallipoli (Le), cittadina di 21mila abitanti sul Mar Ionio, è caduta sul progetto di 500 nuovi posti barca da realizzare insieme a Italia Navigando, la società pubblica…

Un porto turistico avvelena l’estate salentina. A fine luglio la giunta comunale di Gallipoli (Le), cittadina di 21mila abitanti sul Mar Ionio, è caduta sul progetto di 500 nuovi posti barca da realizzare insieme a Italia Navigando, la società pubblica nata nel 2002 con l’obiettivo di creare una “rete portuale turistica in tutta Italia” (vedi Ae 116). In ballo c’è un finanziamento Cipe di 10-12 milioni di euro, che Italia Navigando avrebbe impegnato a Gallipoli a patto di riuscire a spendere la somma entro l’anno 2010.
Dai palazzi della politica, le polemiche si sono trasferite sui muri del centro storico della città (vedi foto), in agosto invaso dai turisti. La lotta senza quartiere ha “sconvolto” gli equilibri nel centro destra: da una parte il sindaco Giuseppe Venneri, eletto con una lista civia vicina al Partito della libertà, dall’altra l’onorevole Pdl Vincenzo Barba. Quest’ultimo, convinto che il porto turistico ostacolerebbe le attività del porto commerciale della cittadina pugliese, ha attaccato il primo cittadino pubblicando un manifesto contenente le “10 domande al sindaco Venneri (sulle verità nascoste del ‘falso’ porto turistico)”. Tra le accuse rivolte a Venneri, anche quella di essersi avvicinato al “compagno Abaterusso” (questa l’espressione usata da Barba per descrivere Ernesto Abaterusso, presidente di Italia Navigando ed ex deputato Pds). Il sindaco ha risposto affiggendo una propria lettera alla città nella quale ribadisce che il porto turistico sia una “struttura necessaria per lo sviluppo della città, la crescita dell’economia e l’incremento dei livelli occupazionali”, richiamando l’esigenza di “una struttura ormai indifferibile per una realtà affermata a livello nazionale ed internazionale come Gallipoli”.
E, attraverso il proprio portavoce con un intervento pubblicato sul sito del Comune, Venneri ha ribadito: “Per me è un controsenso inspiegabile che nel 2010 una città come Gallipoli, che compete nei mercati turistici nazionali ed internazionali, sia priva di una struttura così decisiva per ragioni occupazionali, di crescita e d’immagine, senza poter contare su quella chiave di volta con cui competere a pieno titolo con le principali realtà recettive. Per me la miopia, se non proprio la cecità politica, è quella di avversare in tutti i modi e in ogni contesto questa struttura, già finanziata per ben 12 milioni di euro, non certo quella di trovare le soluzioni più utili per raggiungere tale obiettivo”. A fine agosto, a seguito di alcune denunce di esponenti politici contrari alla convenzione firmata dal Comune con Italia Navigando, la Procura ha aperto un fascicolo sull’affaire porto turistico.  

La foto in apertura è di Italia Navigando 

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