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Diritti / Attualità

Delitti di solidarietà, annullati sei fogli di via a Ventimiglia

Ribaltato l’impianto accusatorio della Questura. Per i giudici amministrativi si tratta di provvedimenti “sproporzionati”, che violano il diritto della libera circolazione sul territorio

Il Tribunale amministrativo regionale per la Liguria ha accolto i ricorsi presentati da sei attivisti impegnati la scorsa estate a Ventimiglia (Imperia) nell’assistenza ai migranti, annullando così altrettanti fogli di via emessi dalla Questura di Imperia. Per i giudici amministrativi si tratta di provvedimenti “sproporzionati”, che violano il diritto della libera circolazione sul territorio.

I fogli di via sono provvedimenti amministrativi che vengono emessi dalle Questure, solitamente vengono recapitati a soggetti “socialmente pericolosi” o a persone che – sulla base di elementi concreti – vengono considerati dediti ad attività criminali o pericolose. Questo provvedimento vieta l’ingresso in uno o più Comuni per un periodo non superiore a tre anni. Ai sei attivisti, difesi dallo studio dell’avvocato Alessandra Ballerini, era stato vietato mettere piede a Ventimiglia (dove erano impegnati in attività di assistenza ai migranti) e in altri 14 comuni limitrofi per un periodo di tre anni.

Nel corso dell’estate 2016, alcune decine di attivisti legati alla rete “No borders” hanno ricevuto i fogli di via emessi dalla Questura di Imperia. “A me si sono rivolte 35 persone che hanno ricevuto questo provvedimento -spiega l’avvocato Ballerini-. Ma sicuramente il numero reale è molto più elevato perché non tutti hanno deciso di ricorrere alle vie legali”. Dodici i ricorsi accolti, tra cui i sei dei giorni scorsi. “Siamo soddisfatti. Almeno nelle aule di giustizia la solidarietà non viene considerata né un reato né un comportamento pericoloso -commenta Alessandra Ballerini-. Speriamo che d’ora in poi questori e prefetti ne prendano atto e si ricordino che la solidarietà è un dovere inderogabile imposto dall’articolo 2 della nostra Costituzione”.

Nel dispositivo della sentenza, il Tribunale amministrativo smantella l’impianto accusatorio dei fogli di via, precisando che “nessun comportamento pericoloso o di rilievo viene individuato (…) rispetto agli episodi avvenuti a Ventimiglia, quantomeno in termini diversi rispetto all’esercizio di attività connesse alla libera manifestazione del pensiero e di associarsi”.

Ma quello che maggiormente colpisce sono le ripetute sottolineature da parte dei giudici sulla carenza delle motivazioni addotte dalla Questura di Imperia nel contestare la pericolosità sociale. Che, scrivono ancora i giudici, “lungi dall’estere un dato astratto, deve essere pronta dalla pubblica autorità sulla scorta di elementi fattuali”. Nel caso di un ragazzo fermato mentre si stava recando a Ventimiglia, i giudici evidenziano come l’intenzione di partecipare a una manifestazione della rete “No Borders” non possa rappresentare un elemento significativo di una concreta “pericolosità sociale”.

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