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Firenze, città con vista sui movimenti – Ae 31

Numero 31, settembre 2002“Globalizzazione e liberismo”, “Guerra e pace”, “Diritti-cittadinanza-democrazia”: questi i tre temi sui quali lavorerà il Forum. Per ognuno di essi sono previste molto sotto-sezioni. Ecco per esempio l'articolazione di “Globalizzazione e liberismo” (l'elenco completo su www.fse-esf.org alla…

Tratto da Altreconomia 31 — Settembre 2002

Numero 31, settembre 2002

“Globalizzazione e liberismo”, “Guerra e pace”, “Diritti-cittadinanza-democrazia”: questi i tre temi sui quali lavorerà il Forum. Per ognuno di essi sono previste molto sotto-sezioni. Ecco per esempio l'articolazione di “Globalizzazione e liberismo” (l'elenco completo su www.fse-esf.org alla voce Salonicco)

1.Dall'Unione Europea della globalizzazione liberista all'Europa delle alternative

•a. Europa ed istituzioni globali.

•b. Controllo dei mercati finanziari dell'economia e libertà degli investimenti.

•c. Economia e solidarietà.

2.Acqua, aria, terra: l'Europa contro lo sviluppo insostenibile

•a. Qualità della vita e modelli di consumo.

•b. Privatizzazione dei beni pubblici globali e debito ecologico.

•c. Diritto alla qualità della vita, alla salute, alla felicità.

3.Europa centrale ed orientale nella globalizzazione: alternative al neoliberismo

•a. Privatizzazione e flussi finanziari.

•b. Il processo di allargamento ad est.

•c. Alternative comuni.

4.L'Europa non è merce: nuovi diritti per un nuovo modello sociale

•a. Crisi e rinnovamento dello stato sociale europeo.

•b. Contro la privatizzazione e la liberalizzazione dei servizi pubblici.

•c. Politiche familiste e diritti per tutti e tutte.

Quando e come si partecipa
Dal 7 al 10 novembre. Il programma è in divenire, quindi non resta che tenere d'occhio il sito ufficiale:
www.fse-esf.org. Tre gli assi principali di discussione e confronto che esprimono le priorità del Fse: 1) globalizzazione e liberismo; 2) guerra e pace; 3) diritti-cittadinanza-democrazia. Ogni mattina 6 conferenze plenarie in contemporanea (sale da 2.000 posti), fino a 50 seminari di approfondimento pomeridiani (sale da 100 a 300 posti), 2 “finestre” (incontri con soggetti o organizzazioni) ogni pre-sera; più i workshop che ognuno può organizzare (previa iscrizione). Per partecipare al Fse bisogna iscriversi (sul sito) e pagare da 10 a 30 euro (per i singoli). Si può aderire alla carte dei principi o partecipare come osservatori.

Avanti a tappe forzate. E ormai con poco tempo per pensare. Da qui alla sera del 6 novembre quando, con uno spettacolo teatrale nella grande piazza di Santa Croce a Firenze si inaugurerà il Forum Sociale Europeo, c'è giusto il tempo per: fare i contratti per la concessione degli spazi pubblici (in primis la Fortezza da Basso anche se è ormai chiaro che non basterà), appaltare l'allestimento delle sale e i servizi di traduzione (sei lingue ufficiali, qualcosa come un centinaio di interpreti impegnati ogni giorno), prenotare campeggi, ostelli e alberghi per i relatori, e poi tutta la logistica che serve per accogliere decine di migliaia di persone che arriveranno da tutta Europa.

C'è ancora una mole enorme di lavoro per far nascere il primo Forum sociale europeo che occuperà Firenze dal 6 al 10 novembre: e, incredibilmente, nessuno sembra ancora nel panico.

Ma intanto si comincia a capire che faccia avrà questo Forum: una fabbrica a ciclo continuo di assemblee plenarie (ce ne saranno 6 ogni mattina), seminari tematici (una cinquantina al giorno), eventi pre-serali e centinaia di workshop che ognuno potrà gestirsi come vorrà.

“Un gigantesco spazio pubblico di discussione, incontro, confronto, iniziativa comune, un grande laboratorio di alternativa” com'è scritto nel sito ufficiale.

L'organizzazione decide sul programma e sui relatori delle plenarie e dei seminari; il resto è lasciato alla libera creatività dei partecipanti perché, a questo livello, il Forum è davvero di tutti. E, se si ripeterà l'esperienza del Forum mondiale di Porto Alegre, proprio questo potrebbe essere il livello meno spettacolare ma più interessante. Da Firenze potrebbero poi uscire l'agenda e le parole d'ordine per i prossimi mesi: “Prepareremo le campagne, le lotte sociali, le iniziative e le azioni del prossimo anno. Metteremo in comune linguaggi e pratiche diverse: la partecipazione popolare, la cultura, la musica, il teatro, la discussione politica, il conflitto sociale, la nonviolenza attiva, la disobbedienza civile e sociale, la cittadinanza attiva, il volontariato, le pratiche di rete e quelle di genere”.

Insomma, di tutto e di più. La scommessa è fare di Firenze un laboratorio di partecipazione senza però cadere nella dispersione, che è poi anche il limite di Porto Alegre. Lo spettacolo è assicurato (folla ed evento) ma per il momento si recita ancora a soggetto.

È vero che ci sono tanti modi far nascere un Forum continentale: qui si è scelto di arrivarci per approssimazioni successive. Decine di organizzazioni e gruppi che hanno avanzato proposte (ma che hanno faticato a capire se avevano il diritto di farlo o erano invitati a farlo) e, infine, l'individuazione di alcuni assi tematici attorno ai quali coagulare (o scartare) le proposte. Tre i fili conduttori, i pensieri obbligati, di questo Forum: 1) globalizzazione e liberismo; 2) guerra e pace; 3) diritti-cittadinanza-democrazia. Li ha decisi l'ultimo incontro organizzativo che si è svolto a Salonicco in Grecia a luglio. All'inizio di settembre ci sarà, prima a Firenze con gli italiani e poi a Bruxelles con tutti, un altro passo in avanti.

Non si sa ancora chi parlerà, si conosce però la scansione dei tre giorni di lavoro. Eccola, come inizio di una mappa con la quale orientarsi:

Le conferenze
In ognuna delle tre mattine si terranno 6 conferenze “plenarie” con 3 o 4 relatori i cui interventi iniziali non dovranno superare i 20 minuti. Per tutti questi appuntamenti ci sarà la traduzione simultanea in 6 lingue.

I seminari
I seminari (100-300 partecipanti) avranno tre obiettivi: approfondimento delle tematiche delle conferenze; costruzione di reti europee; campagne.

Sono pensati come occasioni di progettualità, azione e riflessioni comuni. Per questo sarà data la precedenza a quelli promossi da reti europee già esistenti o da joint venture tra associazioni e gruppi. L'organizzazione (e le spese) sono a carico di chi li promuove.

Workshop
A differenza dei seminari, i workshop non sono inclusi sotto la responsabilità dell'organizzazione del Forum sociale europeo. Il numero dipende solo dalla disponibilità di sale e di strutture capaci di accoglierli, senza altri filtri. Probabilmente si svolgeranno fuori dai locali della Fortezza.

Plenarie pre-serali
Momenti di discussione su temi politici generali del movimento (alternative) oppure testimonianze di particolare rilievo.

Insomma, già così si capisce che sarà l'evento dell'autunno.

Sterminato l'elenco dei movimenti e delle organizzazioni che, a vario titolo, hanno partecipato o aderito al processo preparatorio del Forum sociale europeo. E notevoli gli sforzi fatti fin qui, sia come organizzazione sia come confronto: l'anima antiliberista del Forum non si discute. Solo che, per diversi mesi, si è temuto che rispetto alla “critica plurale” di Porto Alegre, capace di tenere insieme un vasto schieramento di forze -dai Sem terra agli ambientalisti, dai sindacati alle chiese- il Forum europeo finisse con il cantare con una sola voce, quella della sinistra radicale o estrema, senza capacità di lavorare, oltre che sulla critica, sulla proposta.

A differenza di qualche mese fa ora tutti sono “moderatamente soddisfatti”, anche perché i passi in avanti per “allargare la rete”, per coinvolgere altri soggetti, sono stati concreti (sicuramente con più risultati in Italia che non in Francia o in Inghilterra). Un ruolo di primo piano in questo allargamento di orizzonti (soprattutto verso i temi dell'economia solidali) l'hanno svolto le organizzazioni italiane di commercio equo (in prima fila Ctm Altromercato) e la Rete di Lilliput (che sembra brillare di vita nuova: il 19 ottobre prepara a Verona un seminario su “Strategie di rete per l'economia solidale” ma soprattutto un'assemblea nazionale per il 30 novembre e il 1 dicembre)

Intanto arrivano le iscrizioni: “sbancata” la prima previsione che parlava di appena 10 mila partecipanti, adesso si vocifera di 30 mila persone. Cifre realistiche se appena si fanno i raffronti con eventi precedenti: ricordiamo che a Porto Alegre, nello scorso febbraio, i delegati erano 15 mila ma i partecipanti totali (iscritti per almeno un giorno), sono stati oltre 50 mila.

E Firenze, oggettivamente, è più facile da raggiungere di Porto Alegre.

Tanto più che il Forum Europeo non ha rinunciato a scendere in piazza con una grande manifestazione (probabilmente il sabato) per la quale, tra poco, saranno chiamate a raccolta tutte le anime del cosiddetto “movimento dei movimenti”. Manifestazione che, a differenza di Genova, non ha nemici o zone rosse da violare ma che, se qualcuno dall'uno e dall'altra parte gioca a far alzare la tensione (e lo capiremo bene tra settembre e ottobre), potrebbe esercitare il solito fascino su quei black bloc (e imitatori vari) la cui ideologia non ci risulta, almeno fin qui, estinta.!!pagebreak!!

La lunga marcia dei Forum
L'idea dei Forum continentali è stata lanciata al Forum mondiale di Porto Alegre. Per ora, oltre a quello fiorentino, è stato fissato il Forum sociale panamericano che si terrà a Quito, in Ecuador, dal 27 ottobre all'1 novembre (e si è già svolto in agosto quello in Argentina). Il Forum asiatico (www.wsfindia.org) si svolgerà invece in India dal 2 al 7 gennaio. Ancora da definire quello africano. Ma “la lunga marcia” del Fsm continua: il prossimo appuntamento mondiale (www.forumsocialmundial.org.br) sarà ancora a Porto Alegre, in Brasile, dal 23 al 28 gennaio. La novità è che sarà preceduto dal Forum sull'educazione (19-22 gennaio), tema prezioso e delicato perché la privatizzazione dei servizi scolastici sta avanzando in tutto il mondo. Ancora prima (16-19 gennaio), ma a Belem, nel Nord del Brasile si svolgerà il Forum dei popoli amazzonici.

Tutti i conti del Forum: alla fine un tesoro dentro la Fortezza
Il primo preventivo, a fine luglio, era quasi “ottimista”: 300 mila euro per l'affitto, 300 mila euro per le attrezzatture. Il secondo preventivo, a fine agosto, è da capogiro: 642 mila euro solo per l'affitto.

Le cifre sono della Firenze Expò, la società che gestisce gli spazi espositivi della Fortezza da Basso (azionisti la Regione Toscana, il Comune e la Provincia di Firenze e di Prato, le Camere di Commercio, le varie associazioni di categoria: più un consiglio comunale che un consiglio di amministrazione).

La Fortezza, monumento mediceo a un passo dalla stazione di Firenze, progettato da Giuliano di Sangallo nel 1536, proprietà della stessa Regione, è il luogo dove si svolgerà il Forum Sociale Europeo di Firenze. “All'inizio tutti pensavamo che la sola Fortezza potesse essere sufficiente ad accogliere il Forum -spiega Pietro Marchini, direttore generale della società, in carica solo da pochi mesi-. Adesso non lo crede più nessuno: sarà necessario occupare anche il Palazzo dei Congressi e il Palazzo degli Affari, cioè l'intero polo espositivo fiorentino”.

Perché nessuno crede che saranno solo 15mila i partecipanti al Social Forum di novembre. Le previsioni, per ora sussurrate sottovoce, parlano di 30 mila persone. L'European Social Forum, l'Esf, sta crescendo ogni giorno che passa. E trovare quasi un milione di euro sarà impresa da titani. Anche perché il tempo corre.

Bruno Palladini (fiorentino, personaggio storico del movimento antagonista toscano, segretario del “soggetto giuridico” creato da chi lavora all'organizzazione del Forum) discute da settimane con la Regione Toscana su come risolvere il rebus di questi soldi: “Il nostro obiettivo è avere gratuitamente quegli spazi. Non chiediamo denaro a nessuno. La Fortezza è un luogo pubblico e noi non siamo un partito, né una fiera espositiva, ma un movimento sociale internazionale: crediamo che sia una scelta politica, per gli enti locali, concedere questo spazio”.

Per “gestire” tutta la partita economica del Forum (alla fine potrebbero arrivare, solo dalle iscrizioni, dai 300 mila ai 600 mila euro) è stata fondata un'associazione ad hoc; queste le cariche sociali: presidente Stefano Kovac (dell'Ics, di Genova), segretario Bruno Paladini (Sincobas, Movimento Antagonista, Firenze), tesoriere Vincenzo Striano (Arci).

Andrea Semplici

E i cattolici? A Firenze si muovono
Il primo preventivo, a fine luglio, era quasi “ottimista”: 300 mila euro per l'affitto, 300 mila euro per le attrezzatture. Il secondo preventivo, a fine agosto, è da capogiro: 642 mila euro solo per l'affitto.

Le cifre sono della Firenze Expò, la società che gestisce gli spazi espositivi della Fortezza da Basso (azionisti la Regione Toscana, il Comune e la Provincia di Firenze e di Prato, le Camere di Commercio, le varie associazioni di categoria: più un consiglio comunale che un consiglio di amministrazione).

La Fortezza, monumento mediceo a un passo dalla stazione di Firenze, progettato da Giuliano di Sangallo nel 1536, proprietà della stessa Regione, è il luogo dove si svolgerà il Forum Sociale Europeo di Firenze. “All'inizio tutti pensavamo che la sola Fortezza potesse essere sufficiente ad accogliere il Forum -spiega Pietro Marchini, direttore generale della società, in carica solo da pochi mesi-. Adesso non lo crede più nessuno: sarà necessario occupare anche il Palazzo dei Congressi e il Palazzo degli Affari, cioè l'intero polo espositivo fiorentino”.

Perché nessuno crede che saranno solo 15mila i partecipanti al Social Forum di novembre. Le previsioni, per ora sussurrate sottovoce, parlano di 30 mila persone. L'European Social Forum, l'Esf, sta crescendo ogni giorno che passa. E trovare quasi un milione di euro sarà impresa da titani. Anche perché il tempo corre.

Bruno Palladini (fiorentino, personaggio storico del movimento antagonista toscano, segretario del “soggetto giuridico” creato da chi lavora all'organizzazione del Forum) discute da settimane con la Regione Toscana su come risolvere il rebus di questi soldi: “Il nostro obiettivo è avere gratuitamente quegli spazi. Non chiediamo denaro a nessuno. La Fortezza è un luogo pubblico e noi non siamo un partito, né una fiera espositiva, ma un movimento sociale internazionale: crediamo che sia una scelta politica, per gli enti locali, concedere questo spazio”.

Per “gestire” tutta la partita economica del Forum (alla fine potrebbero arrivare, solo dalle iscrizioni, dai 300 mila ai 600 mila euro) è stata fondata un'associazione ad hoc; queste le cariche sociali: presidente Stefano Kovac (dell'Ics, di Genova), segretario Bruno Paladini (Sincobas, Movimento Antagonista, Firenze), tesoriere Vincenzo Striano (Arci).

Andra Semplici

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Rivoluzioni. Al Forum solo consumi etici

Un vero e proprio “codice di comportamento” per coloro che forniranno prodotti e servizi al Forum (ma anche per i partecipanti). È la proposta che, partita inizialmente dalla Rete Lilliput e dal Social Forum di Firenze (ma adesso si è allargata anche al gruppo dei “professori”, Pardi e Ginsburg), è stata fatta propria dall'organizzazione.

“Questo lavoro -spiega Enrico Pezza della Rete Lilliput di Firenze- è cominciato per dimostrare alla cittadinanza e a tutto il 'movimento' che un reale cambiamento comincia proprio con la modifica dei nostri stili di vita”.

Così, se gli impegni saranno rispettati ecco quello che succederà: verranno privilegiati prodotti provenienti da realtà locali, cooperative sociali, da coltivazioni biologiche e dalle filiere del commercio equo e solidale. Non dovranno essere utilizzati contenitori, bottiglie, stoviglie, posate usa e getta ma solo del tipo riutilizzabile.

A tutti i fornitori si richiede poi il rispetto rigoroso dei diritti dei lavoratori.

Ai partecipanti al Forum si chiede invece la massima sobrietà nei consumi sia di materiali sia di energia. Sarà sollecitato l'uso dei mezzi pubblici invece che delle auto private. E il rispetto dell'ambiente: sia di quello naturale (parchi, giardini), sia di quello dove si svolgerà l'evento, e, insomma, di tutta la città. Infine è auspicato un comportamento “tendente ad instaurare un rapporto di collaborazione e convivialità fra i partecipanti e la cittadinanza”.

Sul documento stanno lavorando anche rappresentanti degli enti locali (in particolare Regione Toscana e Comune di Firenze). L'obiettivo è la definizione di un documento utilizzabile anche in occasione di altri eventi.

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