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Diritti

Fini e la foglia di fico ad uso degli ingenui

In queste ore ci si compiace perché l’intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha permesso di togliere dal pacchetto sicurezza la norma riguardante le denuncia, da parte dei presidi, di figli di "irregolari" presenti nelle scuole. In realtà c’è…

In queste ore ci si compiace perché l’intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha permesso di togliere dal pacchetto sicurezza la norma riguardante le denuncia, da parte dei presidi, di figli di "irregolari" presenti nelle scuole.

In realtà c’è ben poco da gioire perché la norma resta odiosa e di chiaro stampo razzista. E’ stato solo tolto – esclusivamente per la scuola dell’obbligo – l’esplicito riferimento alla denuncia degli studenti; in realtà per docenti e presidi, in quanto pubblici ufficiali, resta l’obbligo di denunciare i reati di cui sono a conoscenza. Quindi, a rigore di legge, se arrivano a sapere che una certa famiglia, cioè i genitori di un loro allievo, non sono in regola con il permesso di soggiorno, devono fare denuncia, per la scuola superiore come per la scuola dell’obbligo.

Perciò la Lega Nord ha accettato senza difficoltà la lieve correzione. Il ministro Maroni, ormai un teorico dell’apartheid, ha spiegato, con la sua feroce leggerezza, che in seguito all’intervento del presidente della Camera  "è stato considerato il diritto dei minori di partecipare alla scuola dell’obbligo, ma si tratta di un’eccezione a tutela dei  minori".

Quegli stessi minori, nella logica del ministro leghista, che al compimento del diciottesimo anno di età – sempre che docenti e presidi trasgrediscano la legge e non denuncino tutto comunque – diventano "irregolari" anzi "clandestini" – per stare al linguaggio fascistoide in uso di questi tempi e caro alla Lega – quindi delinquenti potenziali, quindi da espellere o da tenere in Italia senza diritti, come carne da macello per le imprese e materia prima di speculazione politica per la destra (e non solo per quella, purtroppo).

Questo è lo stato della democrazia italiana. L’intervento di Fini è meno di una foglia di fico e può incantare solo gli ingenui: se il presidente della Camera e i parlamentari della destra – dal primo all’ultimo, nessuno li obbliga a votare provvedimenti così lontani dai canoni democratici – pensassero che le persone sono tutte uguali e che la democrazia è un bene comune da tutelare, agirebbero in ben altro modo.

  

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