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Ambiente

Finanza per il clima: i sindacati internazionali chiedono atti concreti

Con i negoziati sul clima sulla linea di partenza  tra poche settimane in Messico i sindacati internazionali scaldano i motori chiedendo decisioni chiare e tempi certi ai Governi del mondo sul finanziamento per la lotta al riscaldamento globale."La creazione di…

Con i negoziati sul clima sulla linea di partenza  tra poche settimane in Messico i sindacati internazionali scaldano i motori chiedendo decisioni chiare e tempi certi ai Governi del mondo sul finanziamento per la lotta al riscaldamento globale.
"La creazione di un gruppo di lavoro di alto livello per ricercare innovative fonti di finanziamento per la lotta al cambiamento climatico è stato un primo passo positivo, crediamo infatti che la transizione ad una società a basso contenuto di carbonio e resiliente al cambio climatico possa essere raggiunta solamente attraverso un sistema fiscale rafforzato e rinnovato e con l’assistenza dei Paesi sviluppati verso i Paesi più poveri" ha dichiarato Sharan Burrow, segretario generale dell’ITUC, la Confederazione internazionale dei sindacati. "Soprattutto, ci rallegriamo del fatto che il gruppo di lavoro consideri come "obiettivo raggiungibile" trovare oltre 100 miliardi di dollari all’anno per il climate financing, e che abbia chiarito come non ci siano più scuse per l’inazione dei Governi".
Nel report delle Nazioni Unite sul finanziamento per il clima, a fianco delle risorse pubbliche si è però fatto riferimento anche a fondi privati. "Non siamo d’accordo che i fondi privati debbano essere necessari per raggiungere la soglia dei 100 miliardi" ha continuato Burrow, "sebbene siano certamente una parte importante del sostegno alle politiche di mitigazione. Ma se dovessimo dipendere dal privato per raggiungere questo primo obiettivo, ancora insufficiente, non saremmo sulla giusta strada".
Il messaggio principale del rapporto Onu focalizza sulla necessità di avere un prezzo adeguato per il carbonio, tra i 20 ed i 25 dollari a tonnellata, perchè secondo gli autori il pricing del carbonio sarebbe un passo sostanziale per ridefinire una società a basso contenuto in carbonio e la responsabilità dei mercati in tutto questo risulterebbe evidente.
"Sfortunatamente il gruppo non è riuscito a proporre in modo decisivo nuovi strumenti di finanziamento come una tassa sulle transazioni finanziarie, che potrebbe raccogliere fondi per la lotta al cambiamento climatico, alleviare i bilanci nazionali appesantiti dalla crisi ed incrementare i fondi per l’aiuto pubblico allo sviluppo", ha aggiunto Burrow. "E’ la riluttanza politica la principale barriera da rimuovere per poter adottare strumenti come questo; i sindacati si metteranno al lavoro per raggiungere quest’obiettivo".
Tra le principali preoccupazioni della Confederazione internazionale dei sindacati c’è il possibile coinvolgimento della Banca Mondiale e delle Banche Multilaterali di Sviluppo, il cui ruolo è oggetto di negoziazione all’interno dell’UNFCCC. Secondo il movimento dei lavoratori le risorse dovranno essere gestite direttamente dalle Nazioni Unite secondo il suo mandato democratico e non attraverso il gruppo della Banca Monndiale.

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