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La filiera solidale dopo il terremoto. Tra Gas lombardi e produttori del Centro Italia

Una rete di gruppi di acquisto solidali distribuiti tra Milano, Varese, Pavia e in Brianza sostiene allevatori e agricoltori che resistono nelle aree colpite nell’estate 2016. Lo fa tramite acquisti collettivi e continuativi nel tempo e l’avvio di un nuovo canale di distribuzione. Il primo è riuscito e il progetto sta crescendo

La patata turchesa, un prodotto tipico dei Monti della Laga, presidio Slow Food. È coltivata, tra gli altri, da Massimiliano Rosati ad Amatrice (RI) – Archivio Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Tra le zone del Centro Italia colpite dal terremoto nell’estate 2016 e il Nord del Paese sta nascendo una nuova filiera solidale. L’obiettivo è semplice: sostenere alcuni allevatori e agricoltori locali gravemente danneggiati dal sisma tramite l’acquisto collettivo dei loro prodotti, costruendo relazioni prima ancora che un listino. Ad animare il progetto è una rete di gruppi di acquisto solidali (Gas) distribuiti tra le province di Milano, Varese, Pavia o in Brianza e operatori che ricadono in aree comprese tra Lazio, Marche e Abruzzo. Da Amatrice ad Accumoli, dai Monti della Laga a Cittareale. “Tutto è nato a metà dello scorso anno -racconta Mauro Fumagalli, coordinatore dello storico Gas milanese ‘Il filo di paglia‘- quando la figlia di un ex collega del nostro gasista Michele Salvi ci ha messo in contatto con alcuni produttori delle zone terremotate”. È la primavera del 2017. I racconti di Cristiana e un percorso di documentazione interno convincono Mauro e altri associati del “Filo di paglia” a incontrare direttamente i produttori. Il primo passo è fatto. Incontrano Alessandro Novelli, allevatore di vacche da latte di montagna a Montereale (AQ). “Ha 41 anni ed è in agricoltura dal 1998 -spiega Mauro- e ha subito convertito i terreni al biologico”. Produce ortaggi e frutta che trasforma in conserve e composte in un proprio laboratorio. E da 30 vacche da latte ricava formaggi freschi.

“Alessandro era già in movimento all’epoca del terremoto dell’Aquila -continua Mauro-, coordinando l’associazione ‘Movimento per la terra’, fondata su una rete di decine di piccoli agricoltori e operatori che si aiutavano reciprocamente”. Nel giro di pochi giorni Novelli accompagna i gasisti milanesi a scoprire sei aziende del territorio. “Cominciamo a incontrare realtà di montagna, allevamenti che sono in grandissime difficoltà. Al di là della distruzione, è azzerato ogni tipo di canale di vendita”. C’è l’azienda agricola di Fabio Guerci -100 ettari di pascolo, bosco e seminativi, certificati biologici dal 2009, a Cittareale (RI)-, la cooperativa Grisciano ad Accumoli (RI) -su 800 ettari, bio dal 1993-, “Rinascita 78”, l’azienda agricola di Antonio Aureli ad Amatrice e quella di Alessandro Di Giacomo (Montereale).

Valentino Antonio, della cooperativa Rinascita 78 di Illica, nel reatino, munge una mucca – Archivio Rinascita 78
Valentino Antonio, della cooperativa Rinascita 78 di Illica, nel reatino, munge una mucca – Archivio Rinascita 78

Mauro e gli altri amici del Gas annotano le storie delle persone che hanno incontrato e tornano a Milano, dando vita a un gruppo di lavoro che tra le prime scelte cancella dalla propria etichetta la parola “terremoto”. “Si guarda avanti”, concordano. La prima iniziativa solidale (organizzata da Michele Salvi) parte in un circolo Arci di via Savona, tra le prime realtà di edilizia popolare della città di Milano. “Abbiamo deciso di organizzare tre mercati contadini con il consorzio agricolo mantovano, sul modello dei classici mercati di quartiere che stanno crescendo in tutta la città”. Vengono invitati gli allevatori del Centro Italia conosciuti in primavera per i mesi di settembre, ottobre e novembre 2017. Portano con sé prosciutti, guanciali, legumi (fagioli, lenticchie, ceci), prodotti caseari, qualche confettura, kit per l’amatriciana e pacchi regalo. “Quasi tutti certificati biologici”, aggiunge Mauro. Le tre domeniche funzionano bene. C’è interesse e le relazioni si rafforzano. È allora che il gruppo inizia a immaginare di organizzare acquisti collettivi e continuativi nel tempo, aprendo un canale di distribuzione al Nord dei prodotti. La “piattaforma” logistica c’è già: si tratta dell’associazione “Pesce di Aprile” (per gestione del listino, pianificazione e collezione degli ordini) e della cooperativa sociale “Il Balancin” di Pavia (per il trasporto e consegna).

Mauro e il “Filo di paglia” hanno in testa una rete più ampia. A metà ottobre incontrano in modo informale al “Boscoincittà” altri Gas di Milano, il gruppo Intergas di Varese, la Retina della Brianza, la rete Gas di Pavia, i gruppi soci della cooperativa Aequos e alcuni gas di Rho, Saronno e Legnano. In totale si sfiora quota 100 realtà dell’economia solidale. Alcune di queste, peraltro, hanno già in cantiere progetti (strutturati o sporadici) di sostegno a produttori colpiti dal terremoto. “È il caso dell’area di Varese -spiega Mauro- che lavora da un anno con tre aziende dell’area di Norcia”. Passano pochi mesi e c’è il primo tentativo, riuscito. All’ordine pre-natalizio partecipano 12 gruppi di acquisto. L’approdo dei bancali è stata la cooperativa sociale “Il Balancin” di Pavia, che ha poi garantito la consegna anche fuori la provincia di Milano. La “rete” punta a concludere almeno quattro o cinque ordini all’anno. Mauro Fumagalli è ottimista anche perché ha già visto aumentare sensibilmente i Gas aderenti al secondo “giro” in scadenza tra quindici giorni. Da dodici sono già passati a una ventina. E cresceranno ancora.

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