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Equo e certificato: Agices approda alla verifica esterna

Da spazio associativo e di dibattito per i protagonisti del Commercio equo e solidale italiano, Agices -l’organizzazione di categoria del commercio equo italiano- diventa garante agli occhi delle istituzioni e di tutti i cittadini della corrispondenza tra dichiarazioni e pratiche…

Da spazio associativo e di dibattito per i protagonisti del Commercio equo e solidale italiano, Agices -l’organizzazione di categoria del commercio equo italiano- diventa garante agli occhi delle istituzioni e di tutti i cittadini della corrispondenza tra dichiarazioni e pratiche commerciali e di cooperazione.
Un passaggio necessario, quando anche discusse multinazionali approdano all’equosolidale come “ultima spiaggia” per vincere la diffidenza dei consumatori. Con l’Assemblea che si è svola a Milano il 24 e il 25 ottobre prossimi, però Agices raggiungerà un traguardo ancora più ambizioso: la certificazione del proprio sistema di controllo, dove un ente terzo e indipendente verificherà, da quella data in poi, il sistema di controllo che l’organizzazione di categoria mette in atto sui propri soci.
"Agices: dalla parte giusta” è lo slogan che l’organizzazione ha scelto per questa nuova fase dell’evoluzione del movimento. “L’approvazione nel 1999 della Carta italiana dei criteri del commercio equo e solidale -ricorda la presidente Gaga Pignatelli- e la costituzione nel 2003 dell’associazione, hanno rappresentato due momenti significativi per il fair trade italiano. La condivisione di un documento che include definizione, obiettivi e regole per il commercio equo e solidale e, poi, la creazione di uno spazio associativo permanente ci hanno permesso di riflettere sulla peculiarità del percorso italiano, in particolare il rapporto parallelo e complementare -non sovrapposto- con il marchio di certificazione dei prodotti “Fairtrade”, riuscendo ad evitare quella “crisi di ruolo” che le altre organizzazioni europee sembrano vivere, a confronto con un mercato, quello dei prodotti “responsabili” ed ecologici, che continua a crescere nonostante la crisi, ma soprattutto nei canali della distribuzione classica (come i supermercati). Di fronte a percorsi legislativi e di acquisti pubblici che rischiano di trattare i prodotti delle filiere “integrali”, che nascono, cioè, dalla relazione tra organizzazioni eque (gruppi di produttori, centrali di importazione, botteghe del mondo), la scelta Agices è stata quella di pensare ad una via per tutelare non solo i prodotti, ma anche il movimento, contro gli “equofurbi”.
Per avviare questo percorso Agices ha fondato un Registro, in cui gli aderenti sono controllati con criteri condivisi e decisi da chi fa commercio equo e, contestualmente, ha elaborato un sistema di controllo e monitoraggio costituito da autovalutazione, verifica interna, verifica esterna. Con l’autovalutazione l’organizzazione italiana che vuole iscriversi al Registro Agices compila un modulo dove dichiara di rispettare i requisiti della Carta e dei Regolamenti attuativi, fornendo tutti i documenti e le informazioni richieste a supporto. Una organizzazione Agices, infatti, deve avere corrette relazioni con i propri produttori, deve vendere in larga prevalenza prodotti del commercio equo e solidale, avere i collaboratori in regola, attuare pratiche di sostenibilità negli spazi vendita, investire parte dei propri profitti in formazione e sensibilizzazione sui temi cari al movimento. La verifica interna, invece, è gestita da un apposito organo dell’associazione -il Comitato di gestione del Registro Agices- che controlla la corretta compilazione del modulo e la congruenza con la documentazione. Ogni anno il Comitato procede a verifiche a campione “sul campo”, per monitorare la veridicità e la correttezza dei dati. In caso di violazioni, si procede con sanzioni progressive fino all’espulsione.
L’ambizioso obiettivo raggiunto quest’anno riguarda la terza e ultima fase, quella della verifica esterna, condotta cioè da valutatori indipendenti. Un ente certificatore, quindi, controllerà annualmente il lavoro di Agices sia direttamente, sia controllando “a campione” un certo numero di soci e le eventuali non conformità a carico di Agices (e non dei soci). “Per un’organizzazione -sottolinea Gaga Pignatelli- rappresenta una modalità per capire chi siamo, cosa facciamo e dove andiamo, generando autoidentificazione. Puntiamo, con questo sistema di gestione, al miglioramento continuo, con la definizione di obiettivi/traguardi ed il loro riesame periodico”. Cosa distingue questo percorso dagli altri? “Che la certificazione per i soci Agices -conclude Pignatelli- non rappresenta il fine ultimo, ma uno strumento per far crescere il movimento equosolidale con coerenza e trasparenza”.

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