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Ambiente

Elettrici e abbandonati – Ae 92

Televisori, computer, frigoriferi da buttare: la norma che obbliga i produttori a smaltirli non è ancora operativa. Nel frattempo però ne paghiamo i costi La lunga telenovela sui “rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici” non è ancora finita. Passerà ancora…

Tratto da Altreconomia 92 — Marzo 2008

Televisori, computer, frigoriferi da buttare: la norma che obbliga i produttori a smaltirli non è ancora operativa. Nel frattempo però ne paghiamo i costi


La lunga telenovela sui “rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici” non è ancora finita. Passerà ancora un anno prima che i “Raee” vengano separati, raccolti e conferiti in maniera differenziata.

L’ennesima proroga è arrivata alla fine del 2007: il Governo ha fatto slittare di un anno, al 31 dicembre 2008, l’entrata in vigore del decreto legislativo 151 del 2005, relativo alla “riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti”). Solo alla fine di quest’anno i produttori di apparecchi elettrici ed elettronici dovranno assumersi la responsabilità finanziaria della raccolta e della gestione dei Raee nuovi, cioè di tutte le apparecchiature immesse sul mercato dopo il 13 agosto 2005.

“Discarica addio”, avevamo scritto nel dicembre 2006 (Ae n. 78), e invece siamo già alla quarta proroga. Tutto procede al rallentatore e ancora niente obbliga a smaltire in maniera differenziata i rifiuti hi-tech. Ad esempio, il “Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei Raee” è diventato operativo solo il 20 novembre 2007 (le iscrizioni andavano completate entro il 18 febbraio 2008) e ancora non sono definiti gli obblighi dei produttori e dei distributori (a fine marzo si dovrebbe sapere qualcosa in merito al ritiro “uno contro uno” dei Raee domestici).

L’unica certezza evidente, ad oggi, è un “balzello” per tutti i cittadini che acquistano un frigo nuovo o un televisore: visto che i produttori dovranno pagare, in proporzione alla propria quota di mercato, anche la raccolta, il recupero e il trattamento dei Raee storici provenienti dai nuclei domestici, sul prezzo di vendita incide una tassa visibile, un “sovrapprezzo Raee”. Il testo del decreto del 2005 prevedeva, entro dicembre 2008, che almeno quattro chilogrammi pro capite di Raee fossero raccolti in maniera differenziata: invece saremo ancora ai blocchi di partenza.

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