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In questo mese di settembre troverete nelle librerie e nelle botteghe del commercio equo e solidale due nuovi libri di Altreconomia. Ne andiamo fieri e crediamo si tratti di due ottimi volumi, sintetici ed efficaci. Il primo si intitola Darfur….

Tratto da Altreconomia 97 — Agosto 2008

In questo mese di settembre troverete nelle librerie e nelle botteghe del commercio equo e solidale due nuovi libri di Altreconomia. Ne andiamo fieri
e crediamo si tratti di due ottimi volumi, sintetici ed efficaci.

Il primo si intitola Darfur. Geografia di una crisi. Lo ha scritto per noi Diego Marani, giornalista già redattore del mensile Nigrizia e firma di Ae. Si tratta dell’accurata ricostruzione del conflitto -ma sarebbe meglio dire guerra civile- che dal 2003 insanguina quella regione del Sudan. Un’analisi accurata -la prima in italiano, e la più aggiornata- che individua le ragioni che hanno scatenato le violenze, descrive al meglio quanto è accaduto e accade, cerca (e trova) le responsabilità di una guerra che fino ad oggi ha causato centinaia di migliaia di vittime e due milioni di sfollati tra i civili.
Pietro Veronese è un inviato di Repubblica, che da oltre 20 anni si occupa di Africa. Firma la prefazione del volume, e tra l’altro scrive: “C’è nei confronti di questa regione quasi un accanimento collettivo dei media nell’ignorarne le vicende. Eppure il Sudan occupa in molti sensi una posizione centrale. […] Sono quattro anni almeno che la crisi del Darfur è stata portata all’attenzione del mondo; quattro anni che si discute se si tratti o non si tratti di un genocidio senza che questo ridimensioni comunque la gravità dei fatti, e ben poco si è fatto di concreto. Il nome di questa sventurata regione africana è venuto anzi a significare l’impotenza dell’umanitarismo internazionale”. Darfur è stato realizzato anche grazie al supporto della “Campagna italiana Sudan”, una campagna nazionale di informazione, sensibilizzazione e advocacy nata nel 1994, e per questo l’abbiamo pubblicato: per colmare in Italia un vuoto intollerabile, e ridurre il numero di quanti possono ancora dire “io non sapevo”.
L’altro nostro libro che esce a settembre si intitola La banca dei ricchi. Perché la World Bank non ha sconfitto la povertà. È stato curato da Luca Manes e Antonio Tricarico della Campagna per la riforma della Banca mondiale, e come si evince dal titolo si tratta del racconto di un fallimento: quello della maggiore istituzione planetaria nata per sconfiggere la povertà, che al contrario non ha fatto altro che tutelare gli interessi dei Paesi più abbienti. In un centinaio di pagine i due autori ricostruiscono 60 anni di finanziamenti sbagliati, piani di aggiustamento imposti ai governi, cedimenti alle lobby più potenti.
La prefazione questa volta è dell’economista Susan George, che non usa mezzi termini: “È giunto il momento -scrive- di denunciare con fermezza la cecità e l’arroganza dell’istituzione che, insieme al gemello Fondo monetario internazionale, più di ogni altra ha contribuito a distruggere le vite dei poveri.
In questo senso, la ‘banca dei ricchi’ è anche ‘la banca delle vittime’”.

I due libri -ed è per questo motivo che ne parliamo qui- rispondono in pieno al tipo di informazione che vogliamo fare, innanzitutto attraverso le pagine della rivista che avete tra le mani: un’informazione che prima di schierarsi racconti i fatti, e attraverso di essi dia conto della complessità di ciò che accade. Perché solo così è possibile individuare cause e denunciare responsabilità, e quindi proporre soluzioni, senza sciocche polemiche o sterili piagnistei.
Da qui a dicembre pubblicheremo altri libri, e il giornale stesso verrà rinnovato ampiamente in occasione del numero 100. Manterremo questo impegno, l’impegno per un’informazione accurata e indipendente.
Continuate ad accompagnarci in questo lavoro.

 

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