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Editoriale – Ae 87

L’amicizia e la generosità di tanti sono ciò che ci ha permesso di vivere, il cuore dell’impresa editoriale di Altreconomia. Che, da qui in avanti, avrà un nuovo direttore. A loro e ai lettori e alle lettrici di Ae un…

Tratto da Altreconomia 87 — Ottobre 2007

L’amicizia e la generosità di tanti sono ciò che ci ha permesso di vivere, il cuore dell’impresa editoriale di Altreconomia. Che, da qui in avanti, avrà un nuovo direttore. A loro e ai lettori e alle lettrici di Ae un grande grazie!

Carissimi amici e lettori,

ogni giornale ha un cuore e, come per ogni organismo vivente, il cuore non si vede ma è ciò che permette di vivere.Per una volta vorrei raccontarvi di questo cuore, di ciò che ci ha permesso di vivere e, chissà, di incominciare a diventare grandi. Anzi: per l’ultima volta, perché questo è l’ultimo numero di Ae che firmo come direttore. Da novembre a guidare il giornale sarà Pietro Raitano, che in questo giornale è nato ed è cresciuto professionalmente.



Il cuore dunque. Per Altreconomia è la generosità di tanti e la stima reciproca, in qualche caso l’amicizia profonda -dentro le diversità di pensiero, di età e di esperienze- innanzitutto con quelli che hanno contribuito fin qui alla sua storia. A loro sono grata, e vorrei che li conosceste ad uno ad uno. Gente che ai sogni concede ospitalità, gente che si fida, appassionata della verità e che non smette di essere in cammino. Forse per questo, sa poi farsi prezioso compagno di viaggio.

Stefano Magnoni e Tonino Perna, con i quali abbiamo condiviso i primi pensieri su Ae. Emilio Novati, che in questi anni si è assunto l’onere di condurre, come presidente del consiglio di amministrazione, la fragile barca di Altreconomia. Francesco Gesualdi, che molti di voi conoscono come appassionato difensore di cause nobili, ma che noi sappiamo capace di concretezza e di attenzione in questioni molto più quotidiane.

E poi Lorenzo Guadagnucci e Andrea Semplici, firme di questo giornale, e maestri -seppur così diversi- nella professione. E chi su queste pagine ha scritto per lungo tempo: Anna Morelli, Davide Musso e, ancora, chi ci ha regalato reportage e passione, come Alberto Zoratti, Monica Di Sisto, Marinella Correggia e tanti altri. E, prima ancora, Francesco Terreri, primo direttore di questo giornale. E, sul piano organizzativo e amministrativo: Isabella Pavan, Andrea Avogadro e Lorena Colnaghi.


E poi i lettori, le lettrici. Migliaia e migliaia: strano, mi sembra di conoscere molti anche dei vostri volti e nomi, letti sui bollettini postali che arrivavano all’ufficio abbonamenti, incontrati nelle manifestazione di questi anni, da Genova ad Assisi, a Firenze, a Roma, a Milano. Oppure nelle centinaia di incontri -sì, credo che siano ben più di cento- la sera, nei fine settimana, in giro per l’Italia. Insieme a loro, insieme a tutti voi, abbiamo affinato lo stile giornalistico di Altreconomia, coltivando la passione per la verità e il gusto della differenza.

Non abbiamo spinto sulle appartenenze: o con noi o contro di noi, abbiamo esercitato la critica con lo spirito di chi conosce e condivide le contraddizioni, abbiamo affinato la ricerca su un sistema economico che, lungi dall’essere efficiente, ci sembra sempre più un sistema sacrificale: ad esso immoliamo i nostri anni migliori, le energie, gli uomini e le donne di questo tempo.


A tutti voi va il mio grazie, per la fiducia e, ancora di più, per l’amicizia profonda che in alcuni casi è nata. Ora il passaggio societario di Ae -da consorzio a cooperativa-, come scriviamo in altre parti del giornale, può e deve essere il volàno di una nuova nascita, e questo comporta energie straordinarie e non ordinarie.

Gli impegni e le responsabilità che mi legano a Terre di mezzo (l’altra impresa editoriale in cui ho continuato ad avere parte attiva in questi anni) non mi consentono più di sostenere entrambi i ruoli.

D’altra parte sono convinta che, dopo aver formato i giovani, non dobbiamo aspettare che siano vecchi per chiedergli di progettare il futuro e che, soprattutto ai vertici, favorire il cambiamento quando i tempi sono maturi, è un segno di forza e di buona salute. Lascio una redazione in gamba che saprà, con la guida di Pietro, continuare a crescere e a realizzare il “manifesto” degli inizi di Altreconomia con ancora maggiore forza e autorevolezza. I colleghi d’altra parte -la loro professionalità, la loro passione e la competenza accumulata- sono uno dei motivi di vanto di quanto realizzato fin qui.

Avanti dunque, e buon lavoro a tutti!



Miriam Giovanzana



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