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E il Pd festeggia lo sgombero del campo rom

Circola in rete l’immagine del manifesto che si può vedere qui a fianco: il Pd romano, zona sesto Municipio, si compiace per l’avvenuto sgombero di quello che chiama "campo nomadi", rivendicando – evidentemente – questo "risultato" per la giunta del…

Circola in rete l’immagine del manifesto che si può vedere qui a fianco: il Pd romano, zona sesto Municipio, si compiace per l’avvenuto sgombero di quello che chiama "campo nomadi", rivendicando – evidentemente – questo "risultato" per la giunta del Municipio, guidata da esponente del partito.

Il Pd non è nuovo a queste imprese: basti ricordare gli interventi anti rom di Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano oggi concorrente alla carica di presidente della regione Lombardia nonché braccio destro del segretario Bersani, o i manifesti inneggiante alla cacciata dei rom a Ponticelli (Napoli).  

Alla fine queste sortite non fanno nemmeno più notizia, ma testimoniano – una volta di più – lo sbandamento culturale dello schieramento democratico-progressista e la gravissima crisi democratica che sta vivendo il nostro paese, che a fronte di una crisi economica, politica e morale senza precedenti, non trova di meglio che scagliarsi contro i "nomadi" (ma che linguaggio è?) e invocare un "decoro" che non alberga più nelle coscienze sotto forma di adesione profonda ai princìpi della democrazia (uguaglianza fra le persone in testa) e allora viene invocato a colpi di sgomberi e manganelli. 

Si fa così largo un concetto di pulizia che lascia intravedere sullo sfondo l’autoritarismo, se non il totalitarismo: ciascuno, naturalmente, è libero di pensare che questa è un’esagerazione, e speriamo che sia così, ma concettualmente siamo lungo questa filiera; alzi la mano chi crede d’intravedere qualcosa di positivo in uno sgombero di famiglie prive di tutto, avendo come obiettivo qualcosa che viene chiamato decoro, mentre stiamo parlando di persone.

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