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Cultura e scienza / Varie

È il food, baby!

Il cibo industriale per bambini -dagli omogeneizzati ai cornflakes- è una categoria del marketing. "Non aprite quella pappa" è il libro che aiuta ogni genitore a leggere dietro alle etichette, per respingere l’accerchiamento di spot televisivi, sms pubblicitari e advergames (giochi pubblicitari)

Tratto da Altreconomia 179 — Febbraio 2016

A noi non piace avere la pappa pronta. Ma non è solo una nostra opinione: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità -la massima autorità che vigila sulla salute globale- il cibo industriale per bambini non avrebbe ragione di esistere, perché fino a 6 mesi i bambini dovrebbero essere alimentati solo con latte materno e solo dopo -gradualmente- aggiunti i cibi che consuma la famiglia, “schiacciati o sminuzzati”. Ma abbiamo fatto i conti senza l’oste, che non è affatto un cuoco amico dei bambini: è l’industria alimentare -ben rappresentata dalle tre maggiori multinazionali Kraft-Heinz, Danone, Nestlé– che a colpi di marketing si contendono l’attenzione delle mamme e lo stomaco dei bambini, come rappresenta efficacemente l’espressione SOS, ovvero Share of Stomach. Colpi bassi quindi, come l’alleanza -ben rodata- con gli ospedali e i pediatri che ha perfino dato vita a un nuovo “sistema metrico omogeneizzato”, consigli “scientifici” per svezzare il bambino usando come unità di misura i 45 grammi del vasetto di omogeneizzato. Per non parlare dell’accerchiamento di spot televisivi, sms pubblicitari, siti web, application e advergames (giochi pubblicitari) che colpiscono il target-mamma ma anche il target-bambino; oppure del licensing, il connubio tra prodotto e personaggi dei cartoni animati che ha generato più di uno psicodramma davanti agli scaffali. Dal 1927, quando a Freemont (Michigan, USA), Dorothy Gerber -stufa di passare i piselli- propone al marito imprenditore di produrli in scatola, fino ad oggi il baby food è diventato un “sistema” che è perfino in grado di condizionare i tempi dell’alimentazione complementare (o svezzamento), proponendo -sulle confezioni e con studi “interessati”- di anticipare a 4 mesi l’introduzione dei cibi solidi (omogeneizzati, of course) ma anche di fare “cartello” per tenere (artificialmente) alti i prezzi del latte artificiale e insinuando il dubbio che sia migliore di quello vaccino. Anche l’autrice, la giornalista Laura Bruzzaniti, ha vissuto sulla sua pelle un’esperienza che tocca a quasi tutte le mamme quando, uscendo dall’ospedale dove aveva appena partorito, si è vista proporre una marca di latte artificiale. Una pubblicità, mascherata da consiglio medico. Il suo libro esplora allora -in profondità, senza pregiudizi e con il conforto di autorevoli pareri- l’universo del “baby food”, spiegando chi sono “i padroni della pappa”, quali sono i meccanismi del baby marketing, ma soprattutto che cosa c’è davvero dentro vasetti e confezioni e perché è importante imparare a leggerne le etichette. La conclusione è che il cibo industriale non è adatto ai bambini: prima di tutto perché è una merce, il cui compito che non è quello di assicurare una dieta sana ai bambini, ma alti fatturati alle aziende e perché l’industria alimentare non dà ai bambini quello che gli fa bene, ma quello che gli piace: cibi molto zuccherati, ricchi di sale e aromi per esaltarne la sapidità, colorati, belli a vedersi e con una consistenza “facile”, assicurata da coloranti, emulsionanti, addensanti, sali di fusione: alimenti in gran parte non salutari e inutili dal punto di vista nutrizionale, a volte con ingredienti di bassa qualità. Un vademecum chiaro, utile e puntiglioso e  che ogni mamma e papà dovrebbero leggere prima di avventurarsi nelle corsie del supermercato e propinare al loro pargolo una dose eccessiva di uno o più degli “ospiti indesiderati” degli alimenti che il libro smaschera: il subdolo zucchero, l’onnipresente sale, le raffinate farine, i perfidi grassi e i misteriosi additivi. Il lieto fine? I bambini mangiano -salvo eccezioni- lo stesso cibo della famiglia, con materie prime di qualità e salutari, magari biologiche. Con interviste a numerosi esperti tra i quali Adriano Cattaneo, epidemiologo  dell’Associazione Culturale Pediatri, coordinatore di uno dei documenti di riferimento per l’Unione europea: “Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione europea”.

“Non aprite quella pappa! Manuale di autodifesa per genitori e bimbi”, di Laura Bruzzaniti, 144 pagine, 9 euro – Altreconomia edizioni. Nelle librerie, nelle botteghe del commercio equo e solidale e sul sito altreconomia.it (anche in ebook). —

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