Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Ambiente

Durban, ultimo giorno: tocca all’Unione Europea

Uno statement dell’ultim’ora rimette al centro dei negoziati UNFCCC l’Unione Europea, rimasta negli ultimi anni ai margini, vaso di coccio tra i vasi di ferro statunitense e cinese. La delegazione europea è animata da un nuovo protagonismo e dal tentativo di rafforzare una posizione che rischiava di essere minoritaria. Anche se a spese di una forte dialettica interna ai limiti della spaccatura. Ora tocca alla Cina, all’India, ma soprattutto agli Stati Uniti, che rischiano di essere lasciati soli in un poco splendido isolamento.

"Crediamo che il mondo abbia avuto molto tempo per pensare. Quello che vogliamo, adesso, è non pensare più. Quello di cui abbiamo bisogno è una maggiore azione".
Così inizia lo statement di Unione Europea, LDCs (Paesi meno sviluppati) ed Aosis (i Paesi insulari) appena fatto circolare nelle stanze della COP17 di Durban.
"Il gap tra le nostre ambizioni e gli impegni attuali è semplicemente troppo ampio. E non vorremmo ricordare a nessuno il livello delle minacce climatiche che i Paesi meno sviluppati nel mondo stanno subendo come conseguenza del cambiamento climatico":
Quindi Unione Europea, LDCs e Oasis sono pronti per "rendere operativo il Green Fund" a Durban, ma soprattutto sono pronti per un "second commitment period" assieme ad una roadmap decisa verso un nuovo strumento legalmente vincolante".
"Unione Europea, LDCs e Aosis sono pronto ad accettare obblighi concreti per affrontare la sfida del cambiamento climatico" e sollecitano altri ad unirsi. La palla ora passa alla Cina ed agli Stati Uniti.
E la spinta è per un nuovo accordo climatico per il 2015.
L’Unione Europea, dopo il disastro di Copenhagen e l’assenza di Cancun, sta trovando un nuovo protagonismo, anche se la dialettica interna è molto forte e la resistenza di alcuni Paesi come la Polonia, tra l’altro presidente di turno, si fa sentire. C’è chi vorrebbe una posizione meno ferma e più generica, c’è chi invece spinge per un accordo vincolante il prima possibile. Il reale output di tutto questo, e dell’intera conferenza, lo vedremo solo stanotte.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.