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Altre Economie

Dormire nell’orto

Un vademecum per l’accoglienza contadina: esce per Altreconomia edizioni una mappa preziosa per dormire e mangiare in modo biodiverso, lontani dai clichè dell’agriturismo

Tratto da Altreconomia 167 — Gennaio 2015

“Ospitalità rurale” è un’espressione calda, venata di legno grezzo e impastata di terra. Ma se consultiamo una delle guide agli agriturismo in commercio (o la pagina web di una struttura a caso), spesso ne ricaviamo l’impressione opposta: camere asettiche, lucide piscine e un debole richiamo alle origini contadine di quel casale oggi “finemente ristrutturato”. Il lavoro agricolo? Un optional.
“Dormire nell’orto”, la nuova guida di Altreconomia edizioni (vedi box) scardina  questo paradigma: siamo andati a cercare luoghi di accoglienza differenti, dove si dorme e si mangia in modo “biodiverso”. L’aratro traccia il solco e questo libro lo difende.
È la storia, ad esempio, di “Poggio del Castagno” un piccolo agricampeggio con camere  e prodotti biodinamici a due passi da Pitigliano (GR), paradigma di scelte “anticicliche” dei titolari, per la semplicità del luogo, la cucina casalinga (la tavola è condivisa tra tutti gli ospiti e con la famiglia di Carla e Adolfo). Qui non ci sono gazebo ma una grande quercia, non una piscina olimpionica ma il lago di Mezzano, si tengono corsi di riconoscimento di erbe selvatiche e ci si sente cullati da un costante e appassionato racconto del territorio, con consigli e guide da leggere davanti al camino o nella sala comune.
“Una gioia silenziosa” è il titolo di uno dei libri di Etain, una scrittrice inglese in Umbria. Raccoglie i diari di Pratale, la sua casa e un località sulle colline di Gubbio (PG) -luogo simbolo di uno stile di vita e di un’agricoltura indipendente-, con criteri di accesso chiari: “È bello per noi avere gente che condivide questa vita per un periodo piú o meno lungo. Chi vuole fare un’esperienza con noi è il benvenuto”. A Pratale non si paga per dormire. Chi ha voglia di dare una mano può partecipare ai lavori agricoli per quattro ore e contribuire con 10 euro al giorno a vitto e alloggio “Chi vuole invece riposarsi o magari leggere, dipingere, passeggiare contribusce con 15 euro” . Tutti invece partecipiamo ai lavori di casa e di cucina.
“Cimbolello” è un bio-agriturismo a conduzione familiare, a due chilometri dal borgo medioevale di Città della Pieve. Nel casale in pietra restaurato in bioedilizia -con un impasto di materie prime ecologiche e sobrietà- e nei 5 ettari di azienda agricola oltre all’accoglienza Francesco, Luisa, Nicolò e Sebastiano propongono esperienze in cui ragazzi dai 9 ai 13 anni scoprono la vita contadina e gli adulti partecipano a laboratori sul pane con lievito madre o l’apicoltura.
“Cà del rigo” è nel comune di Montelupone (MC), sull’antico confine tra il Regno dei Goti e l’Impero Bizantino, nella terra dei Piceni, in vista di Macerata, e Recanati. Roberto è il padrone di casa, membro della Rete dei Semi Rurali e deus ex machina di “La Via Contadina” web rivista partecipata del Movimento Contadino. Roberto, incontra, ospita e informa, offrendo la possibilità di conoscere ed orientarsi nella geografia e nella storia del suo territorio.  “Cà del rigo -spiega Roberto- è un luogo di sosta, informazione e orientamento, anche per i ‘pellegrini’ della Via Lauretana, che unisce Macerata a Loreto”. Per il resto, basta chiedere: la sosta -per una notte- è gratuita per tende, camper e roulottes.
La guida offre al viaggiatore una straordinaria varietà di luoghi, colture e culture da difendere, dai semi di frutta e verdura dimenticate al paesaggio: dalla Val Maira di “Il vento fa il suo giro” (www.loubia.it) alla Lampedusa raccontata da “Respiro” (www.paolaemelo.it).
Non abbiamo trascurato i “seminatori di città”, dove l’orto è urbano e l’ostello è sociale. A Milano, zona Affori, OstellOlinda -alla cui ombra è nato anni fa il progetto di Giardino degli Aromi- è tra i fiori all’occhiello della cooperativa sociale “La Fabbrica di Olinda”, ma anche il luogo ideale per chi vuole fare base per scoprire una città diversa. Prenotate una stanza nel parco dell’ex Ospedale psichiatrico Paolo Pini e procuratevi la nostra guida “Tutta bio la città. Milano”: siete pronti per vistare in modo responsabile la “Grande Verza”, nell’anno di Expo. 
“Dormire nell’orto” è un progetto editoriale partecipato, nato e cresciuto in collaborazione con la Rete dei Semi Rurali e numerose altre associazioni, tra cui l’Associazione per l’agricoltura biodinamica (www.biodinamica.org) e la sezione italiana di Wwoof, che mette in contatto progetti rurali e volontari (www.wwoof.it).
Un lavoro collettivo il cui spirito è lo stesso delle centinaia di realtà che sono pronte ad aprire la loro porta non a “turisti” ma a persone, chiamarvi per nome e, seduti alla stessa tavola, gustare questo incontro. —

Il passaparola del cavolo
Questa è una guida da passare di mano in mano e arricchire con i vostri racconti e le vostre foto. Pubblicheremo on line le vostre impressioni di viaggio, in una sorta di OrtoAdvisor.
Che cosa trovate nel libro: luoghi di ospitalità rurale – anche agriturismi, certo – ma dove il fulcro della quotidianità è il lavoro, la difesa dei valori dell’agricoltura contadina, la “custodia” dei semi, la cucina dei prodotti locali, la volontà dei gestori di raccontare il proprio territorio, di esserne intrepreti e guide. Troverete piccole aziende agricole familiari, bioagriturismi, fattorie didattiche e sociali, b&b di campagna, ma anche ostelli legatui agli orti urbani, ristori d’altri tempi, rifugi di nome e di fatto, negozi di prodotti unici e biodiversi. Un viaggio nell’ospitalità rurale di aziende agricole che si definiscono multifunzionali ma che portano in grembo la più schietta tradizione rurale. 100 schede e innumerevoli segnalazioni, oltre a brevi “illuminazioni” sulle reti che in Itala difendono l’agricoltura contadina. “Dormire nell’orto”, a cura di Rete Semi Rurali 192 pagine, 12,50 euro (Altreconomia).
In libreria, nell botteghe del commercio equo, on line.

 

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