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Cultura e scienza / Attualità

Un documentario per raccontare il vero volto di Quarto Oggiaro

Per anni, questo quartiere alla periferia Nord-Ovest di Milano è stato etichettato come una zona inaccessibile e pericolosa. Un’immagine che persiste ancora oggi, nonostante gli sforzi di tante associazioni che hanno cambiato profondamente il volto di questo pezzo di città.

Quarto Oggiaro, periferia nord-ovest di Milano. Un quartiere che somiglia più a una città, per dimensioni (conta 35 mila abitanti), storia e sviluppo. Un luogo che, soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, si è popolato notevolmente, grazie all’approdo di migliaia di emigranti provenienti dal Sud Italia, venuti a Milano per lavorare nelle fabbriche della zona, come la vicina Alfa Romeo.

Quarto Oggiaro ha una storia antica, complicata, fatta di tensioni politiche, cittadinanza attiva ma anche degrado, sviluppo edilizio selvaggio e sacche di criminalità che, negli anni, hanno isolato sempre di più il quartiere dal resto della città, facendogli guadagnare l’etichetta di “Bronx” milanese. Per tutti, Quarto Oggiaro è diventato per anni zona inaccessibile, teatro di spaccio, omicidi, piazzette controllate da vedette attente e aggressive. Un’immagine divenuta, purtroppo, etichetta.

Un’etichetta che resiste anche oggi nonostante il quartiere sia completamente cambiato, con le sue oltre cento associazioni, con il recupero edilizio e la riqualificazione di strade, parchi e siti di pregio storico e artistico. Quarto Oggiaro è oggi un quartiere vivo e ricco di attività sociali e culturali, un modello di riuscita collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini che sta portando risultati visibili. Ed è anche un’area urbana piena di verde, colorata con murales bellissimi che spesso ospitano parole di rivalsa e di amore per la legalità e per la giustizia. È un posto bello, un quartiere vivo e solidale che certamente ha gli stessi problemi di tanti altri, ma che non è più un luogo tetro e pericoloso, come ancora qualcuno si ostina a dipingerlo.

L’inferno ha lasciato il posto alla bellezza. Ed è proprio questa bellezza che due autori e una regista stanno raccontando in un documentario dal titolo: “57 Quarto Oggiaro – Milano rinasce a nord-ovest“. Massimiliano Perna e Marco Feliciani, autori del documentario, insieme alla videomaker Alina Nastasa hanno scelto di andare a vedere con i propri occhi questa popolosa area urbana, attraversandone per alcuni mesi le strade e le piazzette e scoprendo le storie, le vite delle tante persone che vi abitano, i talenti giovanili, le memorie dei meno giovani, l’impegno costante delle associazioni che lavorano da anni con successo per migliorare la vivibilità del quartiere e cancellare l’immagine che troppo spesso, in maniera superficiale, gli viene affibbiata.

La stazione di Quarto Oggiaro
La stazione di Quarto Oggiaro

Hanno ascoltato la gente, le istituzioni, le associazioni, i semplici cittadini, hanno visitato i palazzi, sono stati accolti nelle case da chi voleva, con fierezza, raccontare il cambiamento di Quarto Oggiaro. Hanno passeggiato nel rigoglioso parco dell’antica Villa Scheibler, monumento riqualificato e oggi teatro di attività culturali, sociali e ricreative.

Da questi incontri è nato un documentario che sarà completato e distribuito nei prossimi mesi. Un documentario che  è stato scelto di produrre dal basso, in coerenza con lo spirito dei cittadini di Quarto, attraverso una campagna di crowdfunding dove ciascuno può diventare co-produttore, donando un piccolo contributo. Per rimanere informato sulle varie fasi del progetto, è possibile seguire “57 Quarto Oggiaro” su alcune pagine social ad esso dedicate su Facebook  e su Instagram.

Sono già circa 50 i coproduttori che hanno scelto di sostenere il progetto attraverso la piattaforma di crowdfunding, che prevede diverse ricompense a seconda del contributo, come si evince dalla pagina stessa del progetto.  I coproduttori vengono da tutta Italia, a dimostrazione che Quarto Oggiaro rappresenta tanti altri luoghi di altre città italiane, ma soprattutto un modello che può essere esportato anche fuori dai confini milanesi e lombardi.

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