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Diritti / Attualità

Diritti dei migranti violati per legge: le azioni giudiziarie proseguono

Dal memorandum con la Libia mai ratificato ai fondi per la cooperazione in Africa destinati alle motovedette di Tripoli o alla formazione di equipaggi militari per chiudere le frontiere. Fino all’accordo con il Niger o al decreto Minniti-Orlando. L’Associazione studi giuridici sull’immigrazione porta il legislatore italiano in aula e annuncia passi avanti decisivi

Le colonne portanti del nuovo impianto normativo italiano in tema di immigrazione e protezione internazionale finiscono in aula. A portarcele, in Cassazione o nei Tar, in Consiglio di Stato e potenzialmente anche fino al cospetto della Corte costituzionale, è l’Associazione studi Giuridici sull’immigrazione (Asgi, www.asgi.it). I fronti sono molteplici ma è unico il tratto che li accomuna: la compressione dei diritti dei migranti attraverso strumenti normativi.

A fornire un aggiornamento sulle azioni giudiziarie e sugli accessi civici in corso sono stati alcuni rappresentanti di Asgi in una conferenza stampa organizzata in Parlamento il 10 maggio. Tra loro anche l’avvocato Giulia Crescini, autrice -con la collega Cristina Laura Cecchini- di un ricorso presentato nel novembre 2017 presso il Tribunale amministrativo del Lazio contro il ministero degli Esteri e dell’Interno italiani. Tesi: i due dicasteri avrebbero impiegato parte del “Fondo Africa” per la cooperazione previsto dalla legge di Stabilità 2017, nello specifico 2,5 milioni di euro su 200 complessivi, allo scopo invece di “supportare” le autorità libiche. In particolare, come emerso da un decreto dell’agosto 2017 (il 4110/47, a firma del direttore generale della DG per gli italiani all’estero e le politiche migratorie della Farnesina, Luigi Maria Vignali), per la dotazione di motovedette e la formazione dell’equipaggio. Iniziative che di fatto contribuiscono a “sbarrare l’approdo in Europa ad un numero rilevante di persone” (Asgi).

L’iter giuridico per ricostruire se effettivamente si sia trattato di “sviamento di potere” potrà finalmente ripartire dopo che il Consiglio di Stato -il 4 maggio- si è pronunciato attraverso un’ordinanza e ha riconosciuto la legittimazione attiva dell’Asgi, il suo interesse ad agire, e ha disposto la fissazione del merito “a breve” da parte del giudice di prime cure.

Non è tutto. I soci dell’Asgi si sono mossi su altri campi. Il 27 giugno, infatti, si terrà un’udienza pubblica presso la corte di Cassazione, in prima sezione civile, che avrà al centro il “decreto Minniti-Orlando” sul “nuovo” processo per il riconoscimento della protezione internazionale dei richiedenti asilo. Quello che nel nome dei “tempi brevi” ha cancellato l’Appello e di fatto silenziato la voce del richiedente asilo durante il procedimento. “Asgi, nella persona dell’avvocato Antonello Ciervo, ha sollevato quattro questioni di legittimità costituzionale in ragione delle possibili violazioni del principio del ‘giusto processo’ a partire da un caso verificatosi a Napoli -ricostruisce Crescini-. La Cassazione potrebbe raccogliere la nostra istanza e rimandare alla Consulta il pacchetto normativo”. L’invito rilanciato dall’avvocato è di partecipare all’udienza, che è aperta al pubblico (di norma è invece in camera di consiglio non partecipata). I “presupposti”, come li definisce Crescini, non sono pessimi visto che il Procuratore generale ha ritenuto non manifestamente infondate le questioni.

Altra data importante per questo calendario di appuntamenti sui diritti è il 4 luglio, quando dinanzi alla Corte costituzionale verrà discusso il conflitto di attribuzione sollevato inizialmente dai deputati di Liberi e Uguali contro l’esecutivo con riferimento alla mancata ratifica delle Camere del memorandum tra Italia e Libia nell’inizio 2017.

Dalla Libia al Niger. Durante la conferenza stampa Asgi ha dato conto di due nuovi ricorsi in sede amministrativa per altrettanti accessi civici generalizzati -regolati dalla normativa FOIA (Freedom of Information Act)- e negati dai ministeri di Esteri e Interno. Uno chiedeva conto delle attività implementate e delle risorse utilizzate per l’attuazione del patto Italia-Libia. L’altro, invece, puntava a far chiarezza sui contenuti dell’accordo raggiunto con il Niger, e a partire dal quale il Parlamento ha addirittura autorizzato una missione militare. Due accordi “definitivi e addirittura operativi”, come chiarisce Crescini, rispetto ai quali i ministeri avrebbero fatto muro e opposto “pregiudizi a relazioni internazionali e di difesa”. Pretesti, secondo Asgi, che ricorda come questi atti abbiano vincolato lo Stato e dunque meritino piena e assoluta conoscibilità, trasparenza e accessibilità. Il 22 maggio verrà discusso il ricorso che riguarda l’accordo con la Libia. Il legislatore italiano è avvisato.

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