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Ambiente / Attualità

Dieselgate, ecco perché è ancora una “storia sporca”

Un’auto a gasolio produce 3,6 tonnellate in più di CO2 nell’intero ciclo di vita. Eppure sono ancora 37 milioni le auto di questo tipo che circolano in Europa. Un nuovo studio della rete europea “Transport&Environment”

A due anni di distanza dallo scandalo Dieselgate, quella legata al diesel continua a essere “una storia sporca”. Fatta di emissioni tossiche, morti precoci, leggi inadatte a tutelare la salute dei cittadini ma che favoriscono la vendita di veicoli nocivi. La denuncia è contenuta nel report  Diesel: the true (dirty) story, curato daTransport&Environmentuna rete europea che rappresenta 50 organizzazioni per il trasporto sostenibile, tra cui litalianaCittadini per laria”.

Le auto e van a combustione diesel che circolano in Europa sono circa 37 milioni. E sono molto più dannose rispetto a quelle a benzina. Oltre ad emettere uno degli inquinanti più pericolosi (il biossido di azotoNO2), le auto diesel riversano nellambiente una maggiore quantità di anidride carbonica rispetto a un’equivalente con motore a benzina: circa 3,6 tonnellate di CO2 in più nell’intero ciclo di vita della vettura. Un dato che viene elaborato tenendo in considerazione l’intero processo produttivo: la raffinazione per ottenere il gasolio, ad esempio, richiede molta più energia rispetto a quella necessaria per ottenere benzina dal petrolio. Inoltre i materiali utilizzati per realizzare il motore diesel richiedono maggiore energia per la lavorazione.

L'impatto del diesel sull'ambiente è peggiore rispetto alle auto a benzina © "Transport & Environment"
L’impatto del diesel sull’ambiente è peggiore rispetto alle auto a benzina © “Transport & Environment”

Si tratta di componenti estremamente tossiche per la salute umana che, secondo le stime dell’Agenzia europea per l’ambiente, causano ogni anno la morte di decine di migliaia di persone: 68mila i decessi in Europa per l’esposizione al biossido di azoto, di cui 21mila in Italia, prima nazione in questa triste classifica, con un dato doppio rispetto al Regno Unito (11 mila decessi l’anno). Ci sono poi le morti correlate al particolato ultra-sottile (PM25): 467mila in tutta Europa, con picchi in Germania (73mila), Italia (66mila), Francia (45mila).

Eppure, di fronte a questo scenario preoccupante, l’Europa resta il primo mercato di vendita per i veicoli diesel: su dieci auto vendute nel mondo, sette finiscono sulle strade del Vecchio Continente, dove circa il 50% del numero totale di automobili ha questo tipo di motore. Un dato enorme se confrontato con il resto del mondo: in Cina, le auto diesel sono solo il 2% del totale del parco circolante, negli Stati Uniti appena l’1%.

© "Transport & environment"
© “Transport & environment”

Una delle principali ragioni del successo di questi veicoli, evidenzia il report di “Transport&Environment”, è la minore tassazione del carburante diesel (tra il 10 e il 14% in meno rispetto alla benzina), che determina anche un minore gettito fiscale, stimato in circa 32 miliardi di euro solo per il 2016. Altro elemento che determina il successo di questi veicoli, sono i regolamenti inadeguati sulla CO2 che hanno applicato misure più deboli alle case automobilistiche che producono veicoli diesel più grandi e pesanti.

Di fronte a questa situazione, l’associazione Cittadini per l’Aria chiede al Governo e al ministero dei Trasporti di “favorire l’uso di mezzi alternativi al diesel e, in generale, alle auto private e rendere i controlli e gli incentivi davvero effettivi ed efficaci”, spiega l’avvocato Anna Gerometta, presidente dell’associazione.

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