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Contadini protagonisti dell’agenda mondiale


Le organizzazioni contadine
e i movimenti sociali protagonisti della riforma agraria e dello sviluppo rurale. Sono passati 27 anni ma gli obiettivi della “Carta del Contadino”, approvata nel 1979 a Roma durante la prima e unica Conferenza dell’Onu sul tema, sono ancora attuali.

A Porto Alegre dal 7 al 10 marzo la International Conference on Agrarian Reform and Rural Development (www.icarrd.org), promossa dal Governo brasiliano in collaborazione con la Fao, li ricollocherà nell’agenda mondiale.

di Adriano Marzi

La mancanza di terra continua a essere tra le principali cause della povertà: 3 persone su 4 che soffrono la fame vivono in zone rurali e dipendono dalle risorse naturali per la loro sopravvivenza. “Se questi 2 miliardi di persone continuano a soffrire la fame – spiega Marina Silva, ministro brasiliano dell’Ambiente – la questione è fondamentalmente etica e riguarda la distribuzione della rendita e dei mezzi di sussistenza come la terra”. In paesi come Korea, Cina e Indonesia, gli scontri tra contadini e forze dell’ordine sono continui quanto cruenti, e dimostrano come ancora oggi sia in corso un vera e propria battaglia per il controllo e l’accesso alla terra. La riforma agraria non può dunque essere etichettata come questione superata nel processo storico ma, al contrario, va riconosciuto il suo ruolo di politica strutturale.

A differenza dei tradizionali eventi Onu, la Icarrd ha riservato ampio spazio ai movimenti sociali (Mst, Via Campesina, …): fin da principio sono stati coinvolti nella preparazione dell’evento e presenteranno uno dei 5 documenti base della Conferenza. Inoltre una rappresentanza di “Land, Territory and Dignity”, il Forum parallelo organizzato dalla International Ngo/Cso Planning Committee (Ipc) (www.foodsovereignty.org), sarà protagonista di un dibattito paritario (stesso numero di rappresentanti) con gli esponenti dei governi. “Chiaramente – aggiunge Antonio Onorati, tra i coordinatori dell’Ipc – spetta ai governi prendere le decisioni: se non le condivideremo saremo in strada a manifestarlo, come sempre”.

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