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Diritti / Opinioni

Umani e senza frontiere: buon compleanno MSF

Nel 1993 l’organizzazione non governativa apriva la sezione anche in Italia. I valori non cambiano, nonostante un 2017 molto difficile. La rubrica di Luigi Montagnini

Tratto da Altreconomia 204 — Maggio 2018

25 anni fa, nel 1993, veniva aperta la sezione italiana di MSF. Sarajevo era sotto assedio, in Somalia si lottava contro la carestia e in Rwanda covava il genocidio. Tre delle crisi più difficili che MSF abbia dovuto affrontare nella sua storia e che hanno alimentato molti dei nostri dibattiti interni negli anni successivi. Nel 1993 veniva fondata in Italia anche la rivista di geopolitica Limes. Non è solo per questa coincidenza di natali che alla nostra assemblea generale annuale, che si è tenuta a Roma il mese scorso, è stato invitato un giornalista di Limes, Fabrizio Maronta: se l’azione medica e la testimonianza sono il cuore della nostra missione, la comprensione dei contesti in cui operiamo ne sono la condizione irrinunciabile. 

C’è molta ordinarietà in un’assemblea generale, tra approvazione dei bilanci, ratifica del rapporto morale, accettazione dei nuovi soci, rinnovo delle cariche, discussione delle mozioni. Sono i lavori di casa che ogni associazione deve svolgere ogni anno, per statuto. Ma come ovunque, anche in casa MSF, c’è anche la passione che anima i dibattiti, talvolta trasformandoli in scontro, con lo sguardo però sempre fisso sui progetti e sui loro beneficiari. Questo spirito è emerso molto bene durante la presentazione dei candidati al consiglio direttivo, 16 per 6 posti vacanti, segno di una vivacità che non registravamo da qualche anno: aria fresca, immersi come siamo in una società civile che registra più disaffezione che impegno, più apatia che speranza.

438: sono le operatrici e gli operatori umanitari italiani partiti per progetti MSF nel 2017

Sette medici, due ostetriche, due architetti, un ingegnere, una psicologa, un farmacista, un esperto di risorse umane e un’esperta di fund raising, tutti accomunati dal desiderio di migliorare costantemente la qualità medica dei nostri interventi umanitari e di aumentare la nostra rumorosità. Sono molte le situazioni che abbiamo approfondito nei nostri dibattiti assembleari, le stesse che cerchiamo di raccontare facendo rumore, parlando loudly, ad alta voce: la condizione dei migranti in Grecia, la crisi dei rifugiati Rohingya in Bangladesh, le difficoltà operative nella East Ghouta (Maronta di Limes ci ha aiutato nella complessa analisi della guerra in Siria, all’indomani del raid statunitense), gli scandali degli abusi sessuali che hanno coinvolto alcune ong e per i quali MSF si è autodenunciata e gli aggiornamenti sulle operazioni di Search and Rescue nel Mediterraneo. A questo proposito, c’era molta amarezza in assemblea per l’attacco mediatico e politico condotto contro di noi nel corso del 2017: la criminalizzazione della solidarietà attuata con accuse false sulla nostra presunta collusione con gli scafisti non solo ha messo a rischio la vita dei migranti, ma ha anche offuscato le notizie provenienti da moltissime altre zone del mondo che avrebbero meritato maggiore attenzione dell’opinione pubblica e in cui abbiamo lavorato con la stessa determinazione di sempre. Anche per questo abbiamo presentato la nostra nuova campagna istituzionale #umani, pensata per riportare al centro dell’attenzione, oltre ai valori cardine di MSF, la nostra umanità, i sentimenti che ci animano e il rispetto del prossimo: vogliamo far capire che la solidarietà non è un reato, lo è non soccorrere le persone in difficoltà. Poi, finalmente, abbiamo festeggiato il nostro compleanno. Come? Sempre rumorosamente, perché essere associazione vuol anche dire stare bene insieme. Con emozione, perché dietro alle sfide ci sono i ricordi, le gioie, le delusioni e i successi. Con sobrietà, perché una birra e un abbraccio valgono più di molte celebrazioni.

Luigi Montagnini è un medico anestesista-rianimatore. Dopo aver vissuto a Varese, Londra e Genova, oggi vive e lavora ad Alessandria, presso l’ospedale pediatrico “Cesare Arrigo”. Da diversi anni collabora con Medici Senza Frontiere.

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